Il tema della pazzia in letteratura italiana
27 Gennaio 2019PENA DI MORTE
27 Gennaio 2019
Non avrei mai pensato che un film a sfondo storico come Il Gladiatore”, con una trama apparentemente banale, mi avrebbe affascinato tanto.
La storia narrata rappresenta la classica vicenda dell’eroe invincibile che combatte contro l’ingiustizia perpetrata contro di lui e contro i suoi ideali, quelli della Roma imperiale.
Massimo, generale dell’esercito romano, riempitosi di gloria per aver conquistato numerose regioni con le sue grandi capacità di comando, viene prescelto dall’imperatore Marco Aurelio, ormai prossimo alla morte, come suo successore, ritenendolo l’unico capace di liberare Roma dalla corruzione dilagante. Il figlio dell’imperatore, Commodo, personaggio dal carattere labile e vile ed erede incapace e debole, venendone a conoscenza prima della nomina ufficiale, uccide suo padre e tenta di assassinare Massimo. Quest’ultimo, sfuggito allagguato, viene soccorso e successivamente schiavizzato da un ex gladiatore, che lo fa combattere nelle arene. Diventato ormai un invincibile combattente, viene condotto a combattere a Roma, nel Colosseo; egli, venendo a sapere dell’assassinio della sua famiglia, vede in questo la possibilità di ritrovare Commodo e vendicarsi. Ciò avviene in un drammatico duello proprio nell’arena, nonostante i continui colpi a tradimento del suo nemico. Al termine del combattimento anch’egli perisce per le ferite riportate nel duello.
Questa drammatica avventura è caratterizzata, oltre che dall’azione continua, anche da uno studio altamente introspettivo che il regista fa accompagnare alla scena, aspetto difficilmente riscontrabile in film di questo genere.
La lotta all’ingiustizia che si svolge con continuità è accompagnata e messa in risalto dal dramma interiore dei personaggi che man mano si susseguono, in un contesto storico ben rappresentato, dove spesso padroneggia l’aspetto spettacolare.
Le scene si presentano in modo molto realistico, soprattutto nello svolgimento degli scontri armati, come nella cruenta e sanguinosa battaglia iniziale e nei duelli delle arene.
L’introspezione dei personaggi è molto accurata. Il nostro eroe Massimo fa trasparire il suo grande amore per Roma, il suo desiderio di vendetta e la spasmodica attesa della morte che lo ricongiungerà ai suoi familiari nei Campi Elisi.
Marco Aurelio, nella sua breve apparizione, viene mostrato più come padre che come imperatore, che ammette la sua colpa nella mancata capacità del figlio.
Commodo è il classico usurpatore, è sempre sofferente e si rifugia tra le braccia di sua sorella, fino a ché non capisce che anche lei lo ha tradito.
Anche lo stato d’animo dei personaggi secondari traspare in modo marcato ed evidente.
Il mio giudizio su questo film è particolarmente positivo, perché è uno dei pochi film che abbia suscitato in me tante emozioni.
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