Sulle rime del carnevale
16 Gennaio 2020E’ tardi! Si va a scuola!
17 Gennaio 2020Il cd “Canto di Dante” è stato realizzato negli studi di “Tappeti sonori” con Luigi Gaudio, compositore di quasi tutti i brani, Ivano Conti, Walter Muto, e altri cantanti e musicisti che si sono avvicendati nello studio di registrazione. Qui sotto i testi e accordi che abbiamo usato durante il lavoro.
Smarrimento Inferno I
Intro: (SOL LA RE SIm SOL LA SIm)
strofa
SIm LASIm
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
RELASIm
ché la diritta via era smarrita. 3
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
SOL LASIm
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura! 6
ritornello:
SIm LASIm
Ma poi ch’i’ fui al piè d’un colle giunto, 12
SOLLA RE
guardai in alto e vidi le sue spalle 16
SOLLASIm
vestite già de’ raggi del pianeta
SOLLASIm
che mena dritto altrui per ogne calle. 18
[…]
strofa
SIm LASIm
Ed ecco, quasi al cominciar de l’erta,
una lonza leggera e presta molto,
RELASIm
che di pel macolato era coverta; 33
e non mi si partia dinanzi al volto,
SOL LASIm
anzi ‘mpediva tanto il mio cammino,
ch’i’ fui per ritornar più volte vòlto. 36
ritornello
SIm LASIm
Temp’era dal principio del mattino, 37
[…]
SOLLA RE
sì ch’a bene sperar m’era cagione 41
SOL LA SIm SOL LA SIm
l’ora del tempo e la dolce stagione 42
strofa
SIm LASIm
Ed una lupa, che di tutte brame
sembiava carca ne la sua magrezza,
RELASIm
e molte genti fé già viver grame, 51
questa mi porse tanto di gravezza
SOL LASIm
con la paura ch’uscia di sua vista,
ch’io perdei la speranza de l’altezza. 54
[…]
ritornello
SIm LASIm
Mentre ch’i’ rovinava in basso loco,
SOL LARE
dinanzi a li occhi mi si fu offerto
SOL LA SIm SOL LA SIm
chi per lungo silenzio parea fioco. 63
strofa
REm DO REm
Quando vidi costui nel gran diserto,
“Miserere di me”, gridai a lui,
FA DO REm
qual che tu sii, od ombra od omo certo!”. 66
[…]
“A te convien tenere altro vïaggio”,
SIb DO REm
rispuose, poi che lagrimar mi vide,
“se vuo’ campar d’esto loco selvaggio; 93
[…]
ritornello
REmDO REm
Ond’io per lo tuo me’ penso e discerno
SIb DOFA
che tu mi segui, e io sarò tua guida,
SIb DO REm SIb DO REm
e trarrotti di qui per loco etterno; 114
RE+
Francesca Inferno V
SIm LA
Siede la terra dove nata fui
SOL FA#4 FA#
su la marina dove ‘l Po discende
SIm LA
per aver pace co’ seguaci sui. 99
SOL FA#4 FA#
Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,
RE LA
prese costui de la bella persona
SIm FA#4 FA#
che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende. 102
RE LA
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
SIm FA#4 FA#
mi prese del costui piacer sì forte,
SOLFA#m
che, come vedi, ancor non m’abbandona. 105
MIm FA#4 FA#
Amor condusse noi ad una morte.
SOLFA#m
Caina attende chi a vita ci spense”.
