L’acqua di sorgente
27 Gennaio 2019Big Bang
27 Gennaio 2019di Maria Paola Viale
La valle Armea è chiusa da una linea displuviale che, partendo dal Poggio di Sanremo, sale al monte Colma (m 648), arriva al passo di Ghimbegna (m 898, per culminare nel monte Alpicella (m 1.243) e scendere sul versante a Est, al confine con la valle Oxentina, verso Fascia di Ubaga (m 1.038), cime Furche (m 1.033), monte Merlo (m 1.014), monte Albareo (m 490) e Santa Maria (m 467), quest’ultimo alle spalle di Bussana Vecchia. La valle si apre tra Capo Verde e Arma, con una piana terminale dove sono concentrate le industrie della zona e molte serre per le coltivazioni protette. Le da il nome il torrente che l’attraversa, nasce nei pressi del passo di Ghimbegna e corre in linea ortogonale alla costa nel tratto terminale, piegando invece a Ovest nel tratto montano. E’ una valle breve, attraversata dalla strada provinciale che congiunge la costa con Baiardo, le alte valli Nervia e Argentina ed è percorribile fino alla linea di valico in poco più di mezz’ora di auto. Si entra nella vallata vera e propria a monte dell’abitato di Poggio, che ha di fronte Bussana Vecchia, distrutta dal terremoto del 1887. Dapprima la strada sale in un paesaggio abbastanza degradato dalle colture in serra e dal disordine edilizio; poi, dopo il ponte dell’autostrada, comincia ad innalzarsi tra fasce coltivate a vigneto in un paesaggio che cambia all’improvviso e si fa ricco e vario di segni lasciati dall’operosità umana. Sul versante opposto, agli uliveti si succedono i boschi di castagno e le macchie dei pini silvestri e poi ancora vigneti, fin quando, alle porte di Ceriana, attorno alla provinciale compaiono boschi di castagno. Ceriana, il principale centro storico della valle, è costruita a grappolo sullo sperone di monte che si incunea profondamente nella valle e quasi la chiude. Per chi arriva da Poggio di Sanremo il colpo d’occhio sull’interessante borgo è guastato da una periferia abbastanza squallida, ma, passata la galleria, il paese si mostra in tutta la sua originalità : un ventaglio di antiche case fittamente concentrate, i campanili emergenti, la porta della Pena sullo spigolo verso la valle, di fronte alle chiese di San Pietro e di Santa Caterina, splendido complesso monumentale attualmente in restauro.
Oltre Ceriana la strada prosegue a tornanti in mezzo a coltivazioni promiscue. Sui poggi bene esposti resiste l’ulivo, in contrasto con il verde dei castagneti e quello più severo dei pini silvestri. Si vedono case sparse, talvolta ristrutturate in spregio ai valori ambientali, costituiti da vecchi casolari, semplici cappelle campestri, fontane, appezzamenti di terreno coltivati a orto, fiori o vigneto. Si incontra e si lascia sulla sinistra il santuario della Madonna della Villa, in posizione panoramica sull’alto bacino del torrente Armea e verso la linea di valico cominciano a comparire ai lati della strada boschi di conifere frammiste a faggi. Siamo nella fascia montana, prossima a cime oltre i mille metri, ma nei fossi e nei prati continuano a vedersi piante del tutto marine, come il timo e il cisto, qui in copiosissima fioritura.
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