La Signorina Felicita di Guido Gozzano
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28 Dicembre 2019La novella del palafreniere Agilulfo e Teodolinda nel Decameron di Giovanni Boccaccio (III, 2) è uno dei racconti più celebri per la sua ironia e il suo spirito beffardo.
Narra la vicenda di un palafreniere che riesce a ingannare il suo re per trascorrere una notte con la regina. La storia si inserisce nella cornice tematica della giornata terza, in cui il tema centrale è quello degli amori che si concludono felicemente, dopo varie difficoltà o inganni.
Riassunto della Novella
La regina Teodolinda, sposa del re longobardo Agilulfo, senza accorgersene, viene sedotta dal palafreniere del re, un servo incaricato di accudire i cavalli reali. Il palafreniere, innamorato della regina, nota che il re Agilulfo visita spesso la camera della moglie, e decide di ingannare la regina imitando il sovrano.
Una notte, il palafreniere si veste con gli abiti del re e, senza essere riconosciuto, giace con la regina Teodolinda. Tuttavia, il re Agilulfo si accorge dell’inganno quando, poco dopo, visita la camera della moglie e nota che qualcosa non va. Infatti, la regina non lo accoglie con la solita sorpresa, mostrando invece un comportamento più disteso e poco sospettoso, come se fosse già stata visitata poco prima.
Sospettando il tradimento, il re inizia a cercare tra i suoi uomini chi potrebbe essere stato, e scopre che l’ingannatore è uno dei suoi palafrenieri, poiché questo ha lasciato tracce che lo portano a lui. Ma anziché ucciderlo, Agilulfo decide di impartire una punizione astuta: durante la notte, segna con un taglio di forbici i capelli del colpevole, in modo da poterlo riconoscere la mattina seguente senza clamore.
Il palafreniere, però, si accorge del taglio sui suoi capelli e astutamente corre a fare lo stesso taglio a tutti gli altri palafrenieri, rendendo così impossibile al re riconoscere chi sia l’effettivo colpevole. Di fronte a questo stratagemma, Agilulfo non può più fare giustizia e decide di non andare oltre, lasciando la situazione irrisolta, pur senza esprimere pubblicamente il suo disappunto.
Analisi
La novella è un esempio perfetto dell’abilità narrativa di Boccaccio nel combinare umorismo e riflessione sul comportamento umano, in particolare sull’astuzia e sulla capacità di ingannare. I protagonisti agiscono con intelligenza e furbizia: sia il palafreniere che il re si trovano coinvolti in una gara di astuzie, e anche la regina, pur inconsapevolmente, fa parte del gioco.
- Il palafreniere: rappresenta l’astuzia e la sfida all’ordine sociale. Da servo, riesce a ingannare non solo la regina ma anche il re, sovvertendo la gerarchia. L’abilità con cui riesce a proteggersi dal castigo di Agilulfo ne fa un personaggio astuto e scaltro, una figura tipica della narrativa del Decameron.
- Agilulfo: anche il re dimostra di essere intelligente e calcolatore. Il suo piano di tagliare i capelli del colpevole è un tentativo di punire senza clamore, mantenendo il suo onore e quello della corte. Tuttavia, alla fine, la sua intelligenza non è sufficiente per battere l’astuzia del palafreniere, e si trova costretto a cedere di fronte all’impossibilità di identificare il colpevole.
- Teodolinda: la regina appare come una figura passiva, ingannata sia dal palafreniere sia dal marito. Pur essendo centrale nella trama, non ha un ruolo attivo nella vicenda, ma è piuttosto uno strumento attraverso cui il palafreniere e il re agiscono e si confrontano.
Temi principali
- L’inganno e l’astuzia: La novella esplora come l’intelligenza e la furbizia possano essere utilizzate per sovvertire l’ordine sociale e come l’astuzia spesso prevalga sulla forza o sul potere. Il palafreniere, figura sociale inferiore, riesce a sopraffare il re e a non essere scoperto, proprio grazie alla sua astuzia.
- La gerarchia sociale: La storia mette in scena un ribaltamento dei ruoli gerarchici. Il palafreniere, servo del re, inganna il suo sovrano e ha successo. Questo ribaltamento dei ruoli è un tema ricorrente nel Decameron, dove l’abilità individuale, spesso rappresentata dall’astuzia, può sovvertire l’ordine sociale stabilito.
- La discrezione del potere: Agilulfo non agisce con la violenza o l’ira, ma tenta di risolvere la situazione con discrezione, cercando di mantenere il controllo della situazione senza pubblicizzare l’offesa subita. Questo atteggiamento sottolinea come il potere reale non debba sempre agire con forza, ma con intelligenza e razionalità. Tuttavia, anche questa strategia si rivela fallibile di fronte alla maggiore astuzia del servo.
- L’eros e la sessualità: La novella gioca anche sul tema della sessualità e del desiderio. Il palafreniere agisce spinto dal desiderio per la regina, e questa tensione erotica è un motore centrale della storia. Tuttavia, Boccaccio affronta il tema con ironia, senza moralismi, in linea con lo spirito della sua opera.
Commento
La novella si inserisce perfettamente nel contesto del Decameron, dove l’intelligenza e l’astuzia umana giocano un ruolo fondamentale per superare le difficoltà della vita. La vicenda del palafreniere Agilulfo e della regina Teodolinda, oltre a essere narrata con un tono ironico e leggero, solleva anche questioni più profonde riguardo alla natura del potere, del desiderio e dell’inganno. In questa novella, il potere reale è messo alla prova dall’astuzia del servo, e Boccaccio sembra suggerire che, di fronte alla furbizia umana, anche l’autorità più grande può risultare impotente.
Il risultato è un racconto che diverte, ma al contempo offre una riflessione acuta sul comportamento umano, sulla