La Signorina Felicita di Guido Gozzano
28 Dicembre 2019A me pare uguale agli dei di Saffo
28 Dicembre 2019Nel “Notturno” (1921), Gabriele D’Annunzio si discosta dai temi estetizzanti e celebrativi del passato, mostrando un lato più intimo e riflessivo della sua personalità.
Quest’opera nasce durante un periodo particolarmente difficile della vita del poeta, quando, in seguito a un incidente aereo, egli rimane temporaneamente cieco. Immobilizzato in una stanza buia, costretto all’inattività fisica, D’Annunzio compone il Notturno dettando a sua figlia i suoi pensieri frammentati, registrati su strisce di carta, conosciute come le “cartigli”.
Il Nuovo Scriba
D’Annunzio si autodefinisce il “nuovo scriba”, una figura che rappresenta il suo nuovo ruolo di scrittore, costretto a scrivere in condizioni fisiche limitate. La definizione di “scriba” richiama l’idea di una scrittura più primitiva, quasi meccanica, che deriva da una necessità interiore di comunicare nonostante i vincoli fisici. Questa condizione lo obbliga a una nuova forma di espressione letteraria, meno focalizzata sulla grandiosità estetica e più sulla riflessione esistenziale.
Temi del “Notturno”
- Il dolore fisico e spirituale: La cecità temporanea e l’immobilità causate dall’incidente portano D’Annunzio a una profonda riflessione sul dolore, sul corpo umano e sui limiti della condizione umana. Questa esperienza, vissuta nella penombra, lo conduce a una nuova percezione del tempo e dello spazio, trasformando la sofferenza fisica in una dimensione metafisica.
- Citazione: “L’ombra è luce morta. La luce è ombra viva”.
Qui il poeta esplora la condizione di cecità e il modo in cui la percezione si trasforma: l’ombra non è semplicemente assenza di luce, ma assume vita propria nella riflessione del poeta.
- La memoria e il passato: Il “Notturno” si sviluppa come un mosaico di ricordi, riflessioni, immagini del passato che riaffiorano nella mente del poeta. La limitazione fisica lo spinge a riflettere su episodi della sua vita, sui suoi amori, le guerre e i momenti di gloria. Il tempo diventa fluido, e il poeta si muove liberamente tra passato e presente, esplorando la sua interiorità.
- La morte e la fragilità umana: Il tema della morte è centrale. L’incidente costringe D’Annunzio a confrontarsi con la sua fragilità e la possibilità della fine. La cecità lo porta a una condizione quasi di morte, un’assenza del mondo esterno che lo isola e lo fa riflettere su cosa significhi essere vivi.
- Citazione: “Nella stanza buia io sono solo, ma non solo come una volta credevo”.
Qui emerge la solitudine del poeta, che non è soltanto fisica, ma esistenziale. Egli si sente isolato dal resto del mondo, ma allo stesso tempo percepisce una profonda connessione con se stesso.
- La scrittura come salvezza: Nonostante il dolore e la privazione, D’Annunzio trova nella scrittura un modo per sfuggire all’oscurità. La scrittura diventa per lui uno strumento di resistenza, una via per rimanere connesso al mondo e continuare a esprimersi.
- Citazione: “Scrivo, e il dolore si fa parola, e la parola mi salva”.
La scrittura diventa una forma di catarsi, attraverso cui D’Annunzio può affrontare la sua sofferenza e trasformarla in un’opera d’arte.
Lo stile del “Notturno”
Il “Notturno” segna un cambiamento stilistico rispetto alla produzione precedente di D’Annunzio. Qui il linguaggio è più frammentato e meno solenne. Le frasi sono brevi, concise, come riflessi di pensieri immediati e non elaborati. Questo nuovo stile riflette la condizione di difficoltà del poeta, ma anche una maggiore introspezione e una volontà di abbandonare gli artifici stilistici per qualcosa di più vero e sentito.
Conclusione
Il “Notturno” rappresenta un momento cruciale nella produzione di D’Annunzio, segnando il passaggio da una poetica estetizzante e celebrativa a una più intima e riflessiva. Il “nuovo scriba” è un poeta che, nonostante le limitazioni fisiche, riesce a trasformare la sua sofferenza in un’opera letteraria profonda e toccante. La sua esperienza diventa universale, parlando della fragilità dell’esistenza umana e del potere della scrittura come mezzo di sopravvivenza e riscatto.