MIm FA#4 FA#
Queste parole da lor ci fuor porte. 108 […]
DO#m SI
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto. 129
Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse. 132
Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso, 135
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante”. 138
Ulisse Inferno XXVI
Intro (SOL DO RE DO RE )
[…]”Quando 90
SOL DO RE DO
mi diparti’ da Circe, che sottrasse
SOL DO RE DO
me più d’un anno là presso a Gaeta,
MIm RE DO
prima che sì Enëa la nomasse, 93
MIm RE
né dolcezza di figlio, né la pieta
LAm RE
del vecchio padre, né ‘l debito amore
DO RE SOL
lo qual dovea Penelopè far lieta, 96
vincer potero dentro a me l’ardore
ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto
e de li vizi umani e del valore; 99
ma misi me per l’alto mare aperto
sol con un legno e con quella compagna
picciola da la qual non fui diserto. 102 […]
“O frati,” dissi, “che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia 114
d’i nostri sensi ch’è del rimanente
non vogliate negar l’esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente. 117
LA
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza”. 120
Li miei compagni fec’io sì aguti,
con questa orazion picciola, al cammino,
che a pena poscia li avrei ritenuti; 123 (ripeti le ultime due terzine)
Ugolino Inferno XXXIII
LAm SOL
Quando fui desto innanzi la dimane,
FA DO
pianger senti’ fra ‘l sonno i miei figliuoli
SIb LAm
ch’eran con meco, e dimandar del pane. 39
REm LAm
Ben se’ crudel, se tu già non ti duoli
FAm LAm
pensando ciò che ‘l mio cor s’annunziava;
FA7 MI
e se non piangi, di che pianger suoli? 42
Già eran desti, e l’ora s’appressava
che ‘l cibo ne solëa essere addotto,
e per suo sogno ciascun dubitava; 45
e io senti’ chiavar l’uscio di sotto
a l’orribile torre; ond’io guardai
nel viso a’ mie’figliuoi sanza far motto. 48
____________________________________
Io non piangëa, sì dentro impetrai:
piangevan elli; e Anselmuccio mio
disse: “Tu guardi sì, padre! che hai?”. 51
Perciò non lagrimai né rispuos’io
tutto quel giorno né la notte appresso,
infin che l’altro sol nel mondo uscìo. 54
____________________________________
Come un poco di raggio si fu messo
nel doloroso carcere, e io scorsi
per quattro visi il mio aspetto stesso, 57
ambo le man per lo dolor mi morsi;
ed ei, pensando ch’io ‘l fessi per voglia
di manicar, di sùbito levorsi 60
____________________________________
SIm LA
e disser: “Padre, assai ci fia men doglia
SOL RE
se tu mangi di noi: tu ne vestisti
DO SIm
queste misere carni, e tu le spoglia”. 63
MIm SIm
Queta’ mi allor per non farli più tristi;
SOLm SIm
lo dì e l’altro stemmo tutti muti;
SOL7m FA#
ahi dura terra, perché non t’apristi? 66
____________________________________
strum.
SIm LA
SOL RE
DO SIm
MIm SIm
Poscia che fummo al quarto dì venuti,
SOLm SIm
Gaddo mi si gittò disteso a’ piedi,
SOL7m FA#
dicendo: “Padre mio, ché non m’aiuti?”. 69
____________________________________
Quivi morì; e come tu mi vedi,
vid’io cascar li tre ad uno ad uno
tra ‘l quinto dì e ‘l sesto; ond’io mi diedi, 72
già cieco, a brancolar sovra ciascuno,
e due dì li chiamai, poi che fur morti.
Poscia, più che ‘l dolor, poté ‘l digiuno”. 75
Casella Purgatorio II
DO7 DOdim
E io: “Se nuova legge non ti toglie
MIb FA
memoria o uso a l’amoroso canto
DO7 DOdim
che mi solea quetar tutte mie doglie, 108
MIb FA
di ciò ti piaccia consolare alquanto
SOLmFA
l’anima mia, che, con la sua persona
MIb FA SOL
venendo qui, è affannata tanto!”. 111
‘Amor che ne la mente mi ragiona’
cominciò elli allor sì dolcemente,
che la dolcezza ancor dentro mi suona. 114
Lo mio maestro e io e quella gente
ch’eran con lui parevan sì contenti,
come a nessun toccasse altro la mente. 117
Noi eravam tutti fissi e attenti
a le sue note; ed ecco il veglio onesto
gridando: “Che è ciò, spiriti lenti? 120
qual negligenza, quale stare è questo?
Correte al monte a spogliarvi lo scoglio
ch’esser non lascia a voi Dio manifesto”. 123
DO7 DOdim
Come quando, cogliendo biado o loglio,
li colombi adunati a la pastura,
queti, sanza mostrar l’usato orgoglio, 126
se cosa appare ond’elli abbian paura,
subitamente lasciano star l’esca,
perch’assaliti son da maggior cura; 129
…. così vid’io quella masnada fresca
lasciar lo canto, e fuggir ver’ la costa,
com’om che va, né sa dove rïesca; 132
né la nostra partita fu men tosta.
