Lettura e analisi del testo
Un uomo innaffia il suo campo. Poi scende / così erta del monte una scaletta, / che pare, come avanza, il piede metta / nel vuoto. Il mare sterminato è sotto.
Nella prima quartina, Saba descrive un uomo che svolge un’azione quotidiana e ordinaria: innaffia il suo campo. Tuttavia, questa scena semplice si arricchisce immediatamente di una suggestione visiva intensa: l’uomo scende una “scaletta” molto ripida, che sembra portarlo direttamente nel vuoto. Qui, Saba gioca con il contrasto tra la materialità del lavoro e l’immensità del paesaggio circostante: sotto la scaletta, il mare appare “sterminato”, amplificando il senso di vertigine e vastità.
Il paesaggio marino è una presenza costante in Saba, legato alla sua città, Trieste, e alla sua stessa visione dell’esistenza. Il mare diventa simbolo di qualcosa di infinito e misterioso, che si contrappone al piccolo, limitato campo che l’uomo sta coltivando. Questo contrasto fra l’infinito del mare e la concretezza del campo rappresenta anche il contrasto fra l’aspirazione dell’uomo e i limiti della sua vita quotidiana.
Ricompare. Si affanna ancora attorno / Quel ritaglio di terra grigia, ingombra / Di sterpi, a fiore del sasso. Seduto / All’osteria, bevo quest’aspro vino.
Nella seconda quartina, l’uomo riappare nella scena, impegnato nuovamente nel suo piccolo ritaglio di terra, descritto come “grigia” e “ingombra di sterpi”. L’immagine del lavoro si fa più dura, sottolineando l’ostinazione e la fatica che caratterizzano il rapporto tra l’uomo e la natura, soprattutto in un paesaggio così ostile come quello roccioso.
L’ultima immagine della poesia è quella del poeta stesso, che si siede all’osteria e beve un “aspro vino”. Questo passaggio rivela un momento di stasi, di riflessione, in cui l’osservatore, dopo aver assistito alla scena di fatica, si concede una pausa. Il vino “aspro” potrebbe suggerire l’essenza aspra e dura della vita, un elemento che viene però accolto e interiorizzato dal poeta. Il gesto del bere si collega a una forma di accettazione della realtà, con le sue durezze e difficoltà, in sintonia con la poetica di Saba, che spesso vede nella vita quotidiana una fonte di verità e bellezza, pur nelle sue asperità.
Commento
La poesia “Contovello” si sviluppa attraverso un’osservazione minuziosa e sensibile di un momento di vita comune. La scelta del villaggio di Contovello, situato vicino a Trieste, non è casuale: rappresenta un luogo aspro e faticoso, dove l’uomo e la natura convivono in un rapporto di sfida e adattamento. Il contrasto tra il piccolo, limitato campo e l’immensità del mare sottostante riflette il tema caro a Saba del rapporto fra il finito e l’infinito, tra il quotidiano e l’assoluto.
Il poeta non idealizza il paesaggio né il lavoro dell’uomo, ma ne coglie la fatica concreta. Il campo è “grigio”, “ingombro di sterpi”, e l’uomo si “affanna” intorno a esso. Tuttavia, proprio questa fatica quotidiana, questa lotta con la natura, è vista come una parte essenziale della vita umana.
L’immagine finale del poeta che beve “quest’aspro vino” nell’osteria introduce un elemento di distacco e contemplazione. Il vino, simbolo di una realtà dura ma accettata, richiama una delle tematiche centrali della poetica di Saba: l’accettazione della vita nella sua verità più semplice e concreta, senza illusioni. Il poeta osserva, partecipa, e infine si accomoda alla realtà, trovando in essa una forma di bellezza e autenticità, anche se aspra.
Tecniche narrative
Saba utilizza una sintassi semplice e fluida, che riflette il carattere concreto delle immagini presentate. La descrizione è nitida e quasi cinematografica: vediamo l’uomo, la scaletta, il mare, il campo. L’utilizzo del presente indicativo (“innaffia”, “scende”, “ricompare”) conferisce immediatezza alla scena, quasi come se il lettore fosse lì, a osservare l’azione in tempo reale.
Il paesaggio è descritto con precisione, ma senza sovraccarichi emotivi o simbolici. Saba riesce a suggerire significati profondi attraverso dettagli apparentemente semplici, come il contrasto tra il piccolo “ritaglio di terra grigia” e il vasto “mare sterminato”.
Conclusione
“Contovello” è una poesia che riflette in modo efficace la poetica di Umberto Saba, basata sulla ricerca della verità nella quotidianità e sulla rappresentazione onesta della realtà. Attraverso una scena ordinaria di lavoro agricolo, il poeta medita sul rapporto tra l’uomo e la natura, sulla fatica della vita, e sull’accettazione delle sue difficoltà. Il tutto espresso in un linguaggio limpido e accessibile, che fa della semplicità il suo più grande punto di forza.