Voto Formigoni per un bene maggiore, non come male minore
27 Gennaio 2019Volontariato e giustizia
27 Gennaio 2019E iniziato il processo di Beatificazione di Don Enzo Boschetti, fondatore della comunità Casa del Giovane” di Pavia.
Molti ragazzi che hanno avuto la fortuna di incrociargli il passo, mi raccontano storie che paiono leggende. Rimango colpito da ciò che sento, e non tanto per la narrazione avventurosa, ma per il rispetto e l’ammirazione che traspare nei loro occhi al solo nominarlo.
A volte si ricorda una persona e si passa oltre…Non c’è tempo per rimanere in ascolto, non c’è tempo neppure per piangere.
Eppure in questa cittadella creata da lui e aperta alla città, i ragazzi lo rammentano come colui che li ha scossi e temprati, lo ricordano con fierezza e tenerezza…Senza volgere le spalle troppo in fretta. Gli occhi rimangono lucidi con le parole che accompagnano alla fiducia e alla speranza.
E un’eredità di valori e di energie che non langue, che non si disperde, ma chiede all’opera lasciata di essere spesa, di essere moltiplicata in nome di Dio, e della sofferenza che continua a circondare e aggredire questa nostra società.
Io non ho conosciuto don Enzo, ma molto sento parlare di lui e molto leggo nei suoi libri, percepisco dalle traiettorie dei suoi discorsi quanto ha inteso dire e formare nei ragazzi, la sua è poesia fatta di linee e accenti in cui scorgere la preghiera che incoraggia ognuno di noi a considerare la sofferenza e la felicità esperienze importanti e preziose, perché ci permettono di vedere noi stessi, di conoscere i nostri anfratti, le nostre anse, le somme della vita che non vorremmo mai contare.
Nella storia di don Enzo c’è tutto il nostro stupore per quella fratellanza umana che ci rende simili, nella corporeità dolente, ma tutti complementari per la nostra rinascita.
Si educa con l’amore e con la fiducia, soleva dire per poi costruire; ciò lo intendo come il recupero o, meglio, la scoperta meravigliosa di una dimensione di vita capace di creare le premesse per ritrovare un senso.
Oggi, seguendo la scia del suo erede e successore don Franco Tassone, mi convinco che nel suo testamento c’è nitida la via maestra da seguire, per riuscire a fare leva sulle nostre energie interiori e non perdere questa occasione per reinventarci.
Infatti quando intorno cresce amore vero e reciprocità, è raro soccombere alle intemperie, in questa palestra di vita, ci sono segni e orme a cui aggrapparci, per agire bene sul presente, perché il passato è alle spalle e va utilizzato-rielaborato per il benessere attuale.
Vincenzo Andraous
Carcere di Pavia e
tutor Comunità
Casa del Giovane
febbraio 2006 – Pavia
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