Introduzione alle odi e ai sonetti di Ugo Foscolo
28 Dicembre 2019La cultura e le idee di Ugo Foscolo
28 Dicembre 2019Nel romanzo Le ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo, la descrizione della Valle del Roja, situata nei pressi di Ventimiglia, è un momento di grande intensità emotiva e paesaggistica.
Questa scena si colloca in una delle lettere in cui Jacopo, il protagonista, racconta il suo peregrinare e riflette sul suo destino e sulla condizione umana.
Nella Valle del Roja, Jacopo è sopraffatto dall’isolamento e dalla bellezza selvaggia del luogo, che suscita in lui un profondo sentimento di malinconia e riflessione filosofica. Questa descrizione non è solo un’immagine paesaggistica, ma diventa un correlativo oggettivo delle emozioni del protagonista, una cornice naturale che riflette la sua interiorità e amplifica il suo senso di estraneità e tormento.
Descrizione del paesaggio
La descrizione della valle è caratterizzata da toni cupi e solenni, che esprimono il senso di isolamento e di distacco che Jacopo prova. Di seguito, una citazione dal testo:
“Già era sorta la luna, e con un raggio bianco e tremolante rischiarava la valle del Roja, le cui acque sbattendo sugli scogli raddoppiavano il romore delle onde del mare.”
In questa frase, Foscolo utilizza una luce lunare “bianca e tremolante” che crea un’atmosfera irreale e riflessiva, in cui il paesaggio diventa quasi spettrale. La luce lunare è una presenza costante e simboleggia la solitudine e la caducità della vita umana, mentre il “romore delle onde” raddoppia il senso di inquietudine interiore del protagonista. Le onde che si infrangono richiamano le turbolenze emotive di Jacopo, e il continuo movimento dell’acqua sui sassi suggerisce l’idea della forza inarrestabile del tempo e delle emozioni.
Natura e sentimento del Sublime
La descrizione della Valle del Roja è anche impregnata del senso del Sublime: il paesaggio non è rassicurante o armonioso, ma imponente e maestoso, suscitando ammirazione e paura. Foscolo, influenzato dalle teorie romantiche, rappresenta una natura che ha un potere quasi sovrumano, che incombe sugli uomini con la sua vastità e indifferenza. Jacopo è affascinato ma anche turbato dalla grandiosità della natura, che gli ricorda la sua insignificanza e mortalità.
“Tutto era silenzio, e si sentiva solo il fremito della selva battuta dal vento, che passava tra le fronde come un sospiro profondo.”
In questa frase, il silenzio e il fremito della selva danno al paesaggio una qualità mistica e misteriosa. La natura, personificata nel “sospiro profondo” del vento tra le fronde, sembra partecipare al dolore di Jacopo, amplificando il suo senso di smarrimento e di solitudine.
Riflessioni esistenziali e patriottiche
Nella Valle del Roja, Jacopo medita anche sulla condizione della patria e sul tradimento di Campoformio. La bellezza della natura contrasta con la tristezza della sua riflessione sulla situazione politica italiana. La valle diventa un luogo simbolico, in cui Jacopo, osservando la vastità e la forza della natura, si sente ancora più impotente e frustrato per la sorte della patria. La natura, eterna e immutabile, evidenzia il contrasto con la fragilità e la corruzione degli ideali umani.
“Qui, Lorenzo, ho pianto sopra il destino della nostra patria infelice, vedendo questa natura così rigogliosa e fiorente mentre noi siamo schiavi e disperati.”
La contemplazione della natura fa emergere in Jacopo il dolore per l’Italia, la cui bellezza è stata violata dalla dominazione straniera. La valle, così rigogliosa e incontaminata, diventa una metafora della patria che potrebbe essere libera e splendida, se non fosse soffocata da oppressori e traditori.
Conclusione
La descrizione della Valle del Roja in Le ultime lettere di Jacopo Ortis è uno dei momenti in cui il paesaggio diventa un riflesso dell’animo del protagonista. Foscolo, con uno stile ricco di pathos e immagini suggestive, fa della valle un simbolo della bellezza e dell’indifferenza della natura, in contrasto con le lotte e i dolori dell’uomo. La natura diventa così una sorta di specchio, amplificando il sentimento di alienazione, nostalgia e sconfitta che tormenta Jacopo e rappresentando allo stesso tempo la condizione dell’Italia oppressa e tradita.
Questa scena mostra quanto l’opera di Foscolo sia influenzata dal Romanticismo nascente, con l’uso della natura come elemento simbolico e l’esplorazione delle emozioni umane attraverso il paesaggio, conferendo al racconto un’intensa profondità psicologica e filosofica.