Manfredi Purgatorio III
Intro (DO FA SOL DO SOL DO)
DO FA
E un di loro incominciò: “Chiunque
MIb LAb
tu se’. così andando, volgi ‘l viso:
SIb FA
pon mente se di là mi vedesti unque”. 105
FA SOL DO
Io mi volsi ver’ lui e guardail fiso:
FA DO FA DO
biondo era e bello e di gentile aspetto,
SOL DO
ma l’un de’ cigli un colpo avea diviso. 108
DO FA
Quand’io mi fui umilmente disdetto
MIb LAb
d’averlo visto mai, el disse: “Or vedi”;
FA SOL DO
e mostrommi una piaga a sommo ‘l petto. 111
DO FA
Poi sorridendo disse: Io son Manfredi,
MIb LAb
nipote di Costanza Imperadrice;
SIb SOL
ond’io ti prego che, quando tu riedi,
FA SOL DO
Vadi a mia bella figlia, genitrice
FA DO FA DO
dell’onor di Cicilia e d’Aragona,
SOL DO
e dichi a lei il ver, s’altro si dice.
RE SOL
Poscia ch’io ebbi rotta la persona
FA SIb
di due punte mortali, io mi rendei,
piangendo, a quei che volontier perdona. 120
Orribil furon li peccati miei;
ma la bontà infinita ha sì gran braccia,
che prende ciò che si rivolge a lei. 123
Se ‘l pastor di Cosenza, che a la caccia
di me fu messo per Clemente allora,
avesse in Dio ben letta questa faccia, 126
l’ossa del corpo mio sarieno ancora
in co del ponte presso a Benevento,
sotto la guardia de la grave mora. 129
Or le bagna la pioggia e move il vento
di fuor dal regno, quasi lungo ‘l Verde,
dov’e’ le trasmutò a lume spento. 132
Per lor maladizion sì non si perde,
che non possa tornar, l’etterno amore,
mentre che la speranza ha fior del verde. 136
Ahi serva Italia Purgatorio VI
Intro: MIm RE SOL DO (due volte)
strofa MIm RE
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
SOL DO
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
MIm RE
non donna di provincie, ma bordello! 78
SOL DO
Quell’anima gentil fu così presta,
RE MIm
sol per lo dolce suon de la sua terra,
FA RE
di fare al cittadin suo quivi festa; 81
rit. SOL LAm
e ora in te non stanno sanza guerra
SIm DO
li vivi tuoi, e l’un l’altro si rode
SOL LAm
di quei ch’un muro e una fossa serra. 84
SIm DO
Cerca, misera, intorno da le prode
RE MIm
le tue marine, e poi ti guarda in seno,
FA RE
s’alcuna parte in te di pace gode. 87 […]
MIm RE SOL DO
strofa MIm RE
Vieni a veder Montecchi e Cappelletti,
SOL DO
Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura:
MIm RE
color già tristi, e questi con sospetti! 108
SOL DO
Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura
RE MIm
d’i tuoi gentili, e cura lor magagne;
FA RE
e vedrai Santafior com’è oscura! 111
ritornello
Vieni a veder la tua Roma che piagne
vedova e sola, e dì e notte chiama:
“Cesare mio, perché non m’accompagne?”. 114
Vieni a veder la gente quanto s’ama!
e se nulla di noi pietà ti move,
a vergognar ti vien de la tua fama. 117
strofa
E se licito m’è, o sommo Giove
che fosti in terra per noi crucifisso,
son li giusti occhi tuoi rivolti altrove? 120
O è preparazion che ne l’abisso
del tuo consiglio fai per alcun bene
in tutto de l’accorger nostro scisso? 123
ritornello
Ché le città d’Italia tutte piene
son di tiranni, e un Marcel diventa
ogne villan che parteggiando viene. 126
Fiorenza mia, ben puoi esser contenta
di questa digression che non ti tocca,
mercé del popol tuo che si argomenta. 129
Libero arbitrio Purgatorio XVI
Intro: LAm MIm LAm MIm FA SOL DO
LAm MIm LAm MIm
Voi che vivete ogne cagion recate
FA SOL DO
pur suso al cielo, pur come se tutto
LAm MIm LAm MIm
movesse seco di necessitate. 69
FA SOL DO
Se così fosse, in voi fora distrutto
FA SOL LAm
libero arbitrio, e non fora giustizia
FA RE SOL
per ben letizia, e per male aver lutto. 72
FA SOL MIm LAm
Lo cielo i vostri movimenti inizia;
FA SOL DO DO7
non dico tutti, ma, posto ch’i’ ‘l dica,
FA SOL MIm LAm
lume v’è dato a bene e a malizia, 75
FA SOL DO DO7
e libero voler; che, se fatica
FA SOL LAm
ne le prime battaglie col ciel dura,
FA RE SOL
poi vince tutto, se ben si notrica. 78
A maggior forza e a miglior natura
liberi soggiacete; e quella cria
la mente in voi, che ‘l ciel non ha in sua cura. 81
Però, se ‘l mondo presente disvia,
in voi è la cagione, in voi si cheggia;
e io te ne sarò or vera spia. 84
Esce di mano a lui che la vagheggia
prima che sia, a guisa di fanciulla
che piangendo e ridendo pargoleggia, 87
l’anima semplicetta che sa nulla,
salvo che, mossa da lieto fattore,
volontier torna a ciò che la trastulla. 90
[…] Sim FA#m Sim FA#m
Di picciol bene in pria sente sapore;
quivi s’inganna, e dietro ad esso corre,
se guida o fren non torce suo amore. 93
Onde convenne legge per fren porre;
convenne rege aver, che discernesse
de la vera cittade almen la torre.
