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27 Gennaio 2019A ciascuno il suo di Leonardo Sciascia
27 Gennaio 2019
Cucchetti Chiara Classe IIF
Frigerio Melissa Anno scolastico 2004/05
Galli Francesca
Ottolini Chiara
SCHEDA DI ANALISI DEL TESTO NARRATIVO
TITOLO: ERAGON (Fabbri editori, 2004)
2. AUTORE: Christopher Paolini ha scritto Eragon quando aveva quindici anni. Gran lettore, appassionato di fantasy, ha avuto come insegnanti i suoi genitori, che hanno finanziato la pubblicazione di Eragon a loro spese nel 2002. Il giallista Carl Hiassen ha scoperto il romanzo in una piccola libreria del Montana, l’ha letto, l’ha proposto al suo editore. Da lì, il passo al successo internazionale è stato brevissimo. La passione sfrenata di Christopher Paolini per il fantasy e la fantascienza lo ha spinto a scrivere il suo romanzo di debutto, Eragon , quando aveva quindici anni e aveva appena terminato gli studi alla scuola superiore. Oggi ne ha diciannove, vive con la sua famiglia nella Paradise Valley, nel Montana, e sta lavorando a Eldest, il secondo volume della Trilogia dell’Eredità. L’autore racconta il suo rapporto con la scrittura: Scrivere è il cuore e l’anima di tutto me stesso. E’ il modo con cui do vita alle storie che ho in mente. Non c’è niente al mondo di più bello che mettere le parole una dopo l’altra su una pagina bianca e sapere che provocheranno nel lettore determinate emozioni e reazioni. Eragon è il primo episodio della Trilogia dell’Eredità. Ho iniziato questo romanzo quando avevo quindici anni, dopo aver fatto vari tentativi, tutti senza successo, di scrivere altre storie. E’ stata un’esperienza che mi ha insegnato tante, tantissime cose, e non soltanto per quanto riguarda la scrittura. La lezione più grande che ho imparato è che una scrittura chiara si ottiene solamente se la mente e i pensieri sono altrettanto chiari. Non si può ottenere la prima senza avere la seconda. In Eragon si possono trovare tutti gli archetipi delle storie tradizionali che parlano di avventura e di eroi. La trama è piena di azione e suspense, ci sono esseri straordinari e pericolosi, si attraversano luoghi fantastici. Ci sono draghi ed elfi, duelli tra spadaccini, colpi di scena e, naturalmente, una ragazza meravigliosa che è perfettamente in grado di badare a se stessa. All’interno delle pagine di questo romanzo c’è un mondo intero da esplorare, Alagaësia. Ci si può perdere a Tronjheim, la città che i nani hanno scavato nella montagna, o magari nella misteriosa foresta Du Weldenvarden. In qualsiasi caso, ci sono luoghi così straordinari da sorprendere anche il più esperto lettore di fantasy. Eragon è il punto di arrivo di parecchi anni di intenso lavoro. Quando mi sono diplomato alle scuole superiori, volevo scrivere una classica storia di eroi. Così ho strutturato la storia che avevo in mente in una trilogia il cui schema ripercorresse tutto ciò che avevo imparato leggendo altri libri in cui l’eroe si evolve e raggiunge la sua maturità. A pensarci adesso, forse non è stata l’idea più saggia scrivere il mio primo romanzo partendo da un progetto così vasto, ma, come si suol dire, le cose si imparano solamente facendole. Per quanto mi riguarda, il tempo che impiego a lavorare sulla struttura del romanzo è decisamente maggiore, e più importante, di quello che impiego effettivamente a scriverlo. Ho imparato che è difficile scrivere un buon libro partendo dal calderone di spunti che galleggiano nella mente: solo ragionando sulla trama e rendendola chiara nella propria mente, è possibile tradurla sulla carta con altrettanta chiarezza. E così scrivere Eragon è stato abbastanza facile, una volta che tenevo ben stretta la trama tra le mie mani. Le sole pagine faticose sono state quelle che narrano il viaggio di Eragon e Murtagh verso terra dei Varden, proprio perché quella parte era ancora un po’ confusa nella mia mente. In realtà, la parte più difficile da affrontare aspettando che Eragon fosse pubblicato, è stata quando il mio manoscritto è passato nelle mani dell’editor. Ho scoperto che editing” è semplicemente un eufemismo per indicare una persona che con un largo sorriso ti strappa dalle mani il tuo romanzo, e che ti ripete di continuo che tutto quello che fa è solo per renderlo migliore. E così è stato, alla fine, anche se mi sono sentito come se qualcuno conficcasse nei miei occhi delle schegge di bambù incandescenti. Sono sempre stato affascinato dai racconti della tradizione germanica, scandinava e norvegese. Proprio per