Canto trentesimo del Purgatorio vv. 55-145
28 Dicembre 2019La sintassi del nominativo
28 Dicembre 2019“Un grido” è una poesia di Umberto Saba che esplora il tema del trauma infantile e la sua influenza duratura sull’individuo.
Scritta con il consueto tono intimista e autobiografico di Saba, la poesia riflette un evento che segna profondamente la vita del poeta: la separazione dalla nutrice durante la sua infanzia. Questa figura materna sostitutiva rappresenta un legame fondamentale per il giovane Saba, e la sua partenza lascia un’impronta indelebile nel poeta. Il testo si sviluppa come un dialogo interiore tra il Saba adulto e il ricordo di quel trauma passato, segnato da malinconia e una profonda ricerca di pace.
Testo della poesia “Un grido” di Umberto Saba
Analisi
La poesia si apre con una scena potente: “Un grido s’alza il bimbo sulle scale”. Questo verso iniziale descrive il momento drammatico in cui il giovane Saba, bambino, viene separato dalla nutrice. Il grido del bambino rappresenta un dolore primordiale, un’espressione di angoscia pura di fronte all’abbandono. La figura della “donna che va via” è la nutrice stessa, il cui addio spezza per sempre qualcosa nel cuore del poeta: “Si frange per sempre un cuore in quel momento”. Il verbo “si frange” sottolinea la rottura irreparabile di un legame affettivo cruciale per il giovane Saba, un trauma che avrà ripercussioni per tutta la vita.
Il secondo movimento della poesia avviene con un salto temporale: “Adesso sono passati quarant’anni”. Il bambino è cresciuto ed è diventato un uomo, quasi un vecchio, esperto delle sofferenze della vita: “È Umberto Saba quel bimbo. E va, di pace in cerca”. Qui, l’autore esplicita il carattere autobiografico del testo, svelando che il bambino di cui si parla è lui stesso. La ricerca della pace è un tema centrale nella poetica di Saba, che spesso riflette su come le esperienze dell’infanzia abbiano plasmato la sua visione del mondo.
La figura della nutrice diventa simbolica: “Anche la nutrice fu di lasciarlo infelice, non volontaria lo lasciava”. L’abbandono non è volontario, ma comunque devastante. Questa frase riflette il sentimento di ingiustizia e incomprensione che Saba avverte da quel momento in poi. Da allora, infatti, “Il mondo fu a lui sospetto”. Il poeta sviluppa un rapporto conflittuale con il mondo esterno, che percepisce come nemico. Questo passaggio descrive un tratto comune nella poesia di Saba: la sensazione di un’esistenza segnata dalla lotta contro un ambiente ostile.
Un altro elemento importante nella poesia è l’orologio antico: “Appeso al muro è un orologio antico così che manda un suono quasi morto”. Questo orologio, che il poeta trova conforto nel regolare, diventa una metafora del tempo e della memoria. Simboleggia l’ordine che il poeta cerca di ristabilire nella sua vita, segnando una connessione tra passato e presente.
Infine, c’è un’ultima immagine di quotidianità e calore: “Anche gli piace a sera accendere il lume, restare da lei gli piace”. Nonostante il trauma e la distanza emotiva dal mondo, Saba trova consolazione nel mantenere piccoli rituali domestici e nel legame che ancora conserva con la nutrice. La scena si conclude con un tono affettuoso: “È tardi. Torna da tua moglie, Berto”, come se, nonostante tutto, la nutrice fosse ancora una figura di riferimento affettuosa e protettiva.
Commento
“Un grido” di Umberto Saba è un esempio perfetto della poetica intimista del poeta. La poesia riflette sulla memoria e sulla perdita, temi centrali nella sua opera. Il legame con la nutrice diventa simbolo di un affetto primario che, una volta spezzato, lascia una ferita duratura. Saba, pur nella sua maturità, rimane legato a questo trauma infantile, e il dolore che ne deriva si riflette in una visione del mondo in cui il poeta si sente perennemente minacciato e solo.
Il ricorrente bisogno di controllo—simboleggiato dall’orologio che Saba regola con affetto—riflette il desiderio di ristabilire ordine e sicurezza in un’esistenza che sembra costantemente sfuggire al controllo. Nonostante questo dolore radicato, tuttavia, la poesia si chiude con una nota di tenerezza: la nutrice, anche se fonte di sofferenza, rappresenta ancora per Saba un luogo di conforto, di appartenenza.
Conclusione
In “Un grido”, Umberto Saba esplora le profondità del dolore infantile e la sua influenza sulla vita adulta. Attraverso una scena di abbandono e il ricordo di una figura materna, Saba descrive la sua difficoltà a trovare pace e fiducia nel mondo. Tuttavia, nonostante il trauma, la poesia suggerisce che esistono ancora spazi di consolazione e affetto, incarnati nei piccoli gesti quotidiani e nel legame affettuoso con la nutrice.