Ben puoi veder che la mala condotta
è la cagion che ‘l mondo ha fatto reo,
e non natura che ‘n voi sia corrotta. 105
Soleva Roma, che ‘l buon mondo feo,
due soli aver, che l’una e l’altra strada
facean vedere, e del mondo e di Deo.
Beatrice Purgatorio XXX
Intro: (DO SOL LAm SOL) due volte
DO LAm
Così dentro una nuvola di fiori
FA SOL4 SOL
che da le mani angeliche saliva
MIm LAm
e ricadeva in giù dentro e di fori, 30
FA SOL4 SOL
sovra candido vel cinta d’uliva
MIm LAm
donna m’apparve, sotto verde manto
FA SOL DO SOL
vestita di color di fiamma viva. 33
DO LAm
E lo spirito mio, che già cotanto
FA SOL4 SOL
tempo era stato ch’a la sua presenza
MIm LAm
non era di stupor, tremando, affranto, 36
FA SOL4 SOL
sanza de li occhi aver più conoscenza,
MIm LAm
per occulta virtù che da lei mosse,
FA SOL DO LA
d’antico amor sentì la gran potenza. 39
RE SIm
Tosto che ne la vista mi percosse
SOL LA4 LA
l’alta virtù che già m’avea trafitto
FA#m SIm
prima ch’io fuor di püerizia fosse, 42
SOL LA4 LA
volsimi a la sinistra col respitto
FA#m SIm
col quale il fantolin corre a la mamma
SOL LA RE LA
quando ha paura o quando elli è afflitto, 45
RE SIm
per dicere a Virgilio: ‘Men che dramma
SOL LA4 LA
di sangue m’è rimaso che non tremi:
conosco i segni de l’antica fiamma’. 48
MIm FA#m SIm
Ma Virgilio n’avea lasciati scemi
MIm FA#m SIm
di sé, Virgilio dolcissimo patre,
DO SOL
Virgilio a cui per mia salute die’ mi; 51
REdim FA#m
né quantunque perdeo l’antica matre,
DO SOL
valse a le guance nette di rugiada
REdim FA#+ SI+
che, lagrimando, non tornasser atre. 54
Piccarda Paradiso III
Intro: SOL
SOL DO SOL DO SOL RE SOL
La la la la la La la la la la La la la la la
SOL DO SOL
I’ fui nel mondo vergine sorella;
DO SOL RE DO
e se la mente tua ben sé riguarda,
SOL DOSOL
non mi ti celerà l’esser più bella, 48
DO SOL RE DO
ma riconoscerai ch’i’ son Piccarda,
DORE SIm MIm
che, posta qui con questi altri beati,
DO RE SOL
beata sono in la spera più tarda. 51
LAm MIm
Li nostri affetti, che solo infiammati
LAm MIm
son nel piacer de lo Spirito Santo,
DO SOL
letizian del suo ordine formati. 54
DO SOL
E questa sorte che par giù cotanto,
MIm SIm
però n’è data, perché fuor negletti
DO SI4 SI
li nostri voti, e vòti in alcun canto”. 57 […]
Intro SOL DO SOL DO SOL RE SOL
La la la la la La la la la la La la la la la
SOL DO SOL
“Frate, la nostra volontà quïeta
DO SOL RE DO
virtù di carità, che fa volerne
SOL DO SOL
sol quel ch’avemo, e d’altro non ci asseta.72
DO SOL RE DO
Se disïassimo esser più superne,
DORE SIm MIm
foran discordi li nostri disiri
DO RE SOL
dal voler di colui che qui ne cerne; 75
LAm MIm
che vedrai non capere in questi giri,
LAm MIm
s’essere in carità è qui necesse,
DO SOL
e se la sua natura ben rimiri. 78
DO SOL
Anzi è formale ad esto beato esse
MIm SIm
tenersi dentro a la divina voglia,
DOSI4 SI
per ch’una fansi nostre voglie stesse; 81
Intro SOL DO SOL DO SOL RE SOL
La la la la la La la la la la La la la la la
MI (+ ton) LA RE LA RE LA MI LA
La la la la la La la la la la La la la la la
LA RE LA
sì che, come noi sem di soglia in soglia
RE LA MI LA
per questo regno, a tutto il regno piace
LA RE LA
com’a lo re che ‘n suo voler ne ‘nvoglia. 84
RE LA MI LA
E ‘n la sua volontade è nostra pace:
RE MI DO#m FA#m
