Trento
27 Gennaio 2019Non recidere, forbice, quel volto
27 Gennaio 2019Situata nella Bassa Pianura Padana, nella parte interna di un’ansa del Mincio, è circondata dall’acqua su tre lati
Dal luglio 2008 Mantova, la città d’arte lombarda, con Sabbioneta, entrambe accomunate dall’eredità lasciata loro dai Gonzaga che ne hanno fatto due tra i principali centri del Rinascimento italiano ed europeo, è stata inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO
La città di Mantova
Situata nella Bassa Pianura Padana, nella parte interna di un’ansa del Mincio, è circondata dall’acqua su tre lati
Dal luglio 2008 Mantova, la città d’arte lombarda, con Sabbioneta, entrambe accomunate dall’eredità lasciata loro dai Gonzaga che ne hanno fatto due tra i principali centri del Rinascimento italiano ed europeo, è stata inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Nel 2016, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha insignito Mantova del titolo di capitale italiana della cultura. Mantova è l’unica città, intesa come museo urbano diffuso, presente sulla piattaforma Google Arts & Culture, con più di 1.000 opere digitalizzate, 40 mostre virtuali allestite in 8 differenti musei virtuali. Inoltre, secondo quanto riportato nel rapporto di Legambiente “Ecosistema Urbano 2017”, la città si è classificata al primo posto nella classifica delle migliori città italiane per qualità dell’ambiente e della vita.
PIAZZA SORDELLO
E’ uno spazio di dimensioni
eccezionali (150x60m), solenne e suggestivo su cui si affacciano alcuni tra i principali edifici
monumentali della città: Palazzo Ducale, Duomo, Domus Nova, Corte Nuova, Castello S. Giorgio.
PALAZZO DUCALE
Si estende su una superficie di tre ettari e mezzo e comprende oltre cinquecento locali e quindici spazi interni scoperti, costituendo forse il più vasto e splendido episodio edilizio dell’Italia delle Signorie.
LA PIANTA
E’ un complesso articolato di edifici, chiese, piazze interne, giardini e raccordi porticati.
Il palazzo è formato da 500 sale e ha un’area complessiva di 34000 metri quadrati. Inoltre, al suo interno ci sono 7 cortili e 8 giardini di cui uno pensile.
I Gonzaga uscivano raramente dal palazzo poiché le stanze erano unite da corridoi e gallerie e nella struttura del palazzo vi era anche una chiesa (Basilica di Santa Barbara).
Siamo entrati nel palazzo attraverso lo “scalone delle duchesse”. Esso non era l’entrata principale e i suoi gradini erano bassi per permettere ai nobili di entrare a cavallo.
Ogni nobile appartenente alla famiglia Gonzaga possedeva un appartamento personale, e lo poteva adornare con opere d’arte commissionate agli artisti che più gli interessavano.
PALAZZO DEL CAPITANO
La parte del complesso che prospetta su Piazza Sordello è quella più antica. E’ costituita da due palazzi porticati eretti dai Bonacolsi tra il XIII e il XIV secolo. Nella prima sala è esposta la celebra pala di Domenico Morone: “La cacciata dei Bonacolsi da parte dei Gonzaga”.
DOMUS NOVA
Questo complesso nasce dal nucleo medioevale del Palazzo Ducale. Immensi saloni ospitano innumerevoli opere. La più famosa è “La pala della S.S. Trinità” del Rubens.
CASTELLO SAN GIORGIO
La fortificazione è parte integrante del Palazzo ducale e all’interno di una torre si può visitare la famosissima Camera degli Sposi.
CAMERA DEGLI SPOSI
Nella torre d nord-est vi è uno dei più grandi capolavori pittorici di ogni tempo. La camera è di dimensioni contenute ma Andrea Mantegna ha trasformato il piccolo ambiente in uno squisito padiglione rinascimentale.
DUOMO DI S. PIETRO
Nessun uomo è in se stesso un’isola. Ogni uomo è un pezzo del continente, un pezzo della terra. Se il mare si porta via una zolla di terra, l’Europa ne è diminuita, come fosse sparito un promontorio, la casa assolata di un amico, o la tua stessa. La morte di ogni uomo mi diminuisce perché io sono parte dell’umanità. Per questo, non chiedere mai per chi suona la campana.
