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28 Dicembre 2019Il sonetto “O sonno” di Giovanni Della Casa esplora il tema del sonno come conforto e sollievo dalle sofferenze umane, in uno stile che evoca atmosfere malinconiche e oscure.
Con un linguaggio elevato e classicamente composto, Della Casa dà voce a un lamento dolente, in cui il desiderio di trovare sollievo nel sonno si trasforma in una riflessione sul tormento interiore. Il sonetto segue lo schema ABBA ABBA CDC DCD ed è un esempio raffinato di poesia petrarchesca, con l’uso di metafore e richiami mitologici.
Testo e parafrasi
Testo O Sonno, o della quota, umida, ombrosa Soccorri al core omai, che langue, e posa Ov’è ’l silenzio, che ’l dì fugge, e ’l lume: Lasso! chè ’nvan tc chiamo, e queste oscure |
Parafrasi:
O Sonno, figlio placido della notte umida e ombrosa; tu, dolce conforto per gli uomini afflitti, dolce oblio che allevia i gravi mali che rendono la vita difficile e noiosa; vieni ora in aiuto al mio cuore, che si strugge e non trova riposo, e solleva queste membra stanche e fragili. Vieni da me, Sonno, e distendi le tue ali scure su di me e portami pace. Dov’è il silenzio, che fugge di giorno, e la luce tenue? Dove sono quei lievi sogni, che seguono il sonno con passi insicuri? Ahimè! invano ti invoco, e invano cerco di abbandonarmi a queste ombre oscure e gelide, che non danno sollievo. Che cuscino duro e scomodo! Che notti amare e dure! |
Analisi delle figure retoriche e stilistica
- Apostrofe e invocazione: Il sonetto si apre con un’apostrofe rivolta al Sonno (“O sonno, o della quieta, umida, ombrosa / Notte placido figlio”), conferendo al componimento una tonalità supplichevole e solenne. Il sonno è personificato e invocato come figura quasi divina, capace di offrire sollievo alle sofferenze.
- Personificazioni: La personificazione del Sonno come figlio della notte e del silenzio è una figura ricorrente nella poesia classica e rinascimentale. La notte è “madre” del sonno e diventa emblema di quiete e ristoro. L’“umida, ombrosa notte” evoca un’immagine di tranquillità, in cui il buio è associato alla calma e al silenzio.
- Metafore: Il sonno è definito “oblio dolce de’ mali” e “conforto” per gli uomini afflitti. Queste metafore fanno riferimento alla capacità del sonno di alleviare le fatiche e i dolori della vita, elevandolo a una dimensione quasi salvifica.
- Antitesi: L’ultima terzina mostra un’efficace antitesi tra l’immagine sperata del sonno come conforto e la realtà dolorosa e “acerba” delle notti vissute dal poeta, rese “dure” e prive di sollievo.
- Allitterazioni e assonanze: Della Casa utilizza suoni morbidi e avvolgenti, come nella sequenza “sogni che con non secure”, dove le allitterazioni e le assonanze accentuano il tono dolente e malinconico del sonetto, riflettendo il desiderio di pace e riposo del poeta.
- Parallelismi e ripetizioni: Termini come “invano” e “acerbe e dure” sottolineano l’inutilità della richiesta di sollievo. Questi parallelismi suggeriscono l’insistenza del poeta nel richiedere il sonno e la delusione per l’assenza di risposta.
Commento finale
Il sonetto “O Sonno” di Giovanni Della Casa affronta il tema dell’insonnia e dell’angoscia interiore attraverso immagini malinconiche e intime. La figura del Sonno, invocata come una presenza quasi divina e consolatrice, rappresenta per l’autore un desiderio di tregua dalle sofferenze della vita. Ma, come emerge dalle ultime terzine, l’anelato sonno si rivela inaccessibile: la notte, da rifugio, diventa “aspra” e “dura”, e le ombre che dovrebbero donare conforto rimangono “oscure e gelide”. La tensione tra la ricerca di pace e la consapevolezza dell’impossibilità di raggiungerla rende questo sonetto un componimento di grande intensità emotiva, dove il poeta si confronta con la propria condizione esistenziale.