ell’è quel mare al qual tutto si move
RE MI LA
ciò ch’ella crïa o che natura face”. 87
Intro: LA RE LA RE LA MI LA
La la la la la La la la la la La la la la la
LA RE LA
sì che, come noi sem di soglia in soglia
RE LA MI LA
per questo regno, a tutto il regno piace
LA RE LA
com’a lo re che ‘n suo voler ne ‘nvoglia. 84
RE LA MI LA
E ‘n la sua volontade è nostra pace:
RE MI DO#m FA#m
ell’è quel mare al qual tutto si move
RE MI LA
ciò ch’ella crïa o che natura face”. 87
Outro: LA RE LA RE LA MI LA
La la la la la La la la la la La la la la la
Divina Commedia XI (Angelo Branduardi – L’infinitamente piccolo)
Intro: LA SI DO# DO# RE MI FA#
RE RE2 RE
Intra Tupino e l’acqua che discende
SIm LA RE
del colle eletto dal beato Ubaldo,
RE RE/MI RE/FA#
fertile costa d’alto monte pende, 45
SOL RE/LA LA RE
onde Perugia sente freddo e caldo
SOL
da Porta Sole; e di rietro le piange
RE/LA LA (DO# RE MI)
per grave giogo Nocera con Gualdo. 48
RE RE/FA# SOL
Di questa costa, là dov’ ella frange
RE/LA FA#/LA# SIm SOL
più sua rattezza, nacque al mondo un sole,
(SOL) RE LA RE
come fa questo talvolta di Gange. 51 […]
RE RE2 RE
Ma perch’io non proceda troppo chiuso,
SIm LA RE
Francesco e Povertà per questi amanti
RE RE/MI RE/FA#
prendi oramai nel mio parlar diffuso. 75
SOL RE/LA LA RE
La lor concordia e i lor lieti sembianti,
SOL
amore e maraviglia e dolce sguardo
RE/LA LA (DO# RE MI)
facieno esser cagion di pensier santi; 78
RE RE/FA# SOL
tanto che ‘l venerabile Bernardo
RE/LA FA#/LA# SIm SOL
si scalzò prima, e dietro a tanta pace
(SOL) RE LA RE
corse e, correndo, li parve esser tardo. 81
Intro: LA SI DO# DO# RE MI FA#
Né li gravò viltà di cuor le ciglia
SIm LA RE
per esser fi’ di Pietro Bernardone,
RERE/MI RE/FA#
né per parer dispetto a maraviglia; 90
SOL RE/LA LA RE SOL
ma regalmente sua dura intenzione
ad Innocenzio aperse, e da lui ebbe
RE/LA LA (DO# RE MI)
primo sigillo a sua religïone. 93
RE RE/FA# SOL
Poi che la gente poverella crebbe
RE/LA FA#/LA# SIm SOL
dietro a costui, la cui mirabil vita
(SOL) RE LA RE
meglio in gloria del ciel si canterebbe, 96
RERE2 RE
SIm LA RE
RE RE/MI RE/FA#
SOL RE/LA LA RE
SOL
E poi che, per la sete del martiro,
RE/LA LA (DO# RE MI)
ne la presenza del Soldan superba
RE RE/FA# SOL
predicò Cristo e li altri che ‘l seguiro, 102
RE/LA FA#/LA# SIm
nel crudo sasso intra Tevero e Arno
SOL RE LA RE
da Cristo prese l’ultimo sigillo,
Intro: LA SI DO# DO# RE MI FA#
RE RE2 RE
Quando a colui ch’a tanto ben sortillo
SIm LA RE
piacque di trarlo suso a la mercede
RERE/MI RE/FA#
ch’el meritò nel suo farsi pusillo, 111
SOL RE/LA LA RE SOL
ai frati suoi, siccom’a giusta rede,
raccomandò la donna sua più cara
RE/LA LA (DO# RE MI)
e comandò che l’amassero a fede; 114
RE RE/FA# SOL
e del suo grembo l’anima preclara
RE/LA FA#/LA# SIm SOL
mover si volle, tornando al suo regno,
(SOL) RE LA RE
ed al suo corpo non volle altra bara. 117
Outro: LA SI DO# DO# RE MI FA#
Esilio Paradiso XVII
Intro: LAm FA LAm FA
LAm FA
Tu lascerai ogne cosa diletta
LAm FA
più caramente; e questo è quello strale
RE LAm
che l’arco de lo essilio pria saetta. 57
RE LAm
Tu proverai sì come sa di sale
SOL FA
lo pane altrui, e come è duro calle
LAm
lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale.