Essa suona per te”.
John Donne
PIAZZA BROLETTO
Piccola e suggestiva, ospita la celebre raffigurazione di Virgilio in cattedra
PIAZZA ERBE
Il nome della piazza deriva dal fatto che sia attualmente che nel Medio Evo , in questa piazza venivano
vendute frutta e verdura.
E’ un bello spazio urbano circondato da monumenti di vari periodi: Palazzo del Podestà, Palazzo della Ragione con la Torre dell’orologio e la Rotonda di San
Lorenzo.
PALAZZO DELLA RAGIONE
Era la sede della Suprema Corte di Giustizia. Tutte le funzioni venivano esercitate in un grande salone al primo piano dove si possono ancora ammirare affreschi risalenti all’epoca medievale.
LA TORRE DELL’OROLOGIO
L’orologio fu costruito nel 1473 dal matematico e astronomo Bartolomeo Manfredi su progetto di Luca Fancelli. Il meccanismo segna i mesi, la posizione delle stelle e le ore.
La ROTONDA DI SAN LORENZO è la chiesa più antica della città. Prima di essere una chiesa cristiana probabilmente era un tempio romano.
ROTONDA DI SAN LORENZO
È la chiesa più antica della città. A pianta centrale
rotonda, è posta ad un livello più basso di Piazza delle Erbe. Solo dall’inizio del XX secolo la rotonda di San Lorenzo è stata restaurata e riconsegnata alla sua
destinazione religiosa originaria.
Edificata nel 1083 per volere di Matilde di Canossa
Situata in Piazza delle Erbe, è 150 cm più bassa di essa
LA CHIESA CHIUSA AL CULTO
La Rotonda nel 1579 fu chiusa al culto per ordine di Guglielmo Gonzaga
IL RESTAURO E LA RIAPERTURA
Essa fu utilizzata , prima come magazzino e poi come cortile circolare
Nel 1911 fu fatta restaurare per volere dei cittadini di Mantova e riaperta al culto
BASILICA DI S. ANDREA
Secondo la leggenda la basilica sorge nel luogo in cui furono ritrovati (804 d.c.) i Sacri Vasi, reliquia religiosa ancor oggi ivi custodita contenente il sangue di Cristo portato a Mantova dal centurione romano Longino.
In una delle cappelle è conservato il monumento funebre di Andrea Mantegna, sovrastato dall’effigie in bronzo del pittore della corte dei Gonzaga.
Alla morte di Longino si perse la memoria fino a quando… 804 d.C. Sant’Andrea apparve in sogno ad un mantovano e gli rivelò dov’era nascosta la cassetta che per questo venne ritrovata. 924 d.C. La popolazione di Mantova, minacciata dall’invasione degli Ungari, nascose nuovamente la reliquia. 1048 d.C. Un’altra apparizione di Sant’Andrea svelò dov’era il contenitore con il sangue di Cristo.
1053 d.C. Papa Leone IX volle portare a Roma la reliquia, ma i mantovani insorsero e gli concessero solo una piccola parte della sacra terra (oggi a Roma in San Giovanni in Laterano). Anche l’imperatore Enrico III ne ricevette una parte (oggi nel monastero benedettino dalla città tedesca di Weingarten). 1528 d.C. Federico II Gonzaga incaricò l’orafo Benvenuto Cellini di fabbricare due meravigliosi vasi d’oro per le reliquie. 1598 d.C. Venne costruita una chiesa, sotto a quella di Sant’Andrea (CRIPTA) per custodire i Sacri Vasi. La cripta si trova al centro della basilica, sotto la maestosa cupola, si nota, infatti, in questo punto, il grande genuflessorio in marmo a forma di ottagono.
1848 d.C. Durante le battaglie austriache i preziosi vasi furono rubati; fortunatamente una parte del sangue era stata portata precedentemente nella chiesa di Santa Barbara. 1875 d.C. L’imperatore austriaco fece costruire dei nuovi vasi dall’orafo Giovanni Bellezza.
