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17 Settembre 2013L’adolescenza è il momento nel quale si assiste a delle trasformazioni del proprio corpo: da forme infantili si passa a forme più adulte. Spesso però questi cambiamenti sono difficili da accettare perché non corrispondono all’immagine che si ha di sé. Ciò può portare ad alcuni disturbi comportamentali legati all’alimentazione: L’ANORESSIA E LA BULIMIA
L’anoressia
La mancata accettazione del proprio corpo porta la persona ad essere più insicura. Proprio per questo si comincia a desiderare di assomigliare a qualcun altro. Può succedere che alcune ragazze di età compresa tra i 13 e i 20 anni dato che non si piacciono fisicamente, comincino a seguire diete ferree per perdere più peso nel minor tempo possibile e finiscano con il non toccare più cibo.
Tale comportamento è definito anoressia nervosa e consiste nel rifiuto del proprio corpo, della propria condizione fisica generale e nell’ostinato rifiuto a mangiare qualsiasi cosa. Si tratta di una malattia psicologica che colpisce moltissime donne ed adolescenti ma recentemente sono cresciuti i casi anche tra i ragazzi e addirittura fra i bambini
Bisogna però distinguere un vero e proprio caso di anoressia che va curato da specialisti e casi di “pseudoanoressia” ovvero quando una persona mangia di nascosto ma dice in pubblico di non aver toccato cibo.
L’anoressia se non curata può portare alla morte. La persona anoressica non si rende conto dell’eccessiva magrezza e quindi non se ne preoccupa minimamente. Sta perciò ai genitori, agli insegnanti o agli amici accorgersene, prima che la patologia peggiori, che si tratta di un problema serio e non di una semplice `crisi adolescenziale’.
La bulimia
Può invece succedere che una persona abbia un desiderio irrefrenabile di ingurgitare un qualsiasi alimento a tutte le ore del giorno e della notte; ma anche dopo averne mangiato una quantità di gran lunga maggiore di quanto l’organismo richiederebbe continui a sentire il bisogno di cibo. Capita spesso che la persona ponga fine a tale bisogno inducendo una crisi di vomito al fine di non ingrassare e/o per allontanare i sensi di colpa. Chi si trova in questa situazione è consapevole della propria cattiva abitudine alimentare tanto che, nel tentativo di perdere peso, ricorre a diete severe; usa lassativi al fine di liberarsi da tutto ciò che ha mangiato e ricorre anche a un’ eccessiva attività fisica per cercare di bruciare calorie. Questo disturbo è l’opposto dell’anoressia ed è chiamato bulimia.
Anche se la persona in questa situazione si mostra più collaborativa e accetta di farsi aiutare, il percorso di guarigione è altrettanto difficile.
CONCLUSIONE
Per entrambi i disturbi il contesto sociale gioca un ruolo decisivo specialmente nell’insorgere dell’anoressia (molto diffusa nei paesi occidentali ma anche in Australia, Sud Africa, Giappone e Nuova Zelanda); certi modelli di bellezza che i mass media diffondono fra i giovani, provocano profondi complessi
E’ importante far conoscere nelle scuole il problema e parlarne in famiglia. Ci sono numerose strutture sanitarie impegnate a gestire anoressia e bulimia e a prevenirle. Fortunatamente oggi queste malattie non sono più messe in secondo piano e vengono trattate con maggiore attenzione.
Anche in questo caso però l’amore e l’affetto degli amici e dei famigliari, la loro sensibilità e la loro attenzione possono fare la differenza: una persona cade meno facilmente in questi profondi baratri se ha vicino a sé delle persone pronte a sostenerla.