La poetica della parola di Giuseppe Ungaretti
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28 Dicembre 2019La Canzone della Bassa evoca un’esperienza di profonda gioia e rinascita spirituale, descrivendo i sentimenti e le emozioni che accompagnano l’impegno caritativo dei giovani di Gioventù Studentesca (GS), movimento precursore di Comunione e Liberazione (CL), nelle zone della provincia di Milano, soprannominate “la Bassa”.
Testo della Canzone della Bassa
In Bassa io vado, io vado allegramente
e sono più felice di un grande presidente,
e quando mi trovo insieme a quei bambini
mi sento più grande di Puccini.
La la la…
In Bassa io cerco, io cerco qualche cosa;
non bastano i soldi non basta la morosa.
io cerco qualcosa, qualcosa per la vita
che non diventi mai arrugginita.
La la la…
In Bassa io trovo, io trovo un cuore nuovo,
e allora verso gli altri leggero spicco il volo,
la mia giornata è tutta una gran festa:
spalanco sempre più la mia finestra.
La la la…
Allora in Bassa ritorno allegramente,
l’umanità rinasce in me più dolcemente
e posso iniziar a giocar la mia partita:
è inutile sfogliar la margherita.
La la la…
Analisi del testo:
“In Bassa io vado, io vado allegramente / e sono più felice di un grande presidente” Il viaggio in “Bassa” non è solo fisico, ma anche simbolico: rappresenta un percorso verso la semplicità e la condivisione. La felicità che deriva da questa esperienza supera quella derivante dal successo o dalla posizione sociale (il “grande presidente”). Il contatto umano, in particolare con i bambini, genera un senso di grandezza che va oltre la celebrità o il potere, simboleggiato ironicamente dalla menzione di Puccini, celebre compositore.
“In Bassa io cerco, io cerco qualche cosa; / non bastano i soldi, non basta la morosa” L’esperienza nella Bassa porta il protagonista a cercare un senso più profondo della vita. La canzone sottolinea che né i beni materiali (“i soldi”) né le relazioni sentimentali (“la morosa”) sono sufficienti a soddisfare il bisogno esistenziale di pienezza. C’è una ricerca di qualcosa che dia significato duraturo alla vita, un valore che non si deteriora (“non diventi mai arrugginita”).
“In Bassa io trovo, io trovo un cuore nuovo, / e allora verso gli altri leggero spicco il volo” Qui emerge il cuore del messaggio: la caritativa trasforma il cuore di chi vi partecipa, rendendolo “nuovo”. Questa trasformazione interiore permette di “spiccare il volo” verso gli altri con leggerezza, superando gli egoismi e le preoccupazioni personali. Il senso della vita diventa una festa continua, riflesso di una finestra spalancata sul mondo e sugli altri.
“Allora in Bassa ritorno allegramente, / l’umanità rinasce in me più dolcemente” La ripetizione del ritorno in “Bassa” suggerisce la continuità dell’esperienza di servizio: non è un evento isolato, ma una pratica che rinfresca l’animo e rinnova l’umanità stessa del protagonista. Il linguaggio evoca dolcezza e rinascita interiore, temi centrali nella spiritualità del movimento, che vede l’incontro con l’altro come un’occasione per riscoprire il senso del vivere e della fraternità.
“e posso iniziar a giocar la mia partita: / è inutile sfogliar la margherita” L’ultimo verso chiude con una metafora sportiva e una allusione a un gesto classico dell’incertezza amorosa (“sfogliare la margherita”). Il protagonista, dopo aver trovato ciò che cercava, non ha più bisogno di incertezze o di fare scelte dubbiose: ha capito che la sua “partita” nella vita è giocata con gioia e consapevolezza.
Conclusione:
La Canzone della Bassa non è solo un inno alla gioia che scaturisce dall’atto di donarsi agli altri, ma anche una riflessione su cosa dia veramente senso alla vita. Attraverso il servizio, i giovani scoprono la bellezza della gratuità e l’importanza di un amore che non si consuma. La ripetizione del ritornello “la la la” dona un tono giocoso e leggero, riflettendo l’entusiasmo giovanile e la serenità che caratterizzano queste esperienze di caritativa.