Italo Svevo e lettura e commento di un brano del romanzo Una Vita
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28 Dicembre 2019“Uno, Nessuno e Centomila” di Luigi Pirandello è spesso considerato un capolavoro del relativismo, in quanto esplora in modo profondo e complesso la natura soggettiva della percezione e dell’identità umana.
Il romanzo mette in discussione la stabilità e l’universalità dell’identità, suggerendo che essa sia una costruzione fluida e mutevole, determinata dalle molteplici percezioni degli altri e dalla nostra stessa autoconsapevolezza.
Pirandello porta il concetto di relativismo agli estremi attraverso il personaggio di Vitangelo Moscarda, il cui tentativo di definire la propria identità si rivela essere un processo infinito e inafferrabile. Vitangelo scopre che non esiste una realtà oggettiva e univoca riguardo alla sua identità, ma piuttosto una molteplicità di interpretazioni soggettive che variano da individuo a individuo.
Il protagonista si rende conto che ogni persona lo percepisce in modo diverso, e ciò lo porta a una profonda crisi esistenziale. Questa consapevolezza del relativismo della propria identità lo spinge a mettere in discussione le sue relazioni, le sue azioni e persino la sua stessa esistenza.
Attraverso il personaggio di Vitangelo, Pirandello suggerisce che la realtà sia fondamentalmente instabile e soggettiva, e che la nostra identità sia costantemente influenzata dalle molteplici interazioni sociali e dalle percezioni degli altri. Questo atteggiamento relativistico nei confronti dell’identità umana mette in discussione le fondamenta stesse della conoscenza e della verità, invitando i lettori a interrogarsi sulla natura fluida e mutevole della realtà.