La poesia nel quattrocento
28 Dicembre 2019Padre di Claudio Chieffo
28 Dicembre 2019Il “Manifesto tecnico della letteratura futurista” è un documento fondamentale del movimento futurista, redatto da Filippo Tommaso Marinetti nel 1912.
Il futurismo fu un movimento artistico e letterario nato in Italia all’inizio del XX secolo, caratterizzato da una forte rottura con la tradizione e da un’esaltazione della modernità, del progresso tecnologico e della velocità.
Il manifesto tecnico, pubblicato tre anni dopo il Manifesto del Futurismo (1909), rappresenta un’ulteriore evoluzione del pensiero di Marinetti e una guida pratica per la creazione di una nuova letteratura che potesse rispondere alle esigenze della società moderna. In questo testo, Marinetti espone le sue idee radicali sulla scrittura e indica le tecniche che gli autori dovrebbero adottare per rompere con il passato e creare una letteratura veramente futurista.
Punti principali del Manifesto
- Distruzione della sintassi tradizionale Marinetti propone di eliminare la sintassi tradizionale, che egli vede come un vincolo obsoleto e antiquato. Per dare espressione alla velocità e al dinamismo della modernità, è necessario liberare le parole dai vincoli grammaticali. La prosa non deve seguire le regole della punteggiatura convenzionale, ma fluttuare liberamente, senza periodi ben strutturati, con una forte enfasi sull’immediatezza e l’impressione.
“Abolire la sintassi, disporre i sostantivi a caso, come nascono.”
- Verbi all’infinito Un’altra caratteristica fondamentale della nuova letteratura futurista è l’uso dei verbi all’infinito. Secondo Marinetti, l’infinito verbale esprime in modo più diretto il dinamismo e l’azione, liberando la lingua dai tempi verbali rigidi, considerati troppo legati alla tradizione e alla stasi.
“Il verbo va posto all’infinito, affinché sia elasticamente disponibile e in grado di esprimere un’azione pura, libera dal soggetto e dalle sue interpretazioni.”
- Soppressione dell’aggettivo e dell’avverbio Nel suo rifiuto delle convenzioni linguistiche, Marinetti propone anche di eliminare gli aggettivi e gli avverbi, considerati elementi che appesantiscono il testo. L’aggettivo, infatti, tende a qualificare staticamente i sostantivi, mentre l’avverbio ostacola il flusso dell’azione. Marinetti vuole che le parole siano essenziali e che il loro significato emerga attraverso la loro energia intrinseca, senza orpelli.
“Abolire l’aggettivo, abolire l’avverbio.”
- Immagini simultanee e analogie Il simultaneismo è un concetto centrale nella letteratura futurista. La scrittura deve riuscire a cogliere la simultaneità degli eventi e delle emozioni, in modo da riprodurre la complessità del mondo moderno. Per farlo, Marinetti suggerisce l’uso di immagini analogiche, ovvero accostamenti improvvisi e apparentemente distanti tra loro, che possano produrre effetti visivi e sensoriali forti.
“Immagini analogiche: si costruiscono collocando le immagini in modo da sprigionare delle relazioni impreviste.”
- Distruzione dell’io Il rifiuto dell’individualismo è un altro punto fondamentale. La letteratura futurista deve rompere con la tradizione umanistica che esalta l’io e le sue emozioni. L’uomo del futuro non si deve contemplare, ma deve fondersi con la massa e con la macchina, diventando parte del flusso continuo dell’azione e del progresso. L’attenzione deve spostarsi dall’io individuale verso una visione collettiva e impersonale.
“L’io non deve esistere. Il mondo non si concentra più su un soggetto, ma sugli oggetti e sugli spazi che si muovono attorno a esso.”
- L’uso della “parola in libertà” Il concetto di parole in libertà è probabilmente il più rivoluzionario proposto da Marinetti. Egli sostiene che la letteratura debba rompere completamente con la tradizione della narrazione logica e coerente, in favore di un flusso libero e associativo di parole, suoni, immagini e sensazioni. Le parole devono essere libere da ogni costrizione sintattica e grammaticali e devono disporre di una propria autonomia visiva e fonetica.
“Sparare fuori le parole, utilizzando il ritmo, le forme tipografiche e la disposizione delle parole stesse sulla pagina per creare significato.”
- Distruzione delle vecchie forme poetiche Marinetti respinge categoricamente le forme poetiche tradizionali come la metrica, le rime e le strofe. Tutte queste regole sono considerate inutili nel contesto della nuova modernità. La poesia deve essere libera da schemi fissi, capace di rappresentare la velocità, il caos e l’intensità del mondo contemporaneo.
Impatto e eredità del Manifesto
Il “Manifesto tecnico della letteratura futurista” è stato rivoluzionario perché ha proposto un cambiamento radicale non solo del contenuto, ma anche della forma della scrittura. L’influenza del manifesto si è estesa ben oltre il movimento futurista, lasciando un’impronta significativa sulle avanguardie europee come il dadaismo e il surrealismo, che hanno fatto proprio l’uso delle immagini analogiche e la frammentazione della narrazione.
Marinetti voleva liberare la scrittura dagli schemi tradizionali e renderla un’esperienza visiva e sonora, capace di rappresentare il caos e la velocità della vita moderna. Il futurismo, con la sua esaltazione della tecnologia e della modernità, è diventato uno dei primi movimenti a riflettere in modo diretto le trasformazioni sociali e culturali prodotte dall’industria e dalla macchina.
Tuttavia, il futurismo è stato anche criticato per la sua vicinanza alle ideologie autoritarie e per la sua esaltazione della guerra e della violenza come mezzi di rinnovamento. Nonostante queste controversie, il contributo di Marinetti alla storia della letteratura resta notevole per l’audacia delle sue proposte e per la sua volontà di rompere con un passato ormai considerato inadatto a rappresentare la modernità.