Il Saul di Vittorio Alfieri
28 Dicembre 2019Giuseppe Ungaretti nomade e i suoi fiumi
28 Dicembre 2019La poesia “Girovago” dall’ Allegria di naufragi del 1919 di Giuseppe Ungaretti riflette il tema dell’erranza e della dislocazione esistenziale, un argomento caro al poeta che ha vissuto personalmente la condizione del nomadismo e dello sradicamento.
Ungaretti, infatti, nato in Egitto e vissuto in diverse parti del mondo, sperimentò sulla propria pelle la condizione del viaggiatore perpetuo, incapace di trovare una casa o un luogo che lo radicasse stabilmente. Questa poesia esprime il senso di estraneità e alienazione che accompagna chi è sempre in movimento, alla ricerca di un luogo che possa davvero essere chiamato “casa”, ma che sembra sfuggire continuamente.
Testo e parafrasi di “Girovago” di Giuseppe Ungaretti
Testo della poesia di Ungaretti:
Campo di Mailly maggio 1913 In nessuna A ogni E me ne stacco sempre Nascendo Godere un solo Cerco un paese |
Parafrasi:
In nessuna Ogni volta e ora mi trovassi di nuovo Mi allontano sempre da questi luoghi Nasco come se fossi come se fossi stanco di un’esistenza Cerco un minuto desidero un paese innocente |
Analisi:
Il tema del viaggio è centrale in questa poesia, non inteso come un viaggio fisico, ma come una condizione esistenziale di continua instabilità e irrequietezza. La figura del girovago descritta da Ungaretti è quella di un uomo che non riesce mai a trovare un luogo in cui sentirsi realmente a casa. Questa condizione di esilio perpetuo non è legata solo a una dimensione geografica, ma soprattutto interiore. Non importa dove si trovi, il poeta è sempre un estraneo, incapace di stabilire un legame autentico con il luogo che lo circonda.
La ripetizione dell’idea di essere già stato “assuefatto” ai diversi climi che incontra suggerisce una sorta di déjà vu: ogni nuova esperienza appare come qualcosa di già vissuto, stancante, come se il poeta avesse già percorso tutte le possibili strade della vita e non trovasse più niente di nuovo da scoprire. Questa stanchezza esistenziale si manifesta nel termine “languente”, che indica una condizione di debolezza e apatia. Il girovago si sente spossato di fronte a ogni nuova tappa del suo viaggio, perché percepisce che non troverà nulla che possa rispondere al suo bisogno di novità o autenticità.
La poesia esprime anche un profondo senso di alienazione temporale. L’immagine di nascere come “tornato da epoche troppo vissute” suggerisce che la vita del poeta è oppressa da un senso di antichità, di tempo già consumato. È come se il poeta fosse stanco prima ancora di iniziare a vivere, perché ogni esperienza sembra già esaurita. C’è qui un parallelo con il concetto di “eterno ritorno”: l’idea che tutto ciò che viviamo è destinato a ripetersi, lasciando l’individuo in uno stato di perenne insoddisfazione.
Il desiderio di “godere un solo minuto di vita iniziale” rappresenta il sogno di tornare a una condizione di innocenza primordiale, dove la vita è ancora pura, non corrotta dalle esperienze passate e dalle disillusioni. Il girovago cerca un momento in cui poter sperimentare la vita come se fosse per la prima volta, libero dal peso del passato e delle “epoche troppo vissute”. Tuttavia, questo minuto di vita primordiale sembra essere irraggiungibile: il poeta continua a cercare, ma non riesce mai a trovare il paese “innocente” che possa offrirglielo.
Commento:
“Girovago” è una poesia che parla della condizione universale dell’essere umano, sempre alla ricerca di un luogo o di una condizione di appartenenza che però sembra sfuggire. Ungaretti descrive una forma di estraneità radicale, non solo verso il mondo esterno, ma anche verso se stessi. Il poeta è costantemente in movimento, ma questo movimento non porta a una meta definitiva, bensì a una perpetua sensazione di dislocazione e disorientamento.
La ricerca del paese innocente si può leggere come una metafora della ricerca di senso nella vita. L’essere umano, nella sua esistenza, desidera trovare un luogo, fisico o spirituale, in cui sentirsi a casa, un luogo privo di conflitti, di disillusioni e di complessità. Tuttavia, questa ricerca è destinata a rimanere insoddisfatta, perché la vita stessa è intrinsecamente segnata dalla perdita e dal passato che non può essere cancellato.
Il contrasto tra la ricerca di una vita “iniziale”, pura, e la realtà della condizione umana — una condizione di esperienza accumulata, di cicli vissuti e rivissuti — crea una tensione centrale nella poesia. Il poeta non può sfuggire al proprio bagaglio esistenziale, ma al tempo stesso desidera ardentemente una tabula rasa, una rinascita che gli permetta di vivere senza il peso del passato. È questo desiderio di purezza e di inizio che rende il girovago una figura tragica: colui che cerca incessantemente qualcosa che non potrà mai trovare.
La visione del mondo espressa in “Girovago” può essere collegata anche a una riflessione più ampia sulla modernità e sulla frammentazione dell’identità. In un mondo in rapido cambiamento, dove le certezze del passato sembrano sfumare, l’individuo moderno si trova spesso a sentirsi sradicato, incapace di trovare un senso stabile. Ungaretti cattura questa condizione con grande lucidità e sensibilità.
Conclusione:
“Girovago” di Giuseppe Ungaretti esplora la condizione di uno spirito inquieto, un individuo che non riesce a trovare pace o stabilità, né in se stesso né nel mondo che lo circonda. La poesia si nutre di un profondo senso di disillusione e di un desiderio di tornare a una condizione originaria, incontaminata dalle esperienze del passato. Tuttavia, questo desiderio rimane inappagato, e il poeta si ritrova condannato a un perpetuo movimento, sempre straniero e mai a casa. La forza della poesia sta nella sua capacità di esprimere con parole semplici, ma potenti, il senso di estraneità e di nostalgia per qualcosa che non può essere recuperato, un tema che risuona profondamente nell’esperienza umana universale.