Fratelli di Giuseppe Ungaretti
28 Dicembre 2019Una voce di Luigi Pirandello
28 Dicembre 2019Le riforme di Augusto, il primo imperatore di Roma (27 a.C. – 14 d.C.), sono state fondamentali per la stabilizzazione e la trasformazione dell’impero romano.
Queste riforme riguardarono molteplici ambiti: politico, amministrativo, militare, economico e sociale, e segnarono la transizione dalla Repubblica al Principato, un sistema ibrido in cui Augusto manteneva il potere assoluto sotto un’apparenza di governo repubblicano. La sua politica di riforme fu cruciale per garantire la pace e la stabilità interna, il cosiddetto Pax Augusta, che durò per gran parte del suo lungo regno. Analizziamo quindi le principali riforme di Augusto nei vari ambiti.
1. Riforme politiche e istituzionali
Augusto, pur accentrando il potere nelle sue mani, cercò di mantenere l’apparenza di rispettare le istituzioni repubblicane. Alcune delle riforme più significative in questo campo includono:
- Il titolo di “Princeps”: Augusto adottò il titolo di princeps senatus (primo tra i senatori) e si presentò come il “primo cittadino” (da cui il termine “Principato”), piuttosto che come dittatore o re. Questo gli permise di governare senza apparire un monarca, pur possedendo una forma di potere assoluto.
- Il potere tribunizio (tribunicia potestas): Ottenne il potere dei tribuni della plebe, il che gli permetteva di convocare il Senato e le assemblee, proporre leggi e, soprattutto, avere il diritto di veto. Questo era un potere enorme, poiché formalmente gli conferiva il controllo sulle decisioni politiche.
- Il potere proconsolare (imperium proconsulare): Augusto aveva un’autorità militare su tutte le province con legioni attive, in pratica le più importanti dal punto di vista strategico e militare, garantendosi così il comando dell’esercito e il controllo diretto sull’impero.
- Riforma del Senato: Augusto ridusse il numero dei senatori, portandolo a circa 600 membri, e ne selezionò molti personalmente. Rafforzò il ruolo consultivo del Senato, ma mantenne un controllo effettivo sulle decisioni principali, lasciando che questo organo rappresentasse una parvenza del vecchio potere repubblicano.
2. Riforme militari
La riforma dell’esercito fu essenziale per il consolidamento del potere di Augusto, che stabilizzò la struttura militare in modo da evitare le rivolte e la concentrazione del potere nelle mani dei generali:
- Creazione di un esercito professionale: Augusto professionalizzò l’esercito, rendendo il servizio militare una carriera a lungo termine. I soldati dovevano servire per circa 20 anni, e alla fine del servizio ricevevano una pensione o terreni.
- Creazione delle “coorti pretoriane”: Augusto istituì la Guardia Pretoriana, una forza militare d’élite che aveva il compito di proteggere la persona dell’imperatore. Questo corpo divenne una componente chiave del sistema imperiale e garantirà la sicurezza personale del princeps.
- Riforma delle province: Augusto divise le province in “imperiali” e “senatoriali”. Quelle imperiali erano le più turbolente e con legioni, che rimanevano sotto il diretto controllo di Augusto. Le province senatoriali, pacificate e meno problematiche, erano affidate al Senato. Questa divisione permise ad Augusto di mantenere il controllo diretto sulle risorse militari e strategiche.
3. Riforme amministrative
Augusto comprese che per mantenere il controllo su un impero vasto e complesso, era necessaria una burocrazia efficiente. Le sue riforme amministrative cercarono di centralizzare il potere pur mantenendo un’apparente continuità con il passato repubblicano.
- Creazione di un sistema di funzionari imperiali: Augusto istituì una rete di funzionari fedeli direttamente a lui, che amministravano le province, riscuotevano le tasse e garantivano l’ordine pubblico. Questi funzionari erano spesso cavalieri, un ordine che Augusto rafforzò notevolmente.
- Riforma del sistema fiscale: Augusto riformò il sistema fiscale per renderlo più equo e prevedibile. Introdusse tasse dirette (come il tributum capitis, una sorta di imposta di capo) e indirette (come il vectigal, un’imposta sulle merci). Questo sistema ridusse la corruzione e garantì un afflusso costante di entrate.
- Censimento e riforma agraria: Augusto ordinò censimenti regolari per contare la popolazione e per meglio distribuire le tasse e la gestione delle terre pubbliche.
4. Riforme sociali e morali
Augusto non si limitò a riformare le istituzioni politiche e militari, ma cercò di moralizzare la società romana attraverso una serie di leggi volte a migliorare i costumi e promuovere la stabilità familiare:
- Leggi sulla famiglia e sul matrimonio: Augusto promulgò una serie di leggi volte a incentivare il matrimonio e la procreazione tra i cittadini romani. Le Leges Iuliae (18 a.C.) punivano l’adulterio, incoraggiavano il matrimonio e imponevano sanzioni per chi rimaneva celibe. Il suo obiettivo era quello di incrementare il numero di cittadini romani e migliorare la moralità pubblica.
- Leggi contro il lusso e l’eccesso: Per promuovere la sobrietà e il decoro, Augusto limitò i fasti eccessivi nei banchetti e nell’abbigliamento, cercando di frenare l’eccesso di lusso che, secondo lui, stava corrompendo la nobiltà romana.
- Promozione dei culti tradizionali: Augusto cercò di restaurare la religione tradizionale romana, incentivando i culti degli antichi dèi e restaurando templi. Promosse la sua figura come protettore della religione e ripristinò la funzione del pontifex maximus, il sommo sacerdote, che ricoprì egli stesso.
5. Riforme economiche e infrastrutturali
La prosperità economica fu un altro obiettivo chiave di Augusto, e le sue politiche in questo settore contribuirono a garantire la stabilità dell’Impero.
- Monetazione: Augusto riformò il sistema monetario, garantendo una stabilità della valuta che favorì il commercio e la crescita economica. Introdusse nuove monete in oro, argento e bronzo che circolarono ampiamente nell’impero, stabilizzando l’economia dopo le crisi della tarda repubblica.
- Opere pubbliche: Augusto avviò un programma di grandi opere pubbliche, restaurando o costruendo edifici, templi, strade e acquedotti. Il suo famoso motto “Ho trovato una città di mattoni e l’ho lasciata di marmo” (Urbem latericium invenit, marmoream reliquit) riflette il suo impegno per abbellire Roma e renderla una capitale degna di un impero.
Conclusione:
Le riforme di Augusto trasformarono radicalmente Roma e l’Impero. Attraverso un’abile combinazione di innovazione e conservatorismo, Augusto riuscì a stabilizzare politicamente, socialmente ed economicamente un mondo che era stato scosso dalle guerre civili del I secolo a.C. Il suo Principato inaugurò due secoli di relativa pace e prosperità, e la sua eredità continuò a plasmare l’impero per secoli a venire. Tacito, pur critico della sua “dissimulazione” del potere assoluto, riconosceva implicitamente il valore del sistema augusteo per la sopravvivenza e la stabilità di Roma.