La vita di Alessio Tavecchio
27 Gennaio 20191984 – Nineteen Eighty-Four
27 Gennaio 2019– Un trapianto consiste nel trasferimento di cellule, tessuti o organi da un organismo ad un altro, o da una parte ad un’altra dello stesso organismo, allo scopo di compensare una deficienza o un difetto funzionale. In alcuni casi, quando viene effettuato un intervento limitato ad una parte di un organo, di solito un tessuto, è più corretto parlare di innesto e non di trapianto.
– Esistono diversi tipi di trapianto :
autotrapianto quando l’organo è prelevato e successivamente trapiantato allo stesso soggetto;
allotrapianto quando l’organo da trapiantare appartiene ad un altro individuo ma della stessa specie;
xenotrapianto quando l’organo da trapiantare appartiene a specie differente da quella che riceve l’organo.
1902: il chirurgo francese Alexis Carrel mette a punto una tecnica per congiungere due vasi sanguigni: attraverso questa ha eseguito con successo il primo trapianto di rene in un cane. Primo ostacolo: il problema del rigetto: l’organismo che riceveva l’organo rifiutava il nuovo organo o tessuto considerandolo un “corpo estraneo”.
1942: un professore inglese di zoologia, Peter Medawar, ha posto le basi della moderna immunologia dei trapianti e riuscì a dimostrare che l’incompatibilità che causava il rigetto era di origine genetica.
1954: l’équipe del prof. Murray riuscì ad eseguire il primo trapianto di rene tra due gemelli identici, proprio partendo dagli studi del dottor Medewar e nel 1960, a Parigi, è stato eseguito il primo trapianto di rene da donatore non imparentato.
1963: primo trapianto di fegato e di polmone (rispettivamente prof. Staris e Hardy).
1966: primo trapianto di pancreas (prof. Kelly e Lillehei).
1967: primo trapianto di cuore (prof. Barnard).
1982: venne utilizzato per la prima volta un potente farmaco immuno-soppressore, la ciclosporina, che permette di controllare gran parte delle reazioni di rigetto.
FASE 1
Viene ricoverata in rianimazione una persona con lesioni tali da poter essere donatrice (per esempio, un trauma cranico molto grave). Un medico parla alla famiglia della possibilità di donare i suoi organi; in caso di disponibilità, viene immediatamente allertato il centro di coordinamento che si occupa della segnalazione del potenziale donatore e dell’identificazione del potenziale ricevente.
Intanto vengono valutati i dati relativi al paziente donatore: la compatibilità con i potenziali riceventi in lista, la storia clinica, le caratteristiche immunitarie. Inizia il periodo di osservazione di 6 ore, obbligatorio prima della certificazione della morte cerebrale.
FASE 2
Si attiva léquipe di espianto, che deve rendersi disponibile in brevissimo tempo. Solitamente i medici raggiungono la struttura in elicottero. Intanto, nell’ospedale in cui verrà eseguito il trapianto viene chiamato il ricevente per sottoporlo a vari esami e valutarne lo stato di salute. Numerosi controlli vengono effettuati anche sugli organi da donare per evitare che possano trasmettersi malattie infettive o tumori da donatore a ricevente.
FASE 3
Terminato il periodo di osservazione, qualora tutte le indicazioni siano a favore di una diagnosi di morte cerebrale irreversibile, può iniziare lespianto (circa 2 ore). Il ricevente entra in sala operatoria e viene preparato all’intervento. Inizia fin da adesso la somministrazione di farmaci immunosoppressori per evitare che i linfociti riconoscano l’organo come estraneo e ne provochino il rigetto.
FASE 4
Finalmente arriva l’organo, immerso in una speciale soluzione atta a proteggerne le cellule e trasportato in un particolare contenitore riempito di ghiaccio che ne rallenta l’attività cellulare. Unéquipe di medici prepara il ricevente, l’altra si occupa della pulizia dell’organo da trapiantare.
FASE 5
Il trapianto può così iniziare: i vasi sanguigni vengono connessi, viene controllata l’emorragia.
FASE 6
Il paziente esce dalla sala operatoria, ma è ancora sotto anestesia, che verrà prolungata per almeno altre 6-8 ore per far sì che il nuovo organo si abitui alla differenza di temperatura tra il contenitore con il ghiaccio ed il corpo ed, ovviamente, all’organismo stesso. Il paziente resta collegato alla macchina per respirare.
FASE 7
Il paziente si sveglia nel reparto di terapia intensiva; se le sue condizioni generali sono buone, gli viene staccato il respiratore artificiale. Dopo 4 giorni circa comincerà a camminare di nuovo e a mangiare. Dopo circa 10 giorni potrà lasciare l’ospedale e vivere con il suo nuovo organo. Inizialmente dovrà tornare ogni giorno all’ospedale per i controlli immunologici; dopo un anno potrà tornare una volta ogni due mesi.
Il paziente immunosoppresso farmacologicamente necessita un isolamento in camere “sterili”, create appositamente affinché si evitino contaminazioni di ogni genere provenienti dall’ambiente esterno. Il “box” in cui il ricevente viene ricoverato dopo l’intervento di trapianto è completamente isolato dal resto dell’unità di rianimazione utilizzata per la chirurgia convenzionale.