Le poesie civili e i primi 30 versi del 5 maggio di Manzoni
28 Dicembre 201909 Beatrice Il canto di Dante di Luigi Gaudio
28 Dicembre 2019Il Canto XVII del Paradiso di Dante Alighieri è uno dei momenti più intimi e significativi della Divina Commedia, in quanto contiene una profezia diretta sul futuro esilio del poeta da Firenze. Qui, Dante riceve una visione chiara del suo destino attraverso le parole di Cacciaguida, suo antenato, che gli rivela non solo le sofferenze a cui sarà sottoposto, ma anche il ruolo che la sua missione poetica avrà nel rivelare la verità.
Analisi del testo
Versi 55-57
«Tu lascerai ogni cosa diletta
più caramente; e questo è quello strale
che l’arco de lo essilio pria saetta.»
Parafrasi: Dante, ti sarà chiesto di lasciare tutto ciò che ami di più, e questa sarà la prima freccia scagliata dall’arco dell’esilio. Lasciare la patria e gli affetti sarà il primo grande dolore che dovrai affrontare.
Commento: La sofferenza dell’esilio è descritta come un colpo mortale, una freccia che colpisce l’anima del poeta. Per Dante, l’idea di separarsi dalle cose amate — la sua patria, i suoi amici e la sua famiglia — è l’inizio di una lunga serie di dolori che caratterizzeranno il suo esilio.
Versi 58-60
«Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale.»
Parafrasi: Proverai quanto è amara la vita da esiliato, dove il pane altrui sa di sale (simbolo di amarezza), e quanto è difficile vivere dipendendo dalla benevolenza degli altri, con la fatica di dover salire e scendere le scale nelle case altrui.
Commento: Dante esprime con grande potenza il sentimento di dipendenza e alienazione che si prova vivendo in esilio. Mangiare il pane altrui è un’immagine forte che rappresenta l’umiliazione di non essere più autosufficiente. La metafora delle scale altrui simboleggia la precarietà e l’instabilità della vita da esiliato, un’esistenza segnata dall’incertezza e dalla perdita di controllo.
Versi 61-63
«E quel che più ti graverà le spalle,
sarà la compagnia malvagia e scempia
con la qual tu cadrai in questa valle;»
Parafrasi: La cosa che ti peserà di più sarà la compagnia di persone malvagie e ignoranti con cui ti troverai a convivere durante il tuo esilio.
Commento: Dante prevede non solo il dolore fisico e materiale, ma anche un tormento morale e intellettuale. Il contatto con persone indegne lo opprimerà, perché la loro bassezza contrasta con l’altezza spirituale e intellettuale cui aspira il poeta. Questo crea un conflitto interiore che aggrava la sua sofferenza.
Versi 64-66
«che tutta ingrata, tutta matta ed empia
si farà contr’ a te; ma, poco appresso,
ella, non tu, n’avrà rossa la tempia.»
Parafrasi: Queste persone si riveleranno ingrati, folli e malvagi, e si rivolteranno contro di te, ma presto saranno loro, e non tu, a pagare il prezzo delle loro azioni (indicato dal “rossa la tempia”, simbolo di punizione).
Commento: La profezia di Cacciaguida contiene anche una nota di speranza e giustizia divina. Gli ingiusti saranno puniti, e Dante, nonostante le sofferenze, ne uscirà senza macchia. Questo riflette la fiducia del poeta in un ordine morale superiore, in cui chi agisce male finisce per subirne le conseguenze.
Versi 67-69
«Di sua bestialitate il suo processo
farà la prova; sì ch’a te fia bello
averti fatta parte per te stesso.»
Parafrasi: Il comportamento bestiale di queste persone si rivelerà chiaramente, e tu sarai orgoglioso di esserti separato da loro, vivendo secondo i tuoi principi.
Commento: Dante è incoraggiato a mantenere la propria dignità e indipendenza morale, anche di fronte alla sofferenza e all’isolamento. La sua integrità sarà la sua forza, e la sua separazione dagli ingiusti sarà motivo di orgoglio.
