L’assassino che è in me

di Jim Thompson

Esercizi sul testo L’assassino che è in me” di Jim Thompson di Lorenzo Bortoluzzi 1°D

Domanda

1. I fatti. Attraverso il dialogo e le congetture investigative di Joe Rothman è possibile ricostruire i fatti, cioè la dinamica del duplice omicidio.
? Qual è l’ipotesi più probabile sostenuta da Rothman?
? Quali elementi sorreggono tale ipotesi?

Risposta

? Joe Rothman sostiene che Joyce Lakeland e Elmer Conway non possano essersi uccisi a vicenda, come invece afferma la polizia; infatti incolpa Lou Ford, il vicesceriffo, di aver commesso entrambi gli omicidi, ovvero lo accusa di duplice omicidio.
? L’ipotesi si spiega con una serie di curiosi e improbabili indizi che il sindacalista Rothman conserva in memoria e che, nel dialogo con Ford, utilizza per spiegare come la polizia si sbagli sul fatto che le due vittime si fossero uccise a vicenda. Infatti Joyce, che era stata ritrovata in fin di vita con la faccia sfondata e il collo rotto, non sarebbe mai riuscita a uccidere Elmer con una pistola, centrandolo ben sei volte come in questo caso. Siccome si sa per certo che la donna era stata picchiata prima che l’uomo fosse riempito di pallottole, l’unica spiegazione è che qualcun altro abbia ucciso Joyce Lakeland e Elmer Conway.

Domanda

2. L’atteggiamento del poliziotto. E’ interessante osservare la condizione psicologica e l’atteggiamento di Lou Ford, l«io narrante» della vicenda, che descrive l’episodio dal suo punto di vista. Quali elementi della personalità  del poliziotto mette in evidenza il testo?

Risposta

Lou Ford appare come un uomo normale ed equilibrato. All’interno della vicenda si rivela, oltre che sanguinario e violento, anche sicuro e attento ad ogni particolare, ad ogni mossa che commette e ad ogni parola che pronuncia. Durante la conversazione con Joe Rothman si nota particolarmente questa sua caratteristica poiché lui non deve e non può far trapelare nessun segno di insicurezza o di paura, se non vuole essere scoperto.