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28 Dicembre 2019La poesia “Finestra” di Umberto Saba è un testo breve ma carico di suggestioni visive e simboliche.
Essa si sviluppa attraverso una descrizione del paesaggio che il poeta osserva dalla sua finestra, un paesaggio che diventa occasione per una riflessione interiore. In questa poesia, come in molte altre della sua produzione, Saba riesce a condensare pensieri e sentimenti complessi attraverso immagini semplici e quotidiane, in perfetta sintonia con la sua poetica della “verità” e del “realismo”.
Testo della poesia
Finestra di Umberto Saba
Il vuoto
del cielo sul colore di purgatorio
delle tegole.Dietro, la materna
linea dei colli; in basso l’erta dove
dai cornicioni del teatro calano
i colombi; verdeggia
un albero che poca terra nutre;
statue portano alati sulla lira;
fanciulli con estrose grida vagano
in corsa
Lettura e analisi del testo
Il vuoto / del cielo sul colore di purgatorio / delle tegole.
La poesia si apre con una visione del cielo che viene definito “vuoto” (significativamente isolato dal resto della poesia), un’immagine che suggerisce una sensazione di distanza e alienazione. Il cielo è descritto come se fosse privo di presenza, quasi un vuoto esistenziale, che sovrasta il colore delle tegole, le quali assumono una tonalità “di purgatorio”. Questa espressione è particolarmente significativa, poiché il “purgatorio” richiama uno stato di sospensione tra salvezza e dannazione, un luogo di attesa e di transizione. Il colore delle tegole, quindi, non è solo un elemento fisico, ma sembra acquisire una valenza simbolica, collegandosi a uno stato interiore di incertezza o riflessione.
Dietro, la materna / linea dei colli; in basso l’erta dove / dai cornicioni del teatro calano / i colombi;
In questa seconda parte, Saba amplia lo sguardo al paesaggio circostante, introducendo l’immagine dei colli. La “materna linea dei colli” è un’espressione che richiama la dolcezza e la protezione, come se i colli stessi rappresentassero una presenza rassicurante, familiare. Questo contrasto tra il vuoto del cielo e la “materna” presenza della natura sottostante crea un equilibrio tra il senso di smarrimento e quello di conforto, un tema ricorrente nella poesia di Saba.
In basso, l’erta del teatro diventa lo sfondo per un altro dettaglio simbolico: i colombi che “calano dai cornicioni”. I colombi, spesso simbolo di pace o di libertà, qui sembrano suggerire una continuità con la vita quotidiana, una discesa verso il mondo terreno, quasi a ristabilire un legame tra l’alto (il cielo vuoto) e il basso (la vita quotidiana).
verdeggia / un albero che poca terra nutre;
Questo verso introduce un’immagine di precarietà e resistenza: un albero che, nonostante abbia “poca terra”, riesce a crescere e a verdeggiare. L’albero diventa qui simbolo di vita e speranza, un segno di vitalità che persiste anche nelle condizioni più difficili. Questo elemento naturale fa da contrappunto all’immobilità delle tegole e del cielo, offrendo un segno di resilienza in mezzo alla staticità e al vuoto.
statue portano alati sulla lira;
L’immagine delle statue che portano “alati sulla lira” introduce un elemento di arte e mito. Le statue, spesso simbolo di eternità e bellezza classica, qui sembrano rappresentare una connessione con il mondo dell’arte e della poesia. La lira, strumento musicale associato ad Apollo e alla poesia, richiama l’armonia e la bellezza eterna, ma anche la distanza tra il mondo ideale dell’arte e quello reale dell’esistenza quotidiana. C’è qui un gioco di contrasti tra il peso della materia (le statue) e la leggerezza degli “alati”, tra la staticità della pietra e il dinamismo della musica e del volo.
fanciulli con estrose grida vagano / in corsa.
Il finale della poesia si anima con l’immagine di fanciulli che “vagano in corsa”, con “estrose grida”. Questi bambini rappresentano la vita, la spensieratezza e il movimento, in netto contrasto con la staticità del paesaggio e delle statue. La loro presenza introduce un elemento di vitalità e gioia, che chiude la poesia su una nota più luminosa. Le “estrose grida” dei bambini, con il loro carattere creativo e spontaneo, suggeriscono un modo di vivere più immediato e libero, un’energia vitale che si oppone alla malinconia o all’inerzia del resto del paesaggio.
Commento
“Finestra” è una poesia in cui Saba osserva il mondo esterno dalla sua finestra, ma allo stesso tempo riflette sul proprio mondo interiore. La visione del cielo vuoto e delle tegole di purgatorio, subito seguita dalla “materna linea dei colli” e dalla vitalità dei fanciulli, crea un contrasto tra immobilità e movimento, tra il senso di vuoto e l’energia vitale che attraversa la scena.
La finestra diventa un luogo simbolico di osservazione e meditazione, una soglia tra il mondo interiore del poeta e la realtà esterna. Saba utilizza immagini semplici e concrete, ma cariche di significato simbolico, per esplorare temi profondi come la solitudine, la speranza, e il rapporto tra vita e arte. L’albero che verdeggia nonostante la poca terra, le statue con la lira, i bambini che corrono con estrose grida: ciascuna di queste immagini si carica di una tensione tra opposti, tra stabilità e precarietà, tra silenzio e suono, tra staticità e movimento.
Tecniche narrative
Saba utilizza un linguaggio chiaro e accessibile, senza ricorrere a forme complesse o elaborate. La sua poesia si caratterizza per l’uso di immagini precise e quotidiane, che però assumono un valore simbolico attraverso la loro disposizione e il modo in cui vengono accostate. Il paesaggio viene descritto con una sintassi fluida, che passa dall’alto (il cielo, i colli) al basso (i fanciulli, l’albero), creando una sorta di movimento verticale che riflette il tentativo del poeta di trovare un equilibrio tra i diversi elementi della realtà.
Conclusione
La poesia “Finestra” riflette la capacità di Saba di cogliere e rappresentare la bellezza nascosta nella quotidianità. Attraverso una semplice osservazione del paesaggio dalla finestra, il poeta crea un quadro in cui si intrecciano sensazioni di vuoto e pienezza, di staticità e movimento, esplorando il rapporto tra l’individuo e il mondo che lo circonda. La vita, nonostante la sua precarietà e le sue difficoltà, continua a fluire, proprio come i fanciulli che corrono e giocano, animando il paesaggio con la loro energia e vitalità.