Fratelli di Giuseppe Ungaretti
28 Dicembre 2019Una voce di Luigi Pirandello
28 Dicembre 2019Nella poesia “I Fiumi”, Giuseppe Ungaretti ripercorre tutta la sua vita attraverso i corsi d’acqua che l’hanno segnata
“I Fiumi” di Giuseppe Ungaretti
Testo della poesia:
Mi tengo a quest’albero mutilato
abbandonato in questa dolina
che ha il languore
di un circo
prima o dopo lo spettacolo
e guardo
il passaggio quieto
delle nuvole sulla luna.
Stamani mi sono disteso
in un’urna d’acqua
e come una reliquia
ho riposato.
L’Isonzo scorrendo
mi levigava
come un suo sasso.
Ho tirato su
le mie quattr’ossa
e me ne sono andato
come un acrobata
sull’acqua.
Mi sono accoccolato
vicino ai miei panni
sudici di guerra
e come un beduino
mi sono chinato a ricevere
il sole.
Questo è l’Isonzo
e qui meglio
mi sono riconosciuto
una docile fibra
dell’universo.
Il mio supplizio
è quando
non mi credo
in armonia.
Ma quelle occulte
mani
che m’intridono
mi regalano
la rara
felicità.
Ho ripassato
le epoche
della mia vita.
Questi sono
i miei fiumi:
questo è il Serchio
al quale hanno attinto
duemil’anni forse
di gente mia campagnola
e mio padre e mia madre.
Questo è il Nilo
che mi ha visto
nascere e crescere
e ardere d’inconsapevolezza
nelle estese pianure.
Questo è la Senna
e in quel suo torbido
mi sono rimescolato
e mi sono conosciuto.
Questi sono i miei fiumi
contati nell’Isonzo.
Questa è la mia nostalgia
che in ognuno
mi traspare
ora ch’è notte
che la mia vita mi pare
una corolla
di tenebra.
Analisi
“I Fiumi” è una poesia di Giuseppe Ungaretti, scritta il 16 agosto 1916 durante la Prima Guerra Mondiale, mentre il poeta combatteva come soldato al fronte, lungo il fiume Isonzo. La poesia è contenuta nella raccolta “L’Allegria” e rappresenta uno dei testi più emblematici di Ungaretti, dove si mescolano l’esperienza personale, la memoria e la riflessione esistenziale.
Struttura e stile
La poesia è scritta in versi liberi, senza punteggiatura, tipico stile ungarettiano che riflette la volontà di rappresentare un flusso di coscienza ininterrotto, con una sintassi franta e ridotta all’essenziale. Il ritmo è spezzato e frammentato, con immagini potenti e suggestive. Il linguaggio è semplice e concreto, ma allo stesso tempo denso di significati simbolici, richiamando continuamente elementi naturali ed esperienze personali.
Temi principali
- La fusione con la natura e l’acqua come elemento purificatoreLa poesia si apre con una scena di guerra: Ungaretti si trova in una dolina, un cratere scavato dall’artiglieria, in un paesaggio desolato. Tuttavia, il poeta cerca una connessione con la natura per sfuggire alla disumanizzazione della guerra. L’acqua, rappresentata dal fiume Isonzo, diventa l’elemento che lo purifica e lo riconnette alla sua essenza primordiale.
“L’Isonzo scorrendo / mi levigava / come un suo sasso.”
Ungaretti si sente levigato dall’Isonzo, come se il fiume lo riportasse a uno stato originario, naturale. Questo lavaggio non è solo fisico, ma soprattutto spirituale: il contatto con l’acqua rappresenta una forma di purificazione e di riconoscimento di sé.
- L’armonia con l’universo e il senso di appartenenzaNel cuore della poesia, Ungaretti riflette su se stesso come parte di un universo più grande, e attraverso la connessione con il fiume si riconosce come una “docile fibra dell’universo”. Il poeta raggiunge una consapevolezza profonda di sé, ma questa pace è precaria e condizionata dalla sua capacità di sentirsi in armonia con il mondo.
“Il mio supplizio / è quando / non mi credo / in armonia.”
La ricerca di armonia è un tema ricorrente in Ungaretti. Il poeta sa che la felicità e la serenità si trovano solo quando l’individuo è in sintonia con il cosmo, con la natura. Tuttavia, questa condizione è sempre fragile e rischia di essere spezzata dalle forze distruttive della guerra.
- Il ritorno alla memoria e i fiumi come simboli di vitaIl passaggio centrale della poesia è dedicato ai fiumi della vita di Ungaretti, che diventano i simboli delle tappe esistenziali del poeta. I fiumi evocati sono quattro, ognuno legato a una fase diversa della vita di Ungaretti:
- Il Serchio: il fiume della terra d’origine e della famiglia. È il simbolo delle radici e del legame con la tradizione contadina dei suoi avi.
“Questo è il Serchio / al quale hanno attinto / duemil’anni forse / di gente mia campagnola / e mio padre e mia madre.”
- Il Nilo: rappresenta il luogo della nascita e della prima infanzia, trascorsa in Egitto. È il fiume della giovinezza e dell’inconsapevolezza.
“Questo è il Nilo / che mi ha visto / nascere e crescere / e ardere d’inconsapevolezza / nelle estese pianure.”
- La Senna: simboleggia l’età adulta e il periodo di formazione a Parigi. È il fiume dove il poeta si è conosciuto, dove ha preso coscienza di sé.
“Questo è la Senna / e in quel suo torbido / mi sono rimescolato / e mi sono conosciuto.”
- L’Isonzo: rappresenta il presente del poeta, segnato dalla guerra e dalla ricerca di un equilibrio spirituale. L’Isonzo diventa il fiume in cui tutti gli altri si contano, dove il passato e il presente si fondono.
“Questi sono i miei fiumi / contati nell’Isonzo.”
- Il Serchio: il fiume della terra d’origine e della famiglia. È il simbolo delle radici e del legame con la tradizione contadina dei suoi avi.
- La nostalgia e il rapporto con la morteL’ultima parte della poesia esprime una profonda nostalgia e una riflessione sulla finitudine della vita. Il poeta, immerso nella notte, avverte il peso della mortalità, ma questa consapevolezza non è solo angosciante. Ungaretti paragona la sua vita a una “corolla di tenebra”, un’immagine poetica che esprime sia la bellezza che l’oscurità dell’esistenza.
“ora ch’è notte / che la mia vita mi pare / una corolla di tenebra.”
La vita è fragile e fugace, ma anche preziosa, come un fiore che sboccia brevemente nell’oscurità.
Commento
“I Fiumi” è una delle poesie più intense e personali di Ungaretti, dove il poeta riflette su se stesso e sulla propria esistenza, utilizzando l’immagine dei fiumi come metafora delle diverse tappe della sua vita. La guerra, che fa da sfondo alla composizione, non è mai espressamente descritta in termini di violenza, ma viene suggerita attraverso il contrasto tra la pace interiore che Ungaretti trova nel contatto con la natura e il disagio provocato dal conflitto.
La poesia rappresenta una ricerca di senso e una riconciliazione con la propria identità: i fiumi simboleggiano i luoghi fisici e spirituali che hanno formato Ungaretti, e il loro scorrere diventa un flusso di memoria che collega passato e presente. Il poeta cerca un equilibrio tra il caos della guerra e l’armonia della natura, tra la caducità della vita e l’eternità del cosmo.
Il senso di nostalgia e di transitorietà che pervade l’opera non è solo legato alla morte, ma esprime anche la consapevolezza della bellezza effimera della vita, una “corolla di tenebra” che, pur breve, risplende nel buio dell’esistenza umana.