questo motivo, per creare la lingua che gli elfi parlano nel mio romanzo, ho usato come base l’antico norvegese; e la stessa cosa è successa per molti nomi. Tutte le parole degli Urgali e dei nani sono invece una mia invenzione. Il personaggio di Angela l’Indovina ha una storia curiosa. Non avevo intenzione di inserire quel personaggio, ma arrivato alla parte in cui Eragon e Brom si trovano a Teirm, ho pensato che sarebbe stato meraviglioso se una strega gli avesse predetto il destino. E ho chiamato questa strega Angela, come mia sorella. Per fortuna, mia sorella è molto autoironica, altrimenti chissà che cosa avrebbe potuto farmi. Poi mi è venuta un’altra idea, e ho fatto in modo che andasse direttamente nel negozio di erboristeria di Angela. Quel personaggio è diventato così interessante, insieme a Solembum, che ho deciso di includerlo anche negli altri due episodi della trilogia. Spero che Eragon vi dia lo stesso senso di meraviglia che ho avuto io scrivendolo. Credo davvero nella magia, la magia che hanno i libri di far emozionare, stupire, sorridere e sorprendere. Queste sensazioni possono nascere da piccoli particolari; in un granello di polvere magica che fluttua in un pallido raggio di l’una, o alla fine di un viaggio fantastico dove un’onda di emozioni ci travolge, allontanando da noi anche solo per un istante il mondo di tutti i giorni. Spero che troviate qualcosa di speciale in Eragon , qualcosa che proviene da mondo parallelo, al di là dello specchio”.
3. RIASSUNTO: Molto tempo fa sorse la stirpe dei Cavalieri dei Draghi, uomini potentissimi con il compito di proteggere e difendere il popolo. Grazie alla pace che essi mantenevano, tutte le creature di Alagaësia vivevano in armonia tra di loro. Ma dopo la morte del Drago di Galbatorix, cavaliere di particolare potenza, egli cominciò ad accusare i Cavalieri di essere responsabili della morte del suo fedele compagno. Con l’aiuto di un giovane cavaliere, Morzan, egli si ribellò alla stirpe dei cavalieri. Altri dodici uomini si allearono a Galbatorix, diventando i Tredici Rinnegati. Sconfissero i Cavalieri e Galbatorix divenne re di tutta lAlagaësia. Con se aveva però tre uova di drago, che aveva sottratto ai Cavalieri. Brom, cavaliere a cui era morto il drago, si ribellò all’autorità del re, gli rubò un uovo e uccise Morzan, privandolo della sua spada rossa, Zarroc. Portò l’uovo dai Varden, una popolazione governata da Ajihad, abitanti presso i nani, nei monti Beor. Essi si scambiavano abitualmente l’uovo con gli elfi, in attesa che capitasse nelle mani della persona giusta per schiudersi. Durante uno di questi spostamenti, Arya, lelfa portatrice dell’uovo, viene attaccata da un branco di Urgali guidati da Durza, un terribile spettro. Egli vuole rubargli l’uovo, ma lei utilizza la magia per inviarlo a Brom, residente a Carvhall. Luovo però si perde sulla Grande Dorsale. E Eragon a trovarlo durante una battuta di caccia. Convinto che sia una pietra preziosa, vuole venderla per sfamare la sua famiglia. Luovo però si schiude, rivelando un piccolo drago blu, che Eragon chiamerà Saphira. Eragon fa crescere di nascosto il cucciolo, fino a quando i Razac, creature alla ricerca dell’uovo scomparso a Galbatorix, non uccidono Garrow, zio di Eragon. Il ragazzo vuole quindi inseguire i Razac per vendicarsi, e parte con il suo drago e con Brom, che a Carvhall è conosciuto non come ex cavaliere, ma come cantastorie. Durante il viaggio Brom istruisce Eragon su ciò che è la magia, gli insegna a duellare e gli regala Zarroc. Nel tragitto, Eragon diventa un vero e proprio uomo: uccide un Urgali, conosce Angela e un gatto mannaro che gli rivelano il suo futuro, e infine diventa un bravo spadaccino. Purtroppo, dopo un incontro con i Razac, Brom muore. Egli trova però un nuovo compagno di viaggio: Murtagh, che si rivelerà il figlio di Morzan, ma che nutre buone intenzioni nei confronti di Eragon e che vuole rovesciare l’impero. I due salvano Arya da Durza e si avviano verso al residenza dei Varden, per curare lelfa che è stata avvelenata mortalmente. Qui Eragon scopre tutta la verità sull’uovo si Saphira, sui Varden e su Brom. E in questo luogo che avviene l’importante battaglia contro gli Urgali, che vogliono invadere la dimora dei nani. Eragon, allo stremo delle forze per l’impegno mostrato in battaglia, riesce ugualmente a uccidere Durza. Durante il ricovero una voce, il Saggio Dolente, gli rivela di dirigersi a Ellésmera, capitale elfica, per continuare il suo addestramento.
