In principio era Dylan
27 Gennaio 2019Alda Merini
27 Gennaio 2019Relazione i narrativa sul libro “La scomparsa di Majorana” di Leonardo Sciascia, di RAIMONDI DAVIDE 2F
Titolo: La scomparsa di Majorana
Autore: Leonardo Sciascia nasce a Recalmuto, nell’entroterra agrigentino, l’8 gennaio 1921, primo di tre fratelli. La madre viene da una famiglia di artigiani, il padre è impiegato in una delle miniere di zolfo della zona. Sciascia trascorre con il nonno e le zie la maggior parte dell’infanzia e il loro ricordo ricorrerà spesso nelle numerose interviste successivamente rilasciate dall’autore, nelle quali spiegherà anche il profondo legame con la Sicilia delle zolfare, a cui lo avvicinano il nonno e il padre. A sei anni Sciascia inizia la scuola. Da subito affiora la sua forte passione per la storia, unita all’amore per la scrittura e gli strumenti dello scrivere. Nel 1935 l’autore si trasferisce a Caltanissetta con la famiglia e si iscrive all’Istituto Magistrale IX Maggio, nel quale insegna Vitaliano Brancati. Lo scrittore diventerà per Sciascia un modello. Per due volte rimandato alla visita di leva, la terza è considerato idoneo al servizio militare ed è assegnato ai servizi sedentari, anche se non viene richiamato alle armi. Nel 1941 supera l’esame per diventare maestro elementare. Nello stesso anno lo scrittore è assunto all’ammasso del grano di Racalmuto dove resterà fino al 1948: un’esperienza che gli permette di conoscere il mondo contadino siciliano. Nel 1944 sposa Maria Andronico, maestra nella scuola primaria di Racalmuto. Da lei Sciascia avrà le sue due figlie, Laura e Anna Maria. Pochi anni dopo, nel 1948, il suicidio del fratello Giuseppe lascia un segno profondo nell’animo dell’autore. Nel 1949 inizia ad insegnare nella scuola primaria nel suo paese. E’ del 1952 la pubblicazione del «primo lemma di Leonardo Sciascia». Nell’anno scolastico ’57-58 viene distaccato a Roma, al ministero della pubblica istruzione. Al suo ritorno si ristabilisce con la famiglia a Caltanissetta, ma interrompe l’attività di insegnamento per lavorare in un ufficio del Patrona to scolastico. Nel 1956 esce il primo libro di rilievo Le parrocchie di Ragalpetra, Del 1961 è invece il giorno della civetta, il romanzo sulla mafia che porterà a Sciascia la maggior parte della sua celebrità: e proprio l’impegno civile e la denuncia sociale dei mali di Sicilia saranno uno dei tratti più pertinenti per la definizione della fisionomia dello scrittore e intellettuale Leonardo Sciascia. Gli anni Sessanta vedranno nascere alcuni dei romanzi più sentiti dallo stesso autore, dedicati proprio alle ricerche storiche sulla cultura siciliana: A ciascuno il suo (1966) un libro bene accolto dagli intellettuali e da cui Elio Petri ha tratto un film nel 1967. Alle elezioni comunali di Palermo nel giugno 75 lo scrittore è candidato come indipendente nelle liste del partito comunista: eletto con un forte numero di preferenze Sciascia si dimette da consigliere già all’inizio del 1977. In questi anni aumenta la frequenza dei suoi viaggi a Parigi e si intensificano i contatti con la cultura francese, da lui sempre tenuta come essenziale punto di riferimento. Gli ultimi anni di vita dello scrittore sono segnati dalla malattia che lo costringe a frequenti trasferimenti a Milano per curarsi. Sia pure a fatica prosegue la sua attività di scrittore, mentre i continui attacchi di una sinistra opportunista e ideologizzata lo impegnano in sempre più taglienti e ironiche reazioni. Carichi di dolenti inflessioni autobiografiche sono i brevi racconti gialli Porte aperte (1987), Il cavaliere e la morte (1988) e Una storia semplice (in libreria il giorno stesso della sua morte), in cui si scorgono tracce di una ricerca narrativa all’altezza della difficile e confusa situazione italiana di quegli anni. Pochi mesi prima di morire pubblica Alfabeto pirandelliano. Opera nella quale si ritrovano le principali tematiche della produzione sciasciana, dalla “sicilitudine” a quell’impegno civile che lo aveva caratterizzato lungo tutta la sua vita intellettuale, di cui rimane una testimonianza anche nelle numerose interviste rilasciate durante tre decenni della storia nazionale italiana. Sciascia muore a Palermo il 20 novembre 1989, salutato da numerose parole di stima. Il suo corpo riposa all’ingresso del cimitero di Racalmuto.
Riassunto: Nel marzo del 1938 Ettore Majorana si imbarca sul postale Napoli-Palermo, dopo aver espresso in due lettere il proposito di uccidersi. A 32 anni è il fisico più geniale della generazione di Fermi, con cui ha studiato. I maggiori scienziati dell’epoca ne ammirano le straordinarie qualità speculative. Solitario, scontroso, riservato, il giovane Majorana ha le doti per arrivare a risolvere i problemi connessi all’invenzione dell’atomica. Poi, l’improvvisa scomparsa. I familiari pensano ad una fuga dettata dalla follia, ma a nulla servono le ricerche dei servizi segreti, spronati dallo stesso Mussolini: il corpo non verrà ritrovato. Majorana si è davvero ucciso? E’ stato rapito? O forse, di fronte alle sconcertanti prospettive aperte dalla scoperta dell’atomica nell’Europa di Hitler e Mussolini, ha preferito scomparire? Che cosa si nasconde dietro il mistero Majorana?
Spazio-Tempo: le vicende si svolgono in Italia nel 1938
Stile: l’autore pone al lettore molte incognite proprio per aumentare la curiosità del lettore per convincerlo a continuare a leggere.
Narratore: il narratore è interno alla vicenda e ne sa quanto i personaggi.
Commento: il libro non mi è piaciuto tanto anche perché è abbastanza difficile da capire ed interpretare, alla mia età preferisco altri tipi di libri
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