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28 Dicembre 2019Affreschi Beato Angelico Convento San Marco Firenze
L’attuale convento sorge su un sito occupato fin dal XII secolo da un monastero vallombrosano poi passato ai Silvestrini; furono cacciati da San Marco nel 1418, e nel 1438 il convento fu ceduto ai Domenicani Osservanti. Nel 1437 Cosimo il Vecchio de’ Medici decise di ricostruire l’intero complesso, su suggerimento del Vicario Generale Antonino Pierozzi. I lavori furono affidati a Michelozzo, e la decorazione delle pareti fu eseguita tra il 1439 e il 1444 da Giovanni da Fiesole, detto Beato Angelico, e dai suoi collaboratori, tra cui Benozzo Gozzoli. La chiesa fu consacrata nel 1443 alla presenza di papa Eugenio IV. La struttura trecentesca fu modificata da Michelozzo; ulteriori modifiche furono apportate nel secondo Cinquecento dal Giambologna e nel 1678 da Pier Francesco Silvani. L’interno, a navata unica, presenta un soffitto intagliato e dorato.
Gli altari laterali, progettati dal Giambologna nel 1580, presentano pale cinque e seicentesche: le più interessanti sono la Madonna e Santi di Fra Bartolomeo (1509), e San Tommaso in preghiera davanti al Crocifisso, firmato da Santi di Tito e datata 1593. Nella Sagrestia si trova la tomba originaria di Sant’Antonino, arcivescovo di Firenze dal 1446, con la figura del Santo in bronzo. Le sue ossa riposarono qui per oltre un secolo, prima di essere traslate in chiesa e deposte sotto l’altare della Cappella Salviati a lui dedicata, commissionata al Giambologna, e affrescata dal Passignano con la Traslazione e ricognizione delle spoglie del Santo (dopo 1589). La cappella è decorata in marmo e bronzo, e ha dipinti di Alessandro Allori, Giovanni Battista Naldini e Poppi. Gli affreschi della cupola sono di Bernardino Poccetti. Affrescò anche la Cappella del Santissimo Sacramento, dove si trovano tele di Santi di Tito, Passignano, Jacopo da Empoli e Francesco Curradi. Sull’altare maggiore è un Crocifisso dipinto dal Beato Angelico tra il 1425 e il 1428. In San Marco si trovano le tombe di Pico della Mirandola (1494) e del poeta Agnolo Poliziano (1494).
Nel convento vissero e operarono molti dei grandi personaggi della cultura e della spiritualità del Quattrocento: Cosimo il Vecchio de’ Medici, che qui aveva la sua cella, dove amava pregare e meditare; Arcivescovo Sant’Antonino; il Beato Beato Angelico, che dipinse gli affreschi; e, dal 1489, fra Girolamo Savonarola, che nelle sue prediche fulminava contro l’immoralità dell’epoca, e che fu impiccato e bruciato in piazza della Signoria (1498). Beato Angelico decorò le celle del primo piano, e altri ambienti del convento, con affreschi carichi di profondo significato spirituale e ascetico; iniziò con le lunette sopra i portali del Chiostro di S. Antonino, che Michelozzo aveva fatto costruire prima del 1440. Le lunette della volta del chiostro furono affrescate tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo da Bernardino Poccetti e altri artisti con scene di la Vita e i miracoli di Sant’Antonino.
Da questo chiostro si accede alle sale che costituiscono il Museo di San Marco. La Sala dell’Ospizio, dove venivano ricevuti i pellegrini, è oggi una galleria dove sono stati raccolti molti dei più importanti dipinti su tavola del Beato Angelico. Tra questi la Deposizione dipinta per Palla Strozzi, la Pala di San Marco, commissionata dai Medici, e il Tabernacolo dei Linaioli, realizzato nel 1433-1434 con l’assistenza di Lorenzo Ghiberti, che ne disegnò la cornice. Nella Sala Capitolare dipinse una Crocifissione complessa e allegorica, terminata nel 1442. Nelle altre sale del Museo al pianterreno, come il Lavabo e i due Refettori, sono esposte opere dei principali pittori fiorentini del Quattrocento e XVI secolo: Domenico Ghirlandaio, Alesso Baldovinetti, Giovanni Antonio Sogliani e Fra Bartolomeo.
Il Gran Refettorio conserva una raccolta di opere della Scuola di San Marco, cioè degli allievi di Fra Bartolomeo. Nella Foresteria si trovano numerosi frammenti di sculture in pietra, recuperati dalle rovine quando il quartiere ebraico e il vecchio mercato di Firenze furono demoliti a metà dell’Ottocento.
Il Museo comprende anche l’ex Biblioteca al primo piano, realizzata da Michelozzo per Cosimo de’ Medici, dove sono esposti un cospicuo numero di corali miniati. L’attuale Biblioteca del Convento è specializzata in teologia e filosofia.
Audio Lezioni sulla Storia dell’arte del prof. Gaudio