4. PERSONAGGI: Il protagonista del romanzo è Eragon, un ragazzo che all’inizio del racconto ha quindici anni, ma che ne compie sedici verso primavera. Ha penetranti occhi nocciola, con sopracciglia scure. Dopo il suo lungo viaggio attraverso lAlagaësia si presenta come un ragazzo forte, robusto e muscoloso e con il volto più maturo: gli zigomi più pronunciati, la linea della mascella più marcata, senza più le rotondità della fanciullezza, il tutto tende a dargli unaria aliena e selvaggia. Dopo la lotta con Durza, presenta una ferita indelebile sulla schiena. Presenta inoltre sulla mano destra il gedwëy ignasia, un segno argentato che gli permette di utilizzare la magia e che copre abitualmente con un guanto. E un protagonista determinato e pronto a fare qualsiasi cosa pur di raggiungere ciò che desidera. A volte però si lascia prendere dallo sconforto e dalla malinconia, anche se il suo lungo viaggio gli ha insegnato ad essere più forte e duro. A consolarlo c’è sempre Saphira, la dragonessa che accompagna Eragon nelle sue avventure. Le sue scaglie sono blu, con occhi azzurri agghiaccianti. Presenta dei denti aguzzi e degli scaglioni sulla schiena. Ha un aspetto imponente e vigoroso, con possenti ali nervose. E la compagna ideale e complementare di Eragon. Insieme vanno molto d’accordo. Saphira è dolce ma allo stesso tempo stimola Eragon a reagire nei momenti di dolore. E molto potente in battaglia ed è stata in grado di cacciare e di proteggersi già da molto piccola. E cresciuta sana e molto velocemente. Alla fine del racconto è addirittura in grado di sputare fuoco. Saphira comunica con Eragon attraverso la mente, espandendo i propri pensieri. Brom si presenta a Eragon come un vecchio cantastorie, ma in realtà è un ex cavaliere a cui è morto il drago. Brom ha una lunga barba bianca che gli copre il torace, ed è un po gobbo; ciò nonostante è un ottimo spadaccino. Ha un grosso naso adunco e gli occhi incassati nella fronte sporgente. Brom è in grado di usare la magia e di parlare con Saphira, così come riesce ad entrare nella mente di qualsiasi essere umano. E’ vissuto così a lungo grazie al fatto che i draghi prolungano la vita ai cavalieri. Brom è molto saggio e sa sempre cosa è meglio per Eragon. Sembra cattivo e insensibile nei confronti del giovane cavaliere, ma in realtà vuole solo istruirlo al meglio. Egli muore dopo uno spiacevole incontro con i Razac, in cui Eragon viene salvato da un ragazzo. E Murtagh, il figlio che Morzan ha avuto con una donna che ha abbandonato il figlio in giovane età. Viene cresciuto nel palazzo di Galbatorix, che stima quando gli rivela il suo progetto di pace nell’impero. Vuole però distruggere quest’ultimo quando si rende conto che avverrà il contrario. Murtagh è più alto e più grande di qualche anno di Eragon. Ha una massa di ricci castani, con occhi penetranti e un aspetto inizialmente serio. Si rivela un compagno fidato per Eragon, un ottimo spadaccino e combattente. E un ragazzo simpatico ma misterioso, che si mostra poco a poco. Arya è lelfa portatrice dell’uovo. E molto bella, con un viso espressivo, alta, magra, capelli scuri e occhi verdi penetranti e con un tatuaggio sulla schiena. E in grado di utilizzare la magia, così come tutti gli altri elfi. E una brava combattente ed è stata salvata dalle grinfie di Durza mentre era imprigionata a Gilead. E stata la protagonista di molti sogni di Eragon. Angela è unindovina abitante a Teirm. Ella svela a Eragon il suo futuro contorto. E un personaggio strano e curioso, con una massa di lunghi capelli scuri e ricci, che vive con il suo gatto mannaro Solembum, un animale magico in grado di comunicare con gli umani, ma solo con chi desidera lui. Riesce a trasformarsi in ciò che vuole e da ad Eragon degli ottimi consigli. Durza