Introduzione alle odi e ai sonetti di Ugo Foscolo
28 Dicembre 2019La cultura e le idee di Ugo Foscolo
28 Dicembre 2019La Lettera da Ventimiglia è uno dei passi più celebri delle “Ultime lettere di Jacopo Ortis” di Ugo Foscolo.
Scritta durante il soggiorno del protagonista, Jacopo, a Ventimiglia, questa lettera rappresenta un momento chiave per il romanzo e riflette uno dei temi centrali dell’opera: la perdita della patria e il senso di tradimento nei confronti dell’Italia.
Contesto
La lettera è scritta poco dopo il Trattato di Campoformio del 1797, con cui Napoleone Bonaparte cedeva Venezia all’Austria, evento che sconvolse profondamente Foscolo. Per lui, questo trattato segnò una grave umiliazione per l’Italia e il tradimento dei principi di libertà e indipendenza che Napoleone aveva proclamato. Foscolo trasferisce questo sentimento di disillusione politica nel personaggio di Jacopo Ortis, che esprime in questa lettera tutta la sua amarezza e il suo senso di sconfitta.
Analisi del contenuto
Nella Lettera da Ventimiglia, Jacopo si rivolge all’amico Lorenzo e descrive con parole accorate il paesaggio italiano, un paesaggio meraviglioso che però diventa per lui simbolo della triste condizione della patria. Osservando la bellezza naturale dell’Italia, Jacopo prova un senso di dolore e frustrazione: la bellezza della natura contrasta con la condizione di oppressione e sottomissione politica della nazione.
Il tono della lettera è profondamente malinconico, e Jacopo descrive l’Italia come una “terra bella e infelice”. Questo contrasto tra bellezza naturale e tristezza politica rappresenta il dramma di un popolo che, pur possedendo una grande eredità culturale e paesaggistica, è soggetto alla dominazione straniera. Jacopo parla della patria come di una madre oppressa, incapace di risollevarsi, e descrive i giovani italiani come “schiavi dispersi in paesi stranieri”, costretti a lasciare il proprio paese senza una prospettiva di ritorno.
Citazioni significative
Uno dei passaggi più celebri della lettera esprime tutto il dolore di Jacopo per la situazione italiana:
“Italia, Italia! Io ti chiamo, e le parole struggonsi su le mie labbra. O donne italiane! Io vi lascio: il mio sangue, il sangue dei miei amici è stillato invano.”
Qui, Jacopo invoca l’Italia come se fosse una persona amata e lontana. La sofferenza per l’impossibilità di agire a favore della patria e per il sacrificio di tanti giovani che hanno combattuto inutilmente si riflette in un linguaggio appassionato e drammatico.
Un’altra citazione emblematica è:
“Questa terra è pur troppo bella, sì; ma sì fatale! Non v’è un punto in tutta la superficie d’Italia che non serbi qualche vestigio della sua antica grandezza.”
Jacopo è diviso tra l’amore per il suo paese, così ricco di storia e di cultura, e la consapevolezza della sua decadenza politica e sociale. La bellezza del paesaggio italiano diventa per lui un doloroso ricordo dell’antica grandezza, ora perduta.
Temi principali
- Patriottismo e disillusione politica: Jacopo è il simbolo di una generazione delusa dalle promesse di libertà e di indipendenza. La lettera esprime la rabbia per il tradimento politico e la frustrazione di vedere il proprio paese sottomesso a potenze straniere.
- Amore per la patria e l’eredità culturale: La descrizione dei paesaggi italiani e la nostalgia per la gloria passata evidenziano un amore profondo per la cultura e la storia dell’Italia. Per Jacopo, il paesaggio diventa un simbolo dell’anima stessa della nazione.
- Il contrasto tra bellezza naturale e decadenza morale: La natura, così perfetta e sublime, è in contrasto con la condizione politica e morale dell’Italia. Questo contrasto esprime la tensione tra l’ideale e la realtà, che tormenta Jacopo e lo rende incapace di trovare pace.
Conclusione
La Lettera da Ventimiglia è uno dei momenti più alti delle “Ultime lettere di Jacopo Ortis”, dove Foscolo, attraverso il personaggio di Jacopo, esprime il proprio dolore e la propria delusione patriottica. La lettera è un manifesto di amore disperato per la patria, di denuncia del tradimento subito dall’Italia e di lamento per una condizione storica che sembra senza speranza. Foscolo, attraverso Jacopo, celebra la bellezza dell’Italia, ma allo stesso tempo mette in luce il dramma di un popolo incapace di risollevarsi e di riconquistare la propria dignità.