Veglia di Giuseppe Ungaretti
28 Dicembre 2019Introduzione a Ungaretti
28 Dicembre 2019La poesia “Mattina” di Giuseppe Ungaretti è uno degli esempi più famosi della sua poetica essenziale e concisa.
Appartiene alla raccolta “L’Allegria” ed è stata scritta durante la Prima Guerra Mondiale, nel 1917. È una delle più brevi poesie della letteratura italiana, composta da soli due versi.
Testo della poesia:
Mattina
M’illumino
d’immenso.
Parafrasi:
Mi sento pervaso da una luce infinita, da una sensazione di vastità e apertura che mi riempie completamente.
Analisi:
“Mattina” è una poesia estremamente breve, ma nonostante (o forse proprio grazie a) la sua brevità, è carica di significato. Ungaretti, in soli due versi, riesce a trasmettere una sensazione di vastità e pienezza, di connessione con il mondo, quasi come se il poeta stesso si sentisse parte di qualcosa di immenso e sublime.
- L’uso della prima persona: L’inizio della poesia con “M’illumino” suggerisce un’esperienza profondamente personale e soggettiva. Ungaretti non descrive ciò che vede o ciò che lo circonda, ma si concentra su ciò che prova, sulla sua percezione di luce e immensità.
- Il verbo “illuminarsi”: È un verbo che ha una forte connotazione simbolica. Esso indica una rivelazione improvvisa, un momento di chiarezza interiore. In questo contesto, l’illuminazione non è solo fisica (come la luce del mattino), ma anche spirituale e emotiva. La luce può essere vista come simbolo di conoscenza, di consapevolezza, di pace.
- “D’immenso”: Questo secondo verso è altrettanto importante perché amplifica e completa il primo. L’immenso è indefinito, senza limiti, e qui sembra rappresentare il senso di vastità cosmica, di infinito, che il poeta percepisce. L’immenso può anche suggerire una fusione con l’universo, un’esperienza di armonia e apertura totale.
- L’assenza di punteggiatura: Ungaretti evita l’uso della punteggiatura per creare una continuità tra i due versi, quasi a suggerire che il momento di illuminazione e la percezione dell’immensità sono un unico flusso, una sensazione indivisibile e ininterrotta.
- Il contesto storico: Anche se la poesia non parla esplicitamente della guerra, non si può ignorare il contesto in cui è stata scritta. Durante la Prima Guerra Mondiale, Ungaretti scrisse molte delle sue poesie tra le trincee, in mezzo alla desolazione e al dolore. La brevità di “Mattina” e la sua luminosità possono essere lette come un momento di fuga dall’orrore del conflitto, un attimo di pace interiore in cui il poeta riesce a intravedere una sorta di vastità consolatoria e serena, nonostante il caos circostante.
Temi principali:
- La luce come simbolo: La luce è il tema centrale della poesia. Può rappresentare l’illuminazione interiore, la pace, la consapevolezza, oppure semplicemente il mattino che porta con sé un nuovo inizio. In ogni caso, la luce è qualcosa di positivo, che trasforma e riempie l’animo del poeta.
- Il rapporto con l’infinito: L’immenso, in questo contesto, è ciò che va oltre il singolo individuo, oltre i limiti umani. È l’infinito a cui il poeta si sente connesso, una vastità che lo pervade e lo riempie, portandogli una sensazione di pienezza.
- L’essenzialità della parola: In “Mattina”, Ungaretti dimostra una volta di più la sua capacità di condensare pensieri e emozioni in pochissime parole. Ogni parola ha un peso specifico, e anche la brevità della poesia diventa una caratteristica fondamentale per trasmettere l’intensità dell’esperienza.
Commento:
“Mattina” è un perfetto esempio di poesia ermetica, corrente letteraria di cui Ungaretti è uno dei principali esponenti. L’ermetismo si caratterizza per la brevità, l’essenzialità, e una certa oscurità del linguaggio poetico, che si distacca dalla tradizione per esprimere in modo immediato emozioni profonde e sensazioni interiori. Ungaretti, in questa poesia, sembra voler comunicare un’esperienza di grande intensità emotiva e spirituale utilizzando pochissime parole, affidandosi alla potenza evocativa del linguaggio.
La scelta di due soli versi richiama anche l’idea di un illuminismo momentaneo, di un attimo di grazia che si manifesta all’improvviso e che subito dopo si disperde. È un attimo, ma un attimo che racchiude l’infinito, e questo è uno degli aspetti più affascinanti della poesia.
L’immagine del mattino, con la sua luce che illumina e rivela, è anche una metafora di un nuovo inizio, di una rinascita. Questo aspetto è particolarmente significativo considerando il contesto bellico in cui la poesia è stata scritta: in mezzo alla devastazione e alla sofferenza, il poeta trova comunque un momento di luce, di speranza.
In conclusione, “Mattina” è un piccolo capolavoro di sintesi poetica, in cui Ungaretti riesce a esprimere in pochi versi un’esperienza universale: il contatto con l’immensità e la consapevolezza che, nonostante il dolore e la fatica del vivere, esiste una luce che può illuminare e dare senso all’esistenza.