è un terribile spettro, magro, vestito di nero e con occhi e capelli rossi. Egli può essere ucciso solo con un colpo al cuore. Gli Urgali sono esseri terribili, che assomigliano agli umani, con gambe storte, braccia tozze e massicce e con un paio di corna. Una particolare specie di Urgali sono i Kull, esseri imponenti e molto potenti. Orik è un nano che salva la vita a Eragon, Saphira e Murtagh. Egli è nipote di Rothgar, il re dei nani. Il re dei Varden è invece Ajihad. Garrow è lo zio di Eragon, che viene ucciso dai Razac. Egli ha perso la moglie da giovane, ma ha un figlio, Roran, che decide di diventare mugnaio per garantire una vita serena a Katrina, la sua fidanzata. Jeod è un vecchio amico di Brom, che accoglie e ospita il compagno ed Eragon quando arrivano a Teirm. Abita vicino alla bottega di Angela, è alto, i capelli grigi e spettinati, e una lunga cicatrice sulla schiena. Horst è il fabbro di Carvahall. E un uomo alto e massiccio, con una lunga barba nera. Egli aiuta Eragon più di una volta, lo ospita a casa sua e lo salva dalle grinfie di Sloan, il macellaio e padre di Katrina. Ci sono poi altri personaggi di scarsa importanza.
5. SPAZIO: Il romanzo si ambienta in Alagaësia, ambiente fantastico. Le città più importanti durante il viaggio di Eragon sono:
w Carvahall: la città in cui vive Eragon, anche se la sua fattoria è allinfuori della cittadina;
w Yazuac: città fantasma” distrutta dall’impero in cui Eragon uccide il suo primo Urgali;
w Teirm: città di mare in cui Eragon viene a conoscenza della residenza dei Razac e dove conosce Angela e il gatto mannaro;
Cartina di Alagaësia
w Dras-Leona: città in cui abitano i Razac e dove la popolazione venera lHelgrind, una catena di tre monti;
w Gilead: città in cui Eragon viene catturato e dove vede e salva Arya;
w Tronjheim: città dei nani, molto bella e ben costruita, in cui Eragon uccide Durza.
Le scene si svolgono principalmente all’aperto, anche se non mancano quelle interne: la casa di Eragon, quella di Jeod, la bottega di Angela, Farthen Dur.
6. TEMPO: Il romanzo si ambienta in un epoca fantastica
7. STILE: il linguaggio adottato dall’autore è semplice e colloquiale. Nelle formule magiche, nelle parole degli Urgali e dei nani vengono utilizzate parole diverse, che vengono spiegate nel glossario presente nelle ultime pagine del libro.
8. TECNICHE DI PRESENTAZIONE DELLE PAROLE E DEI PENSIERI DEI PERSONAGGI: ci sono sia discorsi diretti che indiretti. Sono presenti monologhi interiori. Quando si parla attraverso la mente (per esempio un discorso tra Eragon e Saphira) lo stile di scrittura è diverso: in corsivo.
9. NARRATORE: Il narratore racconta i fatti come uno spettatore esterno, che segue sempre le vicende che riguardano Eragon. Assume dunque il punto di vista di quest’ultimo.
10. TEMATICHE: gli argomenti sono completamente fantastici, che riguardano persone, luoghi ed epoche immaginarie. Ciononostante, il romanzo fa riflettere sulla costanza e sull’impegno che servono nel portare a termine una missione difficile ed impegnativa, come può esserlo quella di Eragon di combattere contro l’impero per salvare il popolo dalle mani di Galbatorix.
11. COMMENTO: questo libro ci è piaciuto molto. E interessante e coinvolgente; stimola nella lettura perché il lettore vuole assolutamente sapere come finirà la storia. Anche se inizialmente ci faceva un po paura” per la lunghezza del romanzo, ci siamo accorte del contrario. Infatti l’abbiamo letto così velocemente come se fosse stato un libro di sole trenta pagine, anziché di seicento. E stato talmente emozionante che vorremmo leggere anche gli altri due volumi. Inoltre, dato che verso Natale uscirà il film, abbiamo occupato un po il ruolo di registe, come se avessimo dovuto girare noi stesse il film.