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“In morte del fratello Giovanni” è un sonetto di Ugo Foscolo scritto nel 1803 per commemorare il suicidio del fratello Giovanni, avvenuto nello stesso anno a Venezia.
“All’amica risanata” è una delle due principali odi neoclassiche di Ugo Foscolo, composta nel 1802 e dedicata a una giovane donna (probabilmente Antonietta Fagnani Arese) che si è ristabilita da una malattia. Il poeta celebra il ritorno alla salute e alla bellezza della donna, elevandola a figura mitica e divina, capace di ispirare gioia e speranza a chi la osserva. In questa ode, Foscolo intreccia motivi mitologici e simbolici per esprimere la forza della bellezza e della vitalità femminile come uniche consolatrici alle difficoltà della vita umana.
Testo e parafrasi
Testo di All’amica risanata.
Qual dagli antri marini Sorgon così tue dive Fiorir sul caro viso Le Ore che dianzi meste E i candidi coturni O quando l’arpa adorni Più periglioso; o quando All’agitarti, lente Così ancelle d’Amore |
Parafrasi:
Parafrasi e analisi per strofe
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Commento
“All’amica risanata” celebra la bellezza e la vitalità femminile, viste da Foscolo come consolazione alla sofferenza umana. La guarigione della donna diventa il simbolo di una rinascita mitica e divina, capace di ridare speranza e conforto agli uomini. L’intero componimento è permeato da immagini mitologiche, con le Ore e le Grazie che adornano e accompagnano la donna, facendone una figura quasi divina.
Foscolo esprime una concezione della bellezza come ideale effimero, che però offre all’uomo sollievo di fronte alle angosce della vita. La bellezza della donna è rappresentata come una forza capace di ispirare, ma anche di suscitare malinconia, poiché destinata a svanire. La conclusione dell’ode richiama infatti la consapevolezza della fugacità della bellezza e della giovinezza, temi cari a Foscolo, che ne fanno un precursore del Romanticismo, pur nella struttura formale e nelle immagini mitologiche neoclassiche.
Stilisticamente, l’ode utilizza una ricca gamma di figure retoriche, tra cui la similitudine iniziale (la donna paragonata a una stella), la personificazione delle Ore e delle Grazie, e l’uso abbondante di immagini e simboli classici, che collegano l’opera alla tradizione greco-latina.
Conclusione
“All’amica risanata” è un componimento che mescola celebrazione e malinconia, esprimendo il fascino per la bellezza fugace e l’inevitabile nostalgia per la sua caducità. In questo, Foscolo sottolinea il ruolo della bellezza e dell’arte come uniche risorse che possono dare conforto di fronte alle difficoltà e alle delusioni della vita. L’ode diventa così una meditazione sulla bellezza umana, fragile e temporanea, e su come essa possa, anche se per poco, illuminare e sollevare l’animo umano.