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28 Dicembre 2019La poesia Ti libero la fronte dai ghiaccioli di Eugenio Montale mostra una scena invernale di quieta malinconia, in cui il poeta si rivolge a un interlocutore immaginario, forse un simbolo di sé stesso o della propria anima, colta in un momento di vulnerabilità.
Il linguaggio è essenziale e fortemente metaforico, in perfetto stile montaliano. Montale dipinge una scena in cui i riferimenti alla natura – il gelo, il sole pallido, le ombre e il nespolo – si intrecciano per rappresentare l’isolamento e l’estraneità dell’essere umano di fronte al mondo.
Testo e parafrasi della poesia
Testo 1. Ti libero la fronte dai ghiaccioli 5. Mezzodì: allunga nel riquadro il nespolo |
Parafrasi:
Ti tolgo dalla fronte i ghiaccioli È mezzogiorno: |
- Il gesto di cura e liberazione:
- I versi iniziali “Ti libero la fronte dai ghiaccioli” evocano un gesto affettuoso e liberatorio, come se il poeta stesse cercando di offrire sollievo a un’anima ferita e stanca. I “ghiaccioli” potrebbero rappresentare i dolori o le sofferenze accumulate lungo un percorso difficile, e l’atto di rimuoverli implica il desiderio di aiutare l’altro a liberarsi da un fardello.
- Il termine “ghiaccioli” suggerisce freddo e solitudine, mentre il verbo “liberare” introduce l’idea di uno sforzo per sciogliere questa freddezza, forse una metafora per superare angosce e sofferenze.
- Immagini di un viaggio difficile:
- Nei versi successivi, il poeta descrive l’interlocutore con “penne lacerate” dai “cicloni”. L’immagine di una creatura che ha attraversato tempeste e tempeste atmosferiche evoca una figura simile a un uccello – forse un’allegoria dell’anima o dello spirito, segnato da esperienze traumatiche.
- Le “penne lacerate” richiamano l’immagine di qualcuno che ha subito ferite profonde, quasi fisiche, dovute alla vita stessa, alla lotta quotidiana e ai dolori esistenziali. Anche il “destarsi a soprassalti” suggerisce l’inquietudine e l’angoscia che accompagnano chi ha vissuto forti traumi o ansie.
- Un mezzogiorno gelido e paradossale:
- Nel secondo quartetto la scena si sposta su un “mezzodì” insolito, in cui l’ombra del nespolo si allunga in maniera inusuale. Questa immagine introduce un contrasto tra l’orario che dovrebbe essere il momento di massima luce e la presenza di una natura fredda, che amplifica il senso di estraneità e dissonanza tra il mondo esterno e l’interiorità.
- Il “sole freddoloso” crea un ulteriore paradosso: il sole, simbolo di calore e vitalità, viene descritto come freddo, quasi alienato. Il mondo naturale, qui, appare spento e inospitale, riflettendo la condizione esistenziale del poeta.
- Le ombre che scantonano:
- Gli ultimi due versi parlano di “ombre alte” che “scantonano” nel vicolo, ignare della presenza del poeta o dell’interlocutore. Queste ombre, simbolo di figure o di presenze sfuggenti e lontane, riflettono l’idea di indifferenza e solitudine: nessuno sa della loro esistenza, nessuno si accorge delle loro difficoltà.
- Il verbo “scantonano” indica un allontanarsi o deviare bruscamente, come se queste ombre, simbolo dell’umanità o della società, si ritraessero di fronte al dolore e alla vulnerabilità altrui, accentuando l’alienazione del poeta.
Figure retoriche
- Metafora: Il “ghiacciolo” rappresenta simbolicamente il dolore accumulato; le “penne lacerate” evocano ferite profonde e sofferenze. Sono metafore che caricano il testo di un forte significato emotivo e doloroso.
- Personificazione: Il “sole freddoloso” è un’immagine di sole quasi umano, che si ritrae, come a rendere l’ambiente inospitale e distante.
- Ossimoro: Il contrasto tra “mezzodì” e “freddoloso” accentua la stranezza della scena, in cui anche i simboli di vita e calore sembrano distanti e indifferenti.
- Allitterazioni: La ripetizione dei suoni “s” e “l” nei primi versi crea un ritmo soffuso e malinconico, che avvolge il testo in un’atmosfera intima e sospesa.
Commento finale
Questa poesia di Montale è un esempio intenso della poetica dell’oggetto, in cui elementi concreti del mondo naturale (ghiaccioli, penne lacerate, ombre) vengono caricati di significati simbolici e psicologici profondi. La scena descritta è di grande intimità e riflette il disagio interiore del poeta, che proietta nella natura la propria sofferenza e alienazione.
Montale qui esplora il tema della solitudine esistenziale e della condizione umana in cui il dolore e il senso di estraneità diventano predominanti. Le immagini trasmettono la difficoltà di trovare conforto in un mondo che appare indifferente e distante, e l’invocazione a un “tu” non definito suggerisce la volontà del poeta di offrire sollievo a qualcuno – forse a se stesso – in un momento di vulnerabilità. La natura, in tutta la sua freddezza e distanza, riflette il senso di isolamento e mancanza di comprensione reciproca, accentuando il messaggio centrale della poesia: la difficoltà di connessione e il bisogno di calore umano in un mondo che sembra inaccessibile e inospitale.