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28 Dicembre 2019Nella poesia “Alla mosca”, Montale ricorda Drusilla Tanzi in modo affettuoso e intimo.
Non è una celebrazione formale della moglie appena scomparsa, ma una riflessione poetica che, attraverso immagini simboliche e toni familiari, celebra una compagna di vita unica.
La “mosca” è un’affettuosa allegoria di Drusilla Tanzi, la moglie di Montale, da lui soprannominata proprio “la Mosca” per la sua miopia. La miopia, però, diventa paradossalmente simbolo di una capacità intuitiva e una sensibilità verso la vita e le persone.
Questa poesia è un omaggio profondo e intimo che Montale dedica alla memoria della moglie, scomparsa poco prima della stesura. Attraverso questo ritratto, il poeta esprime il legame speciale e la complicità che li ha uniti, inserendo anche una critica alla società, vista attraverso lo sguardo acuto e discreto di Drusilla.
Testo e parafrasi della poesia
Prime parti del testo senza parafrasi 2 |
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Testo (a fianco parafrasi) 4 Avevamo studiato per l’aldilà 5 |
Parafrasi:
Parte 4: Avevamo pensato a un modo per riconoscerci nell’aldilà, un fischio, un segno distintivo. Provo a ripeterlo con la speranza che siamo già morti tutti, senza rendercene conto. Parte 5: Non ho mai capito se fossi io il tuo cane fedele e malandato o se invece tu lo fossi per me. Agli occhi degli altri, tu eri solo un insetto miope, perso nelle chiacchiere mondane della società elegante. Quegli astuti non capivano quanto fossero ingenui: non sapevano che erano loro a essere oggetto di scherno, osservati persino al buio e smascherati dal tuo senso infallibile, da una sorta di radar simile a quello di un pipistrello. |
Altre parti del testo senza parafrasi
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Analisi del testo (parte quarta e quinta)
- Riconoscimento e speranza nell’aldilà:
- Montale fa riferimento al “fischio” o al “segno di riconoscimento” pensato per quando entrambi si sarebbero ritrovati nell’aldilà, un’allusione a una complicità speciale che va oltre la vita stessa. Con il verso “Che siamo tutti già morti senza saperlo”, il poeta introduce un tono disincantato e ironico. Il desiderio di contatto con Drusilla è espresso attraverso un linguaggio colloquiale che maschera un profondo dolore e al tempo stesso si interroga sul senso di una vita senza di lei.
- Un legame di reciproca fedeltà e affetto:
- Il poeta si domanda chi tra loro due sia stato il “cane fedele e incimurrito” (v. 2), un’immagine affettuosa e umile che rappresenta il reciproco affetto e lealtà. La descrizione di Drusilla come “cane fedele” rivela un rapporto simmetrico in cui entrambi si sostenevano a vicenda, un legame fatto di comprensione e di supporto, in cui Montale si mette quasi in secondo piano.
- Drusilla non è però vista dagli altri con la stessa comprensione e profondità con cui la vede Montale. Per la società, rappresentata da “l’alta società”, è solo un “insetto miope” (v. 6), uno scherzo e una figura marginale, incapace di apparire alla moda e di partecipare alle “chiacchiere” sociali. Montale rivela un senso di protezione e una certa amarezza nei confronti di chi non ha colto l’unicità di Drusilla.
- La critica alla mondanità e la visione intuitiva di Drusilla:
- La descrizione di Drusilla come osservatrice silenziosa rivela la sua capacità di comprendere la verità al di là delle apparenze, una “miopia” che si traduce in una visione interiore e intuitiva, un “radar di pipistrello” (v. 11) capace di smascherare gli altri anche nel buio. Drusilla è qui ritratta come una figura capace di vedere l’autenticità dietro le maschere sociali, una intelligenza silenziosa che la rende superiore agli altri.
- La metafora del “radar di pipistrello” attribuisce a Drusilla una sorta di “seconda vista”, un’intuizione infallibile che la rende capace di cogliere l’autenticità dietro la facciata delle convenzioni sociali, rappresentate dalle vuote conversazioni della società. Montale sottolinea con ammirazione la sua capacità di vedere anche “nel buio”, un talento che le permette di penetrare i segreti di chi si crede superiore.
Commento finale
In “Alla mosca”, Montale rende omaggio alla moglie scomparsa con un tono ironico e amorevole, trasformando un “difetto” come la miopia in un dono di profondità e sensibilità. Drusilla emerge come una figura schiva e acuta, in contrasto con la superficialità della mondanità. La poesia è impregnata di affetto e stima per una donna che non ha mai cercato il riconoscimento degli altri, ma ha mantenuto uno sguardo lucido e penetrante.
Montale condivide qui un’intimità che va oltre la morte, facendo di Drusilla una presenza costante, una compagna di vita e di pensiero che continua a vegliare su di lui con il suo “radar infallibile”. La sua miopia diventa un simbolo di lucidità interiore e di una capacità di discernere la verità autentica, un elogio della semplicità e della schiettezza in un mondo dominato dalle convenzioni sociali e dall’apparenza.