Scuola, podcasting e una passione fortissima col prof. Luigi Gaudio
3 Giugno 2019Composizioni nello stile di Klimt – Massimiliano Iannitti
25 Giugno 2019“Priva da decenni di una qualunque guida politica, di una visione adeguata dei suoi scopi e dei suoi compiti, la scuola ha perso né ha saputo rinnovare il suo ruolo sociale” è la tesi che Ernesto Galli della Loggia ha cercato di dimostrare nel libro L’AULA VUOTA – COME L’ITALIA HA DISTRUTTO LA SCUOLA.
Purtroppo l’analisi è superficiale: la dimensione del problema educativo non è riconosciuta e la visione sistemica è assente. Inoltre la genericità e la lacunosità dei riferimenti normativi sono fuorvianti: l’autore eleva una cortina fumogena che occulta i veri responsabili dello stallo dell’istituzione scolastica.
******
Il legislatore [Dlgs 294/97, DPR 275/99, legge 53/2003 – art.2, comma 1, lettera a] ha abbattuto la complessità del problema educativo scomponendolo in sottoproblemi:
? Ha affrontato inizialmente il problema formativo: ha dato mandato al Consiglio di Circolo/d’Istituto di “Elaborare e adottare gli indirizzi generali” , “coerenti con gli obiettivi generali ed educativi determinati a livello nazionale” , da esprimere sotto forma di competenze generali. [I regolamenti di riordino dei licei 2010 (profili) contengono un repertorio degli obiettivi dell’apprendimento (generali e d’indirizzo) per i percorsi liceali].
Tutti gli insegnamenti del liceo sono da orientare al conseguimento di tali traguardi formativi.
– Il divario con l’argomentazione del libro è abissale: “Il sistema delle «competenze» (che, ripeto, è un sistema di valutazione, ma con decisive implicazioni didattiche) comporta dunque un brutale declassamento di tutte le materie umanistiche, una loro virtuale espulsione dal centro identitario dell’istituzione scolastica e di conseguenza una radicale trasformazione della sostanza come dell’immagine della scuola. La «competenza» è una competenza del fare, infatti, ed essa finisce per costituire un metro di giudizio che sostituisce quello, ormai considerato antiquato, del «conoscere».”
? Ha risolto il problema educativo specificando le responsabilità del Collegio dei docenti rispetto alla “Programmazione dell’azione educativa” e alla “Valutazione periodica dell’andamento complessivo dell’azione didattica per verificarne l’efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento dell’attività scolastica” .
Il compito dell’organismo collegiale riguarda l’identificazione e il perseguimento delle capacità sottese alle competenze generali deliberate dal sovraordinato organo di governo.
? Ha utilizzato il termine ISTRUZIONE come sinonimo di COORDINAMENTO DEGLI INSEGNAMENTI. Essi devono mirare ai traguardi collegialmente decisi, concretizzare la “programmazione dell’azione educativa” , in conformità alle qualità dei destinatari della progettazione didattica.
Il legislatore ha derivato il significato del termine istruzione della cultura sistemica.
– Il volume banalizza il senso della legge, appiattendo lo scenario: “Si delinea un vero e proprio ritorno all’idea che nelle aule scolastiche debba avere principalmente luogo non già l’istruzione tradizionalmente intesa bensì – come cosa diversa da quest’ultima: si tratta di un aspetto fondamentale – la formazione e l’educazione. Due termini che, a dispetto della loro vaghezza, in tutti i documenti ufficiali hanno ormai quasi del tutto soppiantato la parola istruzione” .
? Ha trattato l’insegnamento come sottoproblema terminale: i docenti sono chiamati a progettare il loro lavoro in funzione sia del conseguimento dei traguardi dell’istruzione, sia per trasmettere una corretta immagine della propria materia (competenze specifiche) .
Un onere facilitato dalla dilatazione del concetto “disciplina” richiamato dai regolamenti di riordino del 2010: “a) lo studio delle discipline in una prospettiva sistematica, storica e critica; b) la pratica dei metodi di indagine propri dei diversi ambiti disciplinari” .
Una dilatazione che fa affiorare le potenzialità delle lingue antiche: la traduzione di un testo latino/greco è un esercizio squisitamente progettuale. Definito il problema si analizzano i dati, si formulano ipotesi, s’identificano e applicano strategie, si ottengono risultati che, soppesati, consentono di ripercorrere i passi fatti per migliorare il prodotto.
– L’autore non ha valorizzato l’aspetto educativo dall’approccio metodologico al tradurre: “A cominciare dal latino e dal greco, quelle materie possiedono alcuni caratteri che le rendono per chiunque uno strumento prezioso di crescita intellettuale e culturale. Per almeno tre ragioni. Innanzitutto perché sono inutili ..”
******
Si trascrive un’asserzione boomerang: “Abbiamo chiuso gli occhi sulle occasioni mancate, sulle decisioni non prese, soprattutto sui molti errori commessi .. In questa prospettiva la scuola è diventata il luogo simbolo del grande autoinganno con cui la società italiana ha cercato a lungo – e ancora oggi cerca – di non vedere le ragioni che l’hanno progressivamente condotta alla critica condizione attuale. Le quali ragioni, nel caso dell’istruzione, sono le riforme nate da idee sbagliate da ingenuità utopiche..”
Ricca è la casistica delle occasioni mancate , sovrabbondante è l’elenco delle omissioni e degli errori che hanno contrassegnato la vita della scuola degli ultimi cinquant’anni: Ernesto Galli della Loggia non ne ha avuto sentore, l’apparenza ha guidato le sue osservazioni.
Si esaminerà un accadimento la cui veridicità è di facile accertamento.
“Il principio di distinzione tra le funzioni di indirizzo e controllo spettanti agli organi di governo e le funzioni di gestione amministrativa spettanti alla dirigenza” [Decreto Legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 Dirigenza pubblica Art. 37] è un postulato delle scienze dell’organizzazione.
Tale principio è il fondamento dell’assetto organizzativo sopra illustrato.
Le scuole non hanno dato alcun seguito al dettato legislativo, ignorandolo:
1) La lettura delle convocazioni degli organismi collegiali, stilate dai dirigenti scolastici negli ultimi cinquant’anni, consente d’osservare la ricorrente elusione della legge: gli ordini del giorno non hanno mai previsto gli adempimenti vitali prescritti .
2) Tutti gli organigrammi che le scuole hanno messo in rete sono sbagliati. Le funzioni della dirigenza e quelle di governo sono sovrapposte .
La risultante confusione ha originato lo stato dell’istituzione scolastica descritta nel libro.