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28 Dicembre 2019La poesia “La madre” di Giuseppe Ungaretti, fa parte della raccolta Il dolore (1947), ed è un intenso dialogo immaginario con la madre scomparsa, basato su un’esperienza spirituale profonda.
Ungaretti esplora il mistero della morte e il desiderio di riunirsi alla madre dopo il trapasso. Il poeta mette in scena la propria morte come un viaggio verso il divino, in cui spera di essere accompagnato dalla figura materna. L’elemento religioso e quello affettivo si fondono in un’opera che celebra la maternità e il perdono come vie di redenzione.
Testo e Parafrasi
“Testo della poesia La madre” di Ungaretti:
E il cuore quando d’un ultimo battito In ginocchio, decisa, Alzerai tremante le vecchie braccia, E solo quando m’avrà perdonato, Ricorderai d’avermi atteso tanto, |
Parafrasi:
Verso 1-4: Verso 5-8: Verso 9-11: Verso 12-14: Verso 15-16: |
Analisi
- Il tema della morte e del perdono
La morte è vista da Ungaretti non come una separazione definitiva, ma come un “muro d’ombra” da abbattere per ricongiungersi con la madre e, attraverso di lei, con Dio. L’espressione “muro d’ombra” suggerisce un confine che divide i vivi dai morti, ma che, una volta oltrepassato, lascia intravedere una possibilità di rinascita spirituale e di assoluzione. - Il ruolo della madre come guida
La madre appare come una figura santa, che accompagna il poeta nel passaggio dalla vita alla morte. Il gesto materno di “dare la mano” è rappresentato come un atto di dolcezza e rassicurazione, così come avveniva durante l’infanzia. La madre assume quindi un ruolo che va oltre la vita terrena: diventa mediatrice tra il poeta e il divino. - La dimensione sacrale
Ungaretti dipinge la madre in ginocchio, “decisa” e “come una statua davanti all’eterno”. Questi versi descrivono un’immagine che richiama l’iconografia religiosa, associando la figura della madre alla santità, alla devozione e alla preghiera. Il gesto delle “vecchie braccia” tremanti è simbolo di venerazione e umiltà, elementi che caratterizzano la sua figura. - L’attesa e il perdono
La madre sembra aspettare il poeta in una sorta di limbo spirituale, pronta a guardarlo solo dopo il perdono di Dio. In questa attesa traspare il senso del sacrificio materno: la madre aspetta in silenzio, paziente, il momento in cui il figlio riceverà la redenzione. Questa scena, che richiama la promessa del perdono cristiano, conferisce alla poesia una connotazione spirituale e rassicurante. - La commozione e il rapido sospiro
Il momento finale, in cui la madre ricorda “d’avermi atteso tanto” e mostra un “rapido sospiro”, è il culmine dell’attesa e del ricongiungimento. È un segno di commozione che, pur trattenuto, manifesta tutta l’intensità del legame tra madre e figlio. Ungaretti crea un’immagine di delicatezza e affetto senza enfatizzare il dolore, quasi a sottolineare la serenità del ritrovamento.
Commento finale
La poesia La madre esplora il tema della morte attraverso un’intimità familiare e un’affettuosa immagine di devozione. La madre è rappresentata come un’intermediaria tra il poeta e il divino, suggerendo che il legame tra madre e figlio è indissolubile e va oltre la dimensione terrena. L’intero componimento è avvolto in un senso di profonda religiosità: la madre non è soltanto la persona che Ungaretti ha amato, ma è anche una figura sacra, alla quale il poeta affida la propria anima nel momento della morte.
La rappresentazione della madre come un’icona di pazienza e amore devoto incarna un ideale di maternità universale e diventa anche simbolo della compassione e dell’attesa divina. Ungaretti crea un’atmosfera di quiete e dolcezza, dove il dolore per la morte è stemperato dalla speranza in una riunione celeste e dal desiderio di perdono.
Quest’opera è quindi una celebrazione dell’amore materno e del desiderio di pace, un canto che si eleva a un livello universale e che rivela tutta la profondità della visione religiosa di Ungaretti, per il quale la madre non rappresenta solo un ricordo, ma una guida verso la trascendenza e la speranza dell’eternità.