La coscienza di Zeno tra inettitudine e ironia
28 Dicembre 2019Biografia di Italo Svevo
28 Dicembre 2019“La coscienza di Zeno” di Italo Svevo è un romanzo fondamentale della letteratura italiana del Novecento, caratterizzato da una struttura innovativa e da una profonda riflessione psicologica.
Il romanzo, pubblicato nel 1923, utilizza la tecnica del monologo interiore e della psicoanalisi come dispositivi narrativi, attraverso i quali il protagonista, Zeno Cosini, racconta la sua vita con un tono ironico e spesso autoingannevole. Il tema centrale del romanzo è la discrepanza tra la percezione soggettiva della realtà e i fatti stessi, riflettendo così la crisi dell’identità e della verità nell’uomo moderno.
Uno dei brani più significativi del romanzo è quello che riguarda la morte del padre di Zeno, che non solo illumina il difficile rapporto tra padre e figlio, ma mette anche in luce il senso di colpa e il profondo disorientamento esistenziale di Zeno. Questo episodio è uno dei più intensi e simbolici, mostrando il conflitto interiore del protagonista.
Lettura del brano sulla morte del padre
Nel romanzo, Zeno descrive gli ultimi giorni di vita del padre malato, che muore improvvisamente durante una visita del figlio. Il rapporto tra Zeno e suo padre è complesso: il padre viene presentato come una figura autoritaria e distaccata, e Zeno si sente inadeguato e impotente di fronte alla sua malattia e, infine, alla sua morte. L’episodio culmina in un gesto violento e inaspettato che Zeno descrive con una sorta di stupore distaccato.
Ecco il brano in cui si verifica la morte del padre:
“Quando egli, sul punto di morire, levò la mano e mi colpì in faccia! Un ceffone! […] Il medico mi disse che quel movimento, che tanto mi era dispiaciuto, era stato proprio l’ultimo. […] Ma io pensai che in quell’ultimo lampo di vita mio padre avesse voluto castigarmi di tutta la mia vita.”
Analisi del brano
- Il ceffone e l’ambiguità del gesto: La morte del padre è anticipata da un gesto che Zeno interpreta come un colpo: un ceffone. Questo gesto è ambiguo e aperto a diverse interpretazioni. Il medico spiega che si trattava di un movimento incontrollato, un riflesso dovuto alla malattia, ma Zeno lo legge come una punizione simbolica per il fallimento della sua vita e il suo rapporto problematico con il padre. Il ceffone diventa così una proiezione dei sensi di colpa di Zeno, che si sente costantemente giudicato e inadeguato.
- Il rapporto padre-figlio: Il rapporto tra Zeno e suo padre è segnato da una tensione continua. Il padre rappresenta l’autorità, il rigore morale e il mondo delle responsabilità, tutto ciò che Zeno sente di non poter incarnare. Il padre è un uomo d’affari di successo, e Zeno vive questa relazione con una forte sensazione di inferiorità e di incapacità. La morte del padre non risolve questi sentimenti, anzi li acuisce, lasciando Zeno in balia della sua inettitudine e del suo costante senso di colpa.
- Il senso di colpa di Zeno: Zeno è un personaggio in costante conflitto con se stesso, incapace di prendere decisioni ferme e consapevole della propria debolezza. Il ceffone del padre morente è per Zeno l’ennesima conferma del suo fallimento. La sua interpretazione del gesto come un rimprovero finale riflette la sua tendenza a sentirsi in colpa anche quando le circostanze non lo giustificherebbero.
- La psicoanalisi e l’autoinganno: Questo brano è emblematico del tema dell’autoinganno che permea tutto il romanzo. Zeno interpreta il gesto del padre in modo conforme alla sua nevrosi: non riesce a distaccarsi dalle sue proiezioni mentali e costruisce una narrazione soggettiva che lo mantiene intrappolato nella sua insicurezza. La psicoanalisi, che nel romanzo appare come lo strumento con cui Zeno tenta di raccontare e comprendere la propria vita, si rivela inefficace nel risolvere i suoi problemi, poiché Zeno continua a manipolare i fatti per adattarli alla sua visione distorta della realtà.
- Simbolismo del gesto: Il ceffone può anche essere interpretato simbolicamente come un atto liberatorio. È il momento in cui Zeno si scontra con l’autorità paterna in modo definitivo, un gesto che sancisce la fine della relazione con il padre e che, paradossalmente, potrebbe anche segnare l’inizio di una sorta di emancipazione psicologica, sebbene Zeno stesso non ne sia pienamente consapevole.
Il rapporto con la figura paterna
La morte del padre è uno degli eventi che più profondamente influenzano il protagonista. Nel corso del romanzo, Zeno è sempre combattuto tra l’ammirazione e il risentimento verso questa figura. Il padre incarna una stabilità e una certezza che Zeno, uomo nevrotico e inetto, non riesce a raggiungere. Il conflitto tra padre e figlio si inscrive nella tradizione del romanzo psicologico, dove il padre è visto come simbolo dell’ordine sociale, del dovere e delle aspettative che la società impone al protagonista.
La crisi dell’individuo moderno
La morte del padre e l’interpretazione che Zeno dà del suo gesto finale sono emblematici della crisi dell’individuo moderno, incapace di trovare un equilibrio tra le proprie ambizioni e le proprie debolezze. Zeno è l’incarnazione dell’uomo inetto, un personaggio privo di una direzione precisa, incapace di affrontare la realtà senza deformarla attraverso il filtro del proprio io nevrotico.
In questo senso, “La coscienza di Zeno” è una riflessione sul fallimento dell’introspezione e della psicoanalisi come mezzi per trovare una risposta ai dilemmi esistenziali. Zeno racconta la sua vita, ma rimane intrappolato in un circolo vizioso di dubbi, colpe e autoinganni, incapace di superare il proprio malessere interiore.
Conclusione
Il brano sulla morte del padre in “La coscienza di Zeno” è una delle scene più emblematiche dell’opera di Italo Svevo. Attraverso questo episodio, Svevo esplora i temi dell’inettitudine, della colpa e del conflitto interiore che segnano la vita del protagonista. Zeno Cosini è un personaggio profondamente moderno, che rappresenta l’incapacità dell’individuo di trovare un senso nella propria esistenza, un uomo che, nonostante l’introspezione continua, non riesce a liberarsi dalle sue paure e contraddizioni.