OGGI I vasi sono nella cripta e contengono la terra imbevuta del sangue di Gesù, che era in Santa Barbara. I Sacri Vasi vengono esposti all’adorazione dei fedeli il VENERDI’ SANTO e alla sera vengono portati in processione per le vie della città.
La basilica di sant’Andrea, opera di Leon Battista Alberti, è la chiesa più grande di Mantova e tra i più importanti monumenti del Rinascimento italiano. Essa sorge su un antico edificio religioso preromanico, costruito in occasione del ritrovamento della reliquia nel l’804. Con il secondo rinvenimento della reliquia nel 1049, il monastero benedettino fu ricostruito. Gli unici resti di quell’epoca attualmente visibili sono il campanile gotico e un lato del chiostro. La chiesa venne infine ristrutturata definitivamente a partire dal 1472, su progetto di Leon Battista Alberti, commissionato dal signore di Mantova, Ludovico III Gonzaga (e dal figlio Francesco, cardinale), che voleva farne un simbolo del proprio potere sulla città e del prestigio della casata.
I lavori, gli architetti della BASILICA DI S. ANDREA
Lo scopo della nuova costruzione era accogliere i pellegrini che giungevano durante la festa dell‘Ascensione per venerare una fiala contenente quello che si ritiene il sangue di Cristo, portato a Mantova, secondo la tradizione, dal centurione Longino. La reliquia, molto venerata a partire dal Medioevo ,ma soprattutto nel XV sec. , e portata in processione per le vie della città il Venerdì Santo, è oggi conservata proprio nei Sacri Vasi custoditi all’interno dell’altare situato nella cripta della basilica. I lavori iniziarono intorno al 1460, fino alla morte di Alberti. La costruzione proseguì a fasi alterne e rimase a lungo incompiuta . Il tecnico incaricato di seguire i lavori durante la prima fase costruttiva fu Luca Fancelli che disponeva di un modello ligneo fornito da Alberti . I lavori furono interrotti intorno al 1494 e ripresero solo nel 1530. La cupola fu aggiunta nel 1732 da Filippo Juvarra, che si ispirò a quella borrominiana della basilica di sant’Andrea delle fratte. L’imponente campanile gotico ospita 5 campane ottocentesche, delle quali la maggiore pesa 2555 kg
La struttura della BASILICA DI S. ANDREA
La facciata segue lo schema dell’arco trionfale romano a un solo fornice, ispirato all’arco di Traiano ad Ancona, sovrapposto al tema del tempio classico che forma una sorta di avancorpo avanzato. L’arco centrale è inquadrato da paraste e lesene corinzie che lanciano nel Rinascimento la moda definita dell’ordine gigante. La facciata è inscrivibile in un quadrato e tutte le misure della navata, sia in pianta che in alzato, si conformano ad un preciso modulo metrico. Un secondo arco sopra il timpano, e arretrato , definito “ombrellone”, è in realtà una volta a botte forse estranea al progetto di Alberti. Esso segna l’altezza della navata, enfatizza la solennità dell’arco di trionfo e il suo moto ascensionale l’illumina la navata, grazie ad un’apertura posta verso l’interno.
La pianta della BASILICA DI S. ANDREA
L’interno è a croce latina, con navata unica coperta a botte con lacunari, e con cappelle laterali a base rettangolare. Tre cappelle più piccole, ricavate nel setto murario dei pilastri, si alternano a quelle maggiori e la loro alternanza venne definita dall’Alberti come tipologia di “chiesa a pilastri”. L’impianto ad aula della chiesa fu dovuto probabilmente all’esigenza di un spazio ampio in cui la massa dei fedeli e dei pellegrini potessero assistere all’ostensione dell’importante reliquia.
L’interno della BASILICA DI S. ANDREA
La crociera tra navata e transetto è coperta da una cupola, su pilastri raccordati con quattro pennacchi, che si è dubitato facesse parte del progetto albertiano. Tuttavia i pilastri della crociera risultano eretti durante la prima fase costruttiva quattrocentesca.
