Finley
27 Gennaio 2019Appunti
27 Gennaio 2019La città ideale
Ricerca di geografia di Favale Silvia, Frasca Altea, Sorteni Gianluca e Bortoluzzi Lorenzo
INTRODUZIONE
Palmanova si trova in una posizione centrale nella regione Friuli-Venezia Giulia.
La sua posizione centrale non passò inosservata alla Serenissima Repubblica di Venezia contro le incursioni dei Turchi e per arginare le mire espansionistiche territoriali degli Arciducali.
La sua progettazione e quindi la sua forma di stella a nove punte fu determinata da motivi di ordine militare e attentamente studiata dai migliori ingegneri e architetti. La città è dotata di tre cerchie di fortificazioni, delle quali l’ultima fu portata a termine nel periodo napoleonico. Dal 1815 al 1866 la città fu dominio austriaco, poi passò all’Italia assieme al Veneto e al Friuli occidentale. Nel 1960 Palmanova è stata proclamata “Monumento Nazionale”.
Le tre porte monumentali che permettono l’accesso alla città (Porta Udine, Porta Cividale, Porta Aquileia)
Piazza Grande, spazio perfettamente esagonale nel centro del quale si erge un basamento in pietra d’Istria, dal quale s’innalza l’alto stendardo, da tempo immemorabile testimone delle vicende storiche della fortezza e simbolo della fortezza stessa. Su di essa si affacciano tutti i principali edifici. Ad esempio, il Duomo di Palmanova (1615-1636), che si affaccia sulla Piazza Grande e rappresenta il miglior esempio di architettura veneziana in Friuli.
STRUTTURA..
LE PORTE..
L’accesso alla Città di Palmanova è possibile attraverso le tre Porte Monumentali attribuite all’architetto Vincenzo Scamozzi, non per una precisa documentazione ritrovata che comprovi la paternità del grande architetto civile vicentino, ma per il ruolo che egli ebbe a servizio di Venezia. Le Porte sono gli unici edifici visibili dall’esterno della Fortezza e conservano ancora in parte le caratteristiche architettoniche originarie. La loro facciata esterna, di fattura piuttosto accurata, contrasta con il rigore e la semplicità delle forme presenti all’interno che esaltano, invece, una funzionalità piuttosto militare. Esse presentano una struttura comune: al piano terra una corte quadrata centrale attraversata dalla via di accesso; due porticati a triple arcate, ciascuno dotato di nicchie con camino; alcuni accessi ai locali del corpo di guardia e a quelli riservati ai gabellieri. Due pesanti rastelli in ferro (ora collocati in piazza sotto la Loggia) e quattro battenti in larice con borchie metalliche rendevano l’ingresso in Città ancor più sicuro. Sotto il profilo architettonico le tre facciate esterne sono stilisticamente diverse.
La struttura della fortezza (prima cerchia)
L’unicità della fortezza di Palmanova sta nel fatto di poter mostrare concretamente al visitatore le innovazioni che nei secoli la scienza delle fortificazioni andava immaginando.
Se nel tardo Cinquecento l’uso dell’artiglieria richiedeva ampi, bassi e possenti terrapieni per proteggere una città , qui Venezia li realizzò. Gli architetti diedero a queste mura la forma di baluardi a punta di freccia e li collegò con le cortine. Ne uscì un ennagono ai cui vertici sporgevano i baluardi affinché potessero essere difesa uno dell’altro.
Tutto il circuito fu ulteriormente protetto da un largo fossato e per entrare in città tre ingressi furono situati al centro di altrettante cortine.
(seconda cerchia)
Alla metà del Seicento la Serenissima giudicò giunto il momento di rafforzare ancor più la piazzaforte elevando altri nove bastioni (rivellini) al di là del fossato in corrispondenza del lato rettilineo della cerchia che racchiudeva l’abitato.
I primi rivellini ad essere costruiti furono quelli di fronte le porte d’accesso, da sempre il punto più debole di qualsiasi fortezza.
(terza cerchia)
Nel 1806, infine, Napoleone Bonaparte decise di ammodernare la macchina da guerra Palmanova e l’impronta più visibile furono le nove lunette, cioè dei baluardi, cinti da un fossato a secco, che si spingevano ancora di più verso la campagna e avrebbero potuto tenere più lontane batterie dell’artiglieria nemica, evitando distruzioni alla città e agli edifici militari.
IL DUOMO DI PALMANOVA
Il Duomo Dogale fu iniziato nei primi anni del Seicento e terminato prima della metà del medesimo secolo.
E’ costituito da un’unica ampia aula coperta dalle splendide capriate in travi di rovere.
Nessun ostacolo di colonne impedisce all’occhio di ammirare le tre cappelle del coro, i quattro altari laterali, l’organo con cantoria e il bel pulpito sospeso.
Di particolare pregio sono la piccola madonna lignea attribuita a Domenico da Tolmezzo e la secentesca Pala delle Milizie di Alessandro Varotari, detto il Padovanino.
All’interno della Sagrestia si possono vedere i ritratti di alcuni del Provveditori Generali.
EDIFICI MILITARI
Partendo da Porta Udine, dove si può ancora vedere nella sua naturale sede la grande ruota che serviva al sollevamento del ponte levatoio, si gira a destra alla prima trasversale e s´imbocca la Strada delle Milizie.
Questa correva circolarmente a ridosso delle mura e permetteva copertura e rapido movimento delle truppe e dei materiali. Sulla strada si affacciamo i Quartieri Militari ed edifici per uso dell´artiglieria posizionata sulle fortificazioni.
LARCHITETTURA CIVILE
Sulla piazza, segnata dal piccolo fossato della Roggia, si affacciano i principali edifici, che nell’idea degli antichi architetti dovevano rappresentare la mente della città .