27 Gennaio 2015
27 Gennaio 201931 maggio, Ondina Peteani: da Trieste ad Auschwitz
27 Gennaio 2019Tavola Rotonda a Roma il 7 maggio 2015 sulla prima staffetta partigiana d’Italia: “è bello vivere liberi”
Roma 6 Maggio, 2015
Ondina Peteani prima staffetta partigiana d’Italia, deportata ad Auschwitz 81672″ è il tema della tavola rotonda che si terrà domani a Roma (via Labicana 15/a) organizzata dall’Associazione nazionale reduci dalla prigionia (Anrp) in collaborazione con la Biblioteca di Storia moderna e contemporanea. Interverranno: Georges de Canino, Anna Di Gianantonio, Simona Lunadei, Franca Pisani. Coordinerà: Lauro Rossi. Sarà presente il figlio di Ondina, Gianni Peteani.
«E’ bello vivere liberi». Sono queste le ultime parole di Ondina Peteani, prima staffetta partigiana d’Italia, deportata ad Auschwitz n. 81672, morta a Trieste il 3 gennaio 2003. E’ l’epitaffio di una vita passata dalla parte dei giusti. Ha solo quattordici anni quando viene mandata a lavorare in un cantiere a Monfalcone: per la ragazzina l’incontro con compagni più grandi è l’inizio della formazione politica e quasi subito l’impegno nelle file della Resistenza. Il pericolo e la passione civile, l’entusiasmo della giovinezza e la forza delle idee: questa è la vita di Ondina nei territori orientali dove la repressione tedesca si fa molto dura dopo l’8 settembre. Nel 1944 viene arrestata e deportata nel Lager di Auschwitz: un’esperienza che la segnerà per sempre. Nel suo racconto non fa sconti, non c’è retorica nelle sue parole, ma solo la cruda, tragica realtà della ferocia umana. Ha guardato nel baratro e il ricordo la tormenterà per sempre, indelebile come il numero tatuato sul suo braccio. Nel dopoguerra, nonostante le ferite del corpo e dell’anima lasciate dal Lager, continua il suo impegno civile e politico. La sua è la storia emblematica di una generazione di donne che la guerra, paradossalmente, ha reso libere, ma che per quella libertà hanno pagato un prezzo elevatissimo.