27 Gennaio 2014 Giorno della Memoria
27 Gennaio 2019Archivio 2015 su Ondina Peteani
27 Gennaio 2019di Marco Barone e Gianni Peteani
fonte: http://xcolpevolex.blogspot.it/2014/03/hanno-fatto-pezzi-l’orso-yoghi.html
E’ primavera. Anche se a dire il vero è iniziata, questa meravigliosa stagione, con qualche settimana di anticipo. La natura si risveglia, gli uccellini cantano, i fiori donano qualche colore di vita e speranza ad un mondo sempre più cupo e grigio ed intossicato da cattiveria. Ma primavera significa anche sospensione della caccia, nei confronti di alcune specie animali, come il capriolo, che potrà dedicarsi alla stagione dell’amore se sopravvissuto ai colpi secchi e funesti dei fucili da caccia. Ma non tutti gli animali hanno avuto questa fortuna. Non tutti gli animali potranno giocare ed amoreggiare per le distese verdi o selvagge, non tutti gli animali potranno vivere liberi. Già, vivere liberi. Ondina Peteani, che ha lottato per la libertà, dopo i traumi della deportazione e le battaglie per la liberazione neanche i canarini voleva più vedere chiusi ed imprigionati nelle gabbie. Quelle gabbie che l’uomo continua a diffondere, ovunque. Quelle gabbie che non conoscono sentimento di umanità. Ricevi una telefonata, è il figlio di Ondina Peteani, Gianni, e ti dice, “ti ho inviato una lettera, andrò a Certaldo, dove in occasione del ricordo dell’eccidio di Montemaggio, si parlerà di Ondina”. Certaldo, la Casa del Boccaccio . Quel Boccaccio che nel suo poema in terzine, Caccia di Diana,scriveva mi ritrovai di quel mantel coperto che gli altri usciti dello ardente agone; e vidimi alla bella donna offerto, e di cervio mutato in creatura umana e razionale esser per certo”. Animale trasformato in essere umano. Poema che ti riporta alla mente anche il “cuore di cane” di Michail Bulgakov ,scritto nel 1925, sequestrato dalla polizia segreta sovietica, venne ritrovato negli archivi del KGB dopo la morte dell’autore e pubblicato successivamente,ove ben emerge l’eccesso della scienza nel momento in cui questa va oltre l’Utile ed il Naturale, così come accade oggi. Esistono dei limiti, la società del progresso regresso, pur correndo verso le più alte tecnologie vive una involuzione per quanto concerne il rispetto della dignità e dei diritti universali. Uomini e donne trattati ancora oggi, in diverse parti del mondo, come schiavi del nuovo millennio, animali brutalmente uccisi, o trattati come oggetto utile al diletto della perfidia disumana. Ed allora, ritornando alla telefonata di Gianni, ed alla sua lettera, che ora pubblico integralmente, ci confrontiamo sul perché ancora oggi si uccidono gli animali, si caccia, sul perché ancora oggi mille e più brutalità e conveniamo che il titolo da conferire alla sua lettera è Hanno fatto a pezzi l’Orso Yoghi . Un titolo forte, cruento, come quella realtà che lui ben rappresenta e descrive nella sua lettera aperta.
Marco Barone
Gianni Peteani
“Apprendo che uno stimato, colto e apparentemente illuminato costruttore a capo di un rilevante gruppo industriale internazionalmente affermato, per sua propria passione è recentemente rientrato raggiante da una battuta di caccia all’orso in un paese dell’est europeo, al prezzo di diecimila euro di licenza per abbattere un plantigrado recentemente risvegliatosi dal letargo. Gli ha mozzato zampe e testa per cena e trofeo. Mi chiedo: chissà quale espressione assumerà il coraggioso cacciatore (al seguito dei pagati battitori) quando la prossima volta Cindy, al fianco di Bubu orfano di padre, gli stamperà il pentagramma della sua vedovanza con una carezza in piena fronte, in stile Bastardi senza gloria”(Brad Pitt nel ruolo del Tenente Aldo Raine )?
La crudeltà gratuita è ignominia dei pezzenti quanto dei ricchi. Il male verso qualsiasi essere vivente è malvagio, degenere e ignorante.
L’uomo contemporaneo non può più sottrarsi al verbo di San Francesco d’Assisi che nel 1200 pose le basi di una consapevolezza universale che ci rende eticamente consimili a ogni creatura vivente.
La normativa occidentale persegue chi si adoperi in maltrattamenti e abusi agli animali e parallelamente continua tutelare e definire sport l’assassinio venatorio e la caccia a disparate specie animali. In pratica l’egual politica avversa a tabagismo che contemporaneamente istituzionalizza il monopolio.
Per non infrangere la sensibilità e l’ipocrisia dei sistemi educazionali internazionali che hanno cresciuto ogni generazione nella trasformazione antropomorfica di topi, paperi, lupi, orsi, mucche, gatti e cani umanizzati a nostra immagine e somiglianza, la più grande invenzione dai tempi dell’Homo Sapiens è Il Muro. Una separazione con cui celare tutto quanto si continua a perpetrare fingendo di non farlo. La zootecnia industriale, la filiera disinvoltamente sadica degli allevamenti intensivi convive serenamente con la tenerezza di una Società che si strugge incondizionatamente per il Bamby di celluloide cibandosi di quello vero. E la mattanza continua. In milioni di Auschwitz, Lager, fabbriche di morte disseminati in tutto il globo, omologhi nell’impietosa regia, dove le vittime non sono vite ma cose, pezzi, numeri che alimentano profitto. In un inferno artificiale, artificialmente illuminato, che ha dilatato veglia e contratto sonno generando iper produzione di uova, polli e galline a cui ai giovani si trancia il becco. I suini crescono serrati in micro celle d’acciaio da dove sono fatti uscire violentemente soltanto nel traslo verso il macello. Non vengono uccisi ma soltanto storditi con scarica elettrica. La rapida sequenza continua con la morsa di una catena a laccio a una delle zampe posteriori con la quale l’animale viene issato a tre metri altezza. La lacerazione dell’arto che viene sbranato dal suo peso lo risveglia terrorizzandolo dal dolore del ferro nella carne con ossa, membra e nervi mozzati nella trazione provocandone lo scalcio compulsivo della coscia rimasta libera: è questo che l’affinata tecnica della macellazione pretende per squartarne la giugulare nel momento di massimo terrore che a somma della costrizione di trecento chilogrammi a gravare sulla testa all’ingiù moltiplicano la pressione sanguigna che dal taglio dell’addetto fa schizzare un’onda di sangue in commistione a grugniti disperati sussulti, spasmodiche convulsioni e contrazioni nel tentativo di fuggire, liberarsi e salvarsi. Così non sarà. Dopo un minuto la massa morente viene scaraventata in una vasca con acqua in ebollizione dove talvolta non giunge cadavere.
Oggi è il primo giorno di primavera e tra meno di un mese la liturgia dello sterminio dei cuccioli di pecora replicherà il suo rito, sempre in strutture di libera tortura, dove vittime saranno i bambini di esseri indifesi per antonomasia che contiamo quando insonni le facciamo saltare oltre la staccionata domandandoci … come mai non riusciamo a dormire tranquilli? Se ancora, incuranti, indifferenti, ulteriormente colpevoli, gratuitamente cattivi, intendete replicare sadismi e brutalità perpetuandovi nel male a qualsiasi animale, meditate sul latitare della vostra morale con l’aperta minaccia con cui tuona Primo Levi in Se questo è un Uomo”: “Vi si sfaccia la casa,la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi”.