Versi 126-129
«Coscïenza fusca
o de la propria o de l’altrui vergogna
pur sentirà la tua parola brusca.
Ma nondimen, rimossa ogne menzogna,
tutta tua visïon fa manifesta;
e lascia pur grattar dov’ è la rogna.»
Parafrasi: Chi ha la coscienza sporca, per la propria o per l’altrui vergogna, sentirà il peso delle tue parole dure. Ma nonostante ciò, devi dire la verità senza mezzi termini, e lascia che chi ha colpa se ne preoccupi.
Commento: Dante è esortato a non avere timore di rivelare la verità, anche se questa può risultare scomoda. La sua missione poetica è una missione di verità, e chi si sente accusato dalle sue parole sarà colui che ha la colpa.
Versi 130-135
«Ché se la voce tua sarà molesta
nel primo gusto, vital nodrimento
lascerà poi, quando sarà digesta.
Questo tuo grido farà come vento,
che le più alte cime più percuote;
e ciò non fa d’onor poco argomento.»
Parafrasi: Anche se inizialmente le tue parole potranno sembrare moleste, col tempo diventeranno nutrimento vitale quando saranno comprese. Il tuo grido avrà un effetto potente, come il vento che colpisce le cime più alte, e questo ti porterà onore.
Commento: La parola poetica di Dante, anche se dura da ascoltare all’inizio, si rivelerà alla fine di fondamentale importanza per il suo pubblico. Questo rappresenta l’idea che la verità può essere dolorosa da accettare, ma è essenziale per la crescita morale e intellettuale. La poesia di Dante, così come il suo messaggio, non si rivolge alle masse, ma alle menti elevate e sensibili alla verità.
Conclusione e commento generale
Il Canto XVII del Paradiso è uno dei più importanti per la comprensione della figura di Dante poeta e uomo. Qui si svela il destino di esilio del poeta, una condizione che lo allontana dalla sua amata Firenze, ma lo eleva moralmente e spiritualmente. La sofferenza personale diventa quindi una prova morale che lo conduce alla verità e alla purificazione. Dante comprende che il suo esilio non sarà solo una punizione, ma una missione che lo porterà a completare la sua grande opera di verità e giustizia.
L’idea che la sua poesia possa risultare inizialmente “molesta” ma che in seguito diventi “nutrimento vitale” sottolinea il potere redentore dell’arte e della parola, capace di scuotere le coscienze e di rivelare una verità superiore.
Questi versi mettono in luce la tensione tra la giustizia umana e la giustizia divina, così come il tema dell’integrità morale in mezzo alle avversità, valori centrali per l’intera Divina Commedia.
Testo (di Dante) della canzone “Esilio” di Luigi Gaudio
Tu lascerai ogne cosa diletta
più caramente; e questo è quello strale
che l’arco de lo essilio pria saetta. 57
Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale 60
E quel che più ti graverà le spalle,
sarà la compagnia malvagia e scempia
con la qual tu cadrai in questa valle; 63
che tutta ingrata, tutta matta ed empia
si farà contr’ a te; ma, poco appresso,
ella, non tu, n’avrà rossa la tempia. 66
Di sua bestialitate il suo processo
farà la prova; sì ch’a te fia bello
averti fatta parte per te stesso. 69 […]
[…] «Coscïenza fusca
o de la propria o de l’altrui vergogna
pur sentirà la tua parola brusca. 126
Ma nondimen, rimossa ogne menzogna,
tutta tua visïon fa manifesta;
e lascia pur grattar dov’ è la rogna. 129
Ché se la voce tua sarà molesta
nel primo gusto, vital nodrimento
lascerà poi, quando sarà digesta. 132
Questo tuo grido farà come vento,
che le più alte cime più percuote;
e ciò non fa d’onor poco argomento. 135
(ripeti le ultime due terzine)
Audio Lezioni su Dante e Divina Commedia del prof: Gaudio