LAm FA
E quel che più ti graverà le spalle,
LAm FA
sarà la compagnia malvagia e scempia
RE LAm
con la qual tu cadrai in questa valle;
RE LAm
che tutta ingrata, tutta matta ed empia
SOL FA
si farà contr’ a te; ma, poco appresso,
LAm
ella, non tu, n’avrà rossa la tempia. 66
LAm FA
Di sua bestialitate il suo processo
LAm FA
farà la prova; sì ch’a te fia bello
RE LAm
averti fatta parte per te stesso. 69 […]
RE LAm
«Coscïenza fusca
SOL FA
o de la propria o de l’altrui vergogna
LAm
pur sentirà la tua parola brusca. 126
LAm FA
Ma nondimen, rimossa ogne menzogna,
LAm FA
tutta tua visïon fa manifesta;
RE LAm
e lascia pur grattar dov’ è la rogna.
RE LAm
Ché se la voce tua sarà molesta
SOL FA
nel primo gusto, vital nodrimento
LAm
lascerà poi, quando sarà digesta. 132
Riff LAm SIm DO RE
SIm SOL
Questo tuo grido farà come vento,
SIm SOL
che le più alte cime più percuote;
MI SIm
e ciò non fa d’onor poco argomento.
MI SIm
Ché se la voce tua sarà molesta
LA SOL
nel primo gusto, vital nodrimento
SIm
lascerà poi, quando sarà digesta. 132
Outro: SIm DO SOL LA
SIm DO SOL LA SIm
Vergine Madre – (di Luisa Vassallo) Paradiso XXXIII
Intro: LAm SOL MI LAm
Oh oh oh oh oh
LAm SOL MI LAm
Oh oh oh oh oh
LAm SOL DO MI
«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
LAm SOL DO MI
umile e alta più che creatura,
LAm SOL REm MI LAm
termine fisso d’etterno consiglio, 3
DO SOL LAm MIm
tu se’ colei che l’umana natura
FA MIm FA MIm
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore
LAm SOL MIm LAm
non disdegnò di farsi sua fattura. 6
LAm SOL DO MI
Nel ventre tuo si raccese l’amore,
LAm SOL DO MI
per lo cui caldo ne l’etterna pace
LAm SOL REm MI LAm
così è germinato questo fiore. 9
DO SOL LAm MIm
Qui se’ a noi meridïana face
FA MIm FA MIm
di caritate, e giuso, intra mortali,
LAm SOL MIm LAm
se’ di speranza fontana vivace. 12
Intro: LAm SOL MI LAm
Oh oh oh oh oh
LAm SOL MI LAm
Oh oh oh oh oh
LAm SOL DO MI
Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
LAm SOL DO MI
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
LAm SOL REm MI LAm
sua disïanza vuol volar sanz’ali. 15
DO SOL LAm MIm
La tua benignità non pur soccorre
FA MIm FA MIm
a chi domanda, ma molte fïate
LAm SOL MIm LAm
liberamente al dimandar precorre. 18
LAm SOL DO MI
In te misericordia, in te pietate,
LAm SOL DO MI
in te magnificenza, in te s’aduna
LAm SOL REm MI LAm
quantunque in creatura è di bontate. 21
Outro: LAm SOL MI LAm
Oh oh oh oh oh
LAm SOL MI LAm
Oh oh oh oh oh