UNA TESTIMONIANZA DA AUSCHWITZ
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11 febbraio 2010 – E bello vivere liberi! di Marta Cuscunà – Teatro Kismet – Bari
E bello vivere liberi! di Marta Cuscunà
ispirato dalla biografia di Ondina Peteani
giovedì 11 febbraio h 21.00
E ispirato alla biografia di Ondina Peteani, prima staffetta partigiana d’Italia e deportata ad Auschwitz n° 81672, lo spettacolo E bello vivere liberi! che il Teatro Kismet OperA di Bari ospita giovedì 11 febbraio alle 21.00 (info 080.579.76.67).
Vincitore del Premio Scenario per Ustica 2009, il lavoro della Cuscunà si presenta come un progetto di teatro civile per unattrice, 5 burattini e un pupazzo”.
Lo spettacolo si ispira alla biografia di Ondina Peteani che, a soli 17 anni, si accende di un irrefrenabile bisogno di libertà e si scopre incapace di restare a guardare, cosciente e determinata ad agire per cambiare il proprio Paese.
Ondina partecipa alla lotta antifascista nella Venezia Giulia, dove la Resistenza inizia prima che nel resto d’Italia grazie alla collaborazione con i gruppi partigiani sloveni nati già nel 1941 per opporsi all’occupazione fascista dei territori Jugoslavi.
Il suo percorso inizia con le riunioni clandestine della scuola di comunismo dove, con straordinario anticipo, fioriscono anche i valori di emancipazione femminile e di parità tra uomo e donna. A 18 anni, Ondina diventa staffetta partigiana e comincia ad affrontare le missioni più impensabili, perfino entrando a far parte di un commando speciale per l’eliminazione di un famigerato traditore: Blechi. Ondina partecipa anche alla formazione della Brigata Proletaria, quando più di 1500 operai, tutti insieme e ancora in tuta da lavoro, si avviano verso il Carso, per unirsi alle formazioni partigiane.
La sua vicenda però, è stravolta bruscamente nel ’43 quando, appena diciannovenne, viene sprofondata nell’incubo della deportazione nazista. Ma è proprio in questo drammatico momento che Ondina ritrova con ostinata consapevolezza l’unica risposta possibile: Resistenza! Perché è bello vivere liberi!
E bello vivere liberi! Restituisce il sapore di una resistenza vissuta al di fuori di ogni celebrazione o irrigidimento retorico. Resistenza personale, segnata dai tempi impetuosi di una giovinezza che è sfida, scelta e messa in gioco personale.