Canto trentesimo del Purgatorio vv. 1-54
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28 Dicembre 2019L’episodio di Calandrino e l’elitropia è una delle novelle più famose del Decameron di Giovanni Boccaccio, contenuta nella sesta novella dell’ottava giornata.
In questa novella, Boccaccio racconta le disavventure di Calandrino, un personaggio sempliciotto e credulone, che diventa spesso oggetto di scherzi e burle da parte dei suoi amici. In questo caso specifico, Calandrino viene ingannato riguardo a una pietra magica, l’elitropia, che, secondo la leggenda, avrebbe la capacità di rendere invisibile chi la possiede.
La trama della novella
Calandrino, un pittore fiorentino di modeste capacità e con uno spiccato carattere ingenuo, viene ingannato dai suoi due compagni, Bruno e Buffalmacco, anch’essi pittori, che decidono di fargli credere all’esistenza dell’elitropia. I tre amici, insieme a un altro personaggio, Maso del Saggio, si recano a pian di Mugnone, una zona fuori Firenze, alla ricerca di questa pietra magica.
Maso del Saggio è colui che per primo instilla in Calandrino l’idea dell’esistenza di questa pietra, raccontandogli in modo molto convincente che l’elitropia ha il potere di rendere invisibile chiunque la porti con sé. Calandrino, avendo già una certa predisposizione a credere nelle leggende e nelle storie fantastiche, si lascia subito affascinare e decide di cercare la pietra, nella speranza di diventare invisibile e poter trarre vantaggio da questa condizione.
Una volta sul luogo, mentre Calandrino cerca con entusiasmo la pietra, Bruno e Buffalmacco iniziano a fingere di non vederlo. Quando lo chiamano senza ricevere risposta, e lo ignorano volutamente, Calandrino si convince di aver davvero trovato l’elitropia e di essere diventato invisibile. Felice e ignaro di essere vittima di uno scherzo, torna a casa credendo di non essere visto da nessuno.
Lo scherzo e la beffa finale
Quando Calandrino torna a casa, la moglie Tessa lo rimprovera aspramente per essere rientrato così tardi. Questo gesto lo disillude all’istante: se la moglie lo vede e lo sgrida, significa che non è diventato affatto invisibile! In preda all’ira e alla frustrazione, Calandrino incolpa la moglie di avergli fatto perdere il potere magico dell’elitropia, e, accecato dalla rabbia, arriva addirittura a picchiarla.
Bruno e Buffalmacco, divertiti dal successo dello scherzo, osservano la scena e ridono alle spalle del povero Calandrino, che è completamente ignaro di essere stato preso in giro per tutta la giornata.
Il significato e i temi
La novella di Calandrino e l’elitropia si inserisce perfettamente nell’atmosfera scherzosa e beffarda dell’ottava giornata del Decameron, dedicata a novelle che trattano di burle, scherzi e inganni.
- La credulità e l’ingenuità: Calandrino è un personaggio che incarna la credulità popolare e la semplicità d’animo. Si lascia ingannare facilmente, senza mai mettere in dubbio ciò che gli viene raccontato, soprattutto quando ciò che gli viene promesso sembra allettante, come nel caso dell’elitropia. La sua ingenuità lo rende facile bersaglio per le burle dei suoi amici.
- La beffa e la comicità: La novella sfrutta il meccanismo classico della beffa, un tema ricorrente in molte novelle del Decameron. Bruno e Buffalmacco mettono in scena uno scherzo elaborato, ingannando Calandrino con una storia plausibile ma fantastica, e giocando sulla sua credulità per creare una situazione comica. La scena in cui Calandrino si crede invisibile mentre i suoi amici fingono di non vederlo è uno dei momenti più esilaranti della novella.
- La critica sociale: Attraverso il personaggio di Calandrino, Boccaccio fa una leggera satira sulla credulità e sull’ingenuità di certe persone, in particolare di quelle appartenenti al ceto medio e popolare. La sua incapacità di distinguere tra realtà e fantasia, così come la sua tendenza a credere alle leggende, lo rende una figura che, seppur simpatica, è destinata a essere raggirata dai più furbi e astuti.
- Il ruolo della moglie: La figura della moglie di Calandrino, Tessa, aggiunge un ulteriore elemento alla beffa. Non solo Calandrino viene ingannato dai suoi amici, ma anche in famiglia subisce una sorta di “smacco” quando la moglie lo riconduce alla realtà con un rimprovero. Questo gesto, che in altre circostanze sarebbe stato normale, diventa nella mente di Calandrino la ragione della sua sconfitta, portandolo a scaricare su di lei la sua frustrazione.
Il simbolo dell’elitropia
L’elitropia, nella cultura medievale, era una pietra leggendaria associata a poteri magici, in particolare alla capacità di rendere invisibili. Nella novella, essa simboleggia il desiderio umano di ottenere poteri straordinari e sfuggire ai limiti della condizione mortale. Tuttavia, la facilità con cui Calandrino crede di aver trovato questa pietra riflette la sua superficialità e la sua incapacità di vedere la realtà per quello che è.
Il fatto che l’elitropia non esista e che tutto sia solo frutto di un inganno evidenzia l’importanza del raziocinio e della capacità di discernere tra verità e fantasia. Calandrino, privo di questa capacità, cade vittima del suo stesso desiderio di credere all’impossibile.
Conclusione
La novella di Calandrino e l’elitropia è un esempio classico dell’umorismo di Boccaccio, che attraverso la figura di Calandrino e il suo inganno riesce a costruire una situazione comica ma anche ricca di significato. La credulità di Calandrino diventa il centro della beffa, mentre il tema dell’invisibilità attraverso la pietra magica si rivela un espediente perfetto per esplorare i limiti della mente umana e la difficoltà di accettare la realtà.