Il prospetto interno della navata è dunque scandito da due ordini di cui quello minore sostiene gli archi posti all’ingresso delle cappelle laterali Questo motivo è chiamato travata ritmica, Alberti è il primo ad utilizzarlo e in seguito diventerà un elemento linguistico molto diffuso con gli architetti manieristi.
Alla fine del XVI secolo fu realizzata una cripta con un colonnato ottagonale, destinata ad accogliere la reliquia del “Preziosissimo sangue”, posta in un altare al centro, e le sepolture dei Gonzaga, che non vennero realizzate.
Dietro l’altare si trova una profonda abside che chiude lo spazio della navata.
Sacra Famiglia e Famiglia del Battista di Andrea Mantegna
Tra gli elementi di interesse della Chiesa vi è l’organo a canne, collocato nel presbiterio, costruito nel 1850 dalla Fabbrica Nazionale Privilegiata d’Organi Fratelli Serassi, di Bergamo. Numerosi i modelli antichi cui si ispirò Leon Battista Alberti, grandissimo studiose dell’arte classica: il Pantheon per il rapporto tra pronao ed il resto dell’edificio; la basilica di Massenzio per la grande volta della navata e quelle del transetto e degli atri d’ingresso; gli archi di trionfo. Tuttavia le fonti antiche non furono mai oggetto di semplice imitazione ma utilizzate in modo autonomo. Di grande pregio alcune tele all’interno della basilica, come la Sacra Famiglia e Famiglia del Battista di Andrea Mantegna sull’altare della prima cappella a sinistra, che ospita proprio la tomba del grande pittore, che dipinse i membri della famiglia Gonzaga.
Palazzo Te
Tra le molteplici residenze possedute dai Gonzaga, il Palazzo Te era ed è la più famosa. I visitatori che nel corso dei secoli ebbero modo di contemplarne le singolari soluzioni architettoniche e figurative , riportarono impressioni di attonito stupore, di ammirazione entusiasta, talora di
fastidio o di sottile irritazione, mai di indifferenza o di tedio.
INTERNO – CORTILE D’ONORE di Palazzo Te
L’ingresso principale è sul lato occidentale, da cui si gode una bella prospettiva sul Cortile d’Onore, la cui trabeazione è decorata col famoso motivo dei trìglifi cadenti.
INTERNO – SALA DEI CAVALLI di Palazzo Te
È una delle sale più grandi del palazzo.
Alle pareti sono dipinti i sei cavalli preferiti dal Duca intervallati da figure e divinità mitologiche, poste in false nicchie, colonne corinzie sopra le quali corre tutto intorno un fregio di rami, foglie e putti. Stupendo il soffitto a cassettoni in legno intagliato con rosoni dorati, nei riquadri e negli spazi
intermedi sono riprodotte le “imprese” del Duca: il Monte e la Salamandra.
INTERNO – SALA DI AMORE E PSICHE di Palazzo Te
La bellezza di questa sala è nella vivacità cromatica delle decorazioni, nella ricchezza inesauribile di motivi decorativi e pittorici,
nell’inquieta ricetta intellettuale di un accordo fra mondo classico e mondo cristiano, negli interessanti sfondi paesaggistici.
INTERNO – SALA DEI GIGANTI di Palazzo Te
Affrescata con le scene della disfatta dei giganti, che nella loro superbia avevano osato innalzarsi fino al cielo, la sala è congegnata per immergere lo spettatore nella dimensione di sogno, tremenda e fragorosa, della “Caduta”.
APPARTAMENTO DELLA GROTTA di Palazzo Te
E’ una piccola costruzione isolata e seminascosta, luogo appartato nell’ambito del Palazzo. L’interno è una vera e propria
ostentazione di materiali tra i più vari e preziosi. L’elaborazione spaziale accentua il carattere scenografico e vagamente misterioso di questo luogo remoto al mondo e agli uomini.
L’ESEDRA di Palazzo Te
Il giardino si chiude con una grande Esedra. Questa oggi delimita il complesso del palazzo, ma in origine fungeva da separazione tra il palazzo e lo spazioso parco circostante.