Testo descrittivo
27 Gennaio 2019Dipinti di Antonello da Messina
27 Gennaio 2019
sonetto, n. 104 del canzoniere di Petrarca
analisi del testo di Alissa Peron
testo
L’aspectata vertù, che ‘n voi fioriva
quando Amor cominciò darvi bataglia,
produce or frutto, che quel fiore aguaglia,
et che mia speme fa venire a riva.
Però mi dice il cor ch’io in carte scriva
cosa, onde ‘l vostro nome in pregio saglia,
ché ‘n nulla parte sí saldo s’intaglia
per far di marmo una persona viva.
Credete voi che Cesare o Marcello
o Paolo od Affrican fossin cotali
per incude già mai né per martello?
Pandolfo mio, quest’opere son frali
a ll lungo andar, ma ‘l nostro studio è quello
che fa per fama gli uomini immortali.
analisi
Compare nel Canzoniere anche il tema dell’amicizia, Petrarca evoca tanti degli amici poeti o politici (il sonetto 104 è dedicato a Pandolfo Malatesta, signore di Rimini e Pesaro che ha anche fama di letterato, pur essendo eminentemente uomo d’azione). Nel 1373 Petrarca inviò a Pandolfo copia del Canzoniere, il sonetto a lui dedicato contiene un tema tipico dell’umanesimo: non c’è altro modo per rendere immortale una persona che scrivere qualcosa al riguardo. Cesare, Paolo, Scipione Africano non sono diventati tali (immortali) per incudine e martello, cioè grazie alle statue di bronzo e di marmo; queste opere a lungo andare sono fragili, soltanto l’impegno che noi profondiamo nella poesia rende gli uomini immortali consacrando la loro fama. Nell’umanesimo le lettere prevalgono sulle arti, le arti come la scultura erano percepite in modo fabbrile; la civiltà umanistica sosteneva la prevalenza della parola e l’unica via eternatrice che riconosceva era la poesia. Il Cinquecento scoprirà grazie a personaggi come Tiziano che si può arrivare allo stesso scopo anche attraverso l’arte figurativa. Gli umanisti erano così richiesti a corte perché avevano lo strumento per rendere eterni i signori. I semi che danno questi frutti sono contenuti in questo componimento che riassume in modo chiaro la fiducia umanistica nella parola.