Testo descrittivo
27 Gennaio 2019Dipinti di Antonello da Messina
27 Gennaio 2019
sonetto, n. 18 del canzoniere di Petrarca
analisi del testo di Alissa Peron
testo
Quand’io son tutto vòlto in quella parte
ove ‘l bel viso di madonna luce,
et m’è rimasa nel pensier la luce
che m’arde et strugge dentro a parte a parte,
i’ che temo del cor che mi si parte,
et veggio presso il fin de la mia luce,
vommene in guisa d’orbo, senza luce,
che non sa ove si vada et pur si parte.
Cosí davanti ai colpi de la morte
fuggo: ma non sí ratto che ‘l desio
meco non venga come venir sòle.
Tacito vo, ché le parole morte
farian pianger la gente; et i’ desio
che le lagrime mie si spargan sole.
analisi
Il sonetto 18 è fatto tutto di rime equivoche ed ha una trama indecifrabile in prima battuta, Petrarca si sforza di superare i canoni della poesia stilnovistica. Questo sistema di parole rima rimanda alla struttura della sestina, e infatti al 22 abbiamo una sestina; il sonetto è come l’anticipazione della sestina che arriverà poco dopo. La sestina rimanda a Dante e Arnaut, l’eco di questo componimento 18 rimbalza fino al 22 e da lì si arriva a Dante e Arnaut, è esempio di arte allusiva. Il 22 è uno dei più carichi di erotismo, e lo stesso richiamo all’eros c’era in Dante nelle petrose e soprattutto in Arnaut. Il legame è anche di contenuto, il sonetto fa esplicito riferimento al desio, il desiderio di colei che è lontana che giunge ratto come è solito fare; questa esplicitazione del desiderio trova conferma nella sestina 22. Arnaut esprime nei suoi componimenti quella sensualità accennata nel sonetto ed esplicitata nella sestina. Le sestine del Canzoniere sono otto, una figura come sestina doppia o raddoppiata, anche Dante nelle Petrose adotta una volta una sestina doppia; in Petrarca la sestina doppia è il componimento 323 ed egli afferma che doppiando il suo dolore doppia lo stile, la struttura si piega ad una forma adeguata ad esprimere una tale sofferenza.