Mattina di Giuseppe Ungaretti
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28 Dicembre 2019In “Fratelli”, Giuseppe Ungaretti individua nella comune condizione di fragilità e limite il cuore di una profonda umanità condivisa
Testo di “Fratelli”:
Mariano il 15 luglio 1916
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte.
Foglia appena nata
nell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità.
Fratelli.
Analisi e commento
“Fratelli” è una poesia di Giuseppe Ungaretti, scritta durante la Prima Guerra Mondiale. Composta di pochi versi, rappresenta un momento di fraternità tra soldati, accomunati dall’esperienza drammatica del conflitto. La domanda iniziale, “Di che reggimento siete?”, è una richiesta formale, ma assume una valenza profonda e universale: la parola “Fratelli” suggella un legame umano al di là delle gerarchie militari.
La parola tremante sottolinea la fragilità e la precarietà della vita, simboleggiata dalla “foglia appena nata”, immagine di vulnerabilità e speranza in un contesto di sofferenza. La poesia riflette la consapevolezza della fragilità umana e la ricerca di solidarietà in un mondo sconvolto dalla guerra.
Conclusione
Con una forte capacità di sintesi, Ungaretti riesce a trasmettere un messaggio universale di compassione e fratellanza, incarnando la sua poetica ermetica in un contesto di devastazione e dolore. La poesia diventa un rifugio che connette le anime umane, spezzando il silenzio con una domanda che risuona con un significato più profondo di quanto sembri.