La prova generale di Andrea Camilleri
28 Dicembre 2019La parte inferiore del giudizio universale di Michelangelo
28 Dicembre 2019Michelangelo si sentì quasi prigioniero di un papa che prima gli promise 10.000 scudi per la sua tomba, costellata, nel progetto, da 40 statue, che Michelangelo amava realizzare, e poi lo costrinse ad accontentarsi di soli 3000 scudi, oltretutto da erodere in parte per tutte le spese occorrenti, compreso i colori, per un’opera pittorica ad affresco, cioè per qualcosa che Michelangelo non aveva mai fatto.
Qualcuno ha ipotizzato, malevolmente, ma forse indovinando (dalle nostre parti si dice che a pensar male si fa male, ma si indovina) che Raffaello, e soprattutto Bramante, competitor e poco amico di Michelangelo, abbiano convinto il papa a lasciar perder4e il progetto della sua tomba, perché porta male costruirsi la tomba prima del tempo, è un malaugurio, e abbiano suggerito al papa il nome di Michelangelo, che al tempo aveva dipinto un solo quadro considerevole, il Tondo Doni, anche se era un ottimo disegnatore.
Per ripicca, in modo molto sottile e praticamente invisibile a distanza Michelangelo si prende la sua rivincita sul papa.
Infatti lui dipinge il profeta Zaccaria con le fattezze di Giulio II della Rovere, non a caso esattamente sopra lo stemma della quercia, tipico della famiglia della Rovere. Ma uno dei due putti alla sua sinistra, fa un gesto irriverente e volgare rivolto a Zaccaria=Giulio II, il gesto delle fiche, facendo intravedere il dito pollice fra indice e medio. Si tratta di un gesto per noi forse insignificante, ma molto noto nel medioevo, tanto è vero che lo cita anche Dante nella Divina Commedia, che è equivalente al nostro dito medio alzato.
Si trattò di un modo indiretto, o perlomeno quasi indecifrabile, soprattutto da lontano, per vendicarsi di un Papa che avevo così chiaramente preso in giro Michelangelo, prima promettendogli 10.000 scudi d’oro per la sua tomba, che non verrà mai realizzata e poi infine concedendogliene per la volta della Sistina appena 3.000, comprese le spese, quindi non con le spese a parte, per cui Michelangelo dovette pagare di tasca sua i colori e le attrezzature per la Sistina.
Storie della genesi
Adamo ed Eva, nel momento in cui sono cacciati dall’Eden, sono iscuriti e invecchiati, come a rappresentare anche in modo fisico l’alterazione causata dal peccato.
Profeti e Sibille
Il profeta Isaia sembra rivolgersi a un putto, suo aiutante, il quale sembra mostrargli una nuova visione.
Il profeta Geremia è enorme, monumentale, con uno sguardo pensoso, quasi ad accentuare l’aspetto lamentoso e dolente delle sue profezie.
Le Sibille, pagane, annunciano comunque la venuta del Messia come i Profeti biblici, sono enormi (tre metri) anche perché se ne scorgano bene i tratti dal basso, e soprattutto sono forti e muscolose, ancora di più delle dee greche, che ispirano Michelangelo, tanto che una di esse, la Sibilla libica, è raffigurata in una torsione che ne accentua l”ingente muscolatura, che le permette di reggere con disinvoltura un librone antico, di quelli che a malapena si riuscivano a posare su un leggio o uno scrittoio, perché è forte interiormente.
La Sibilla delfica, invece, ha uno sguardo intenso, come se fosse catturata da una visione in quello stesso istante, lei che è la sacerdotessa di Apollo, dio importante proprio per i suoi responsi profetici.
Audio Lezioni sulla Storia dell’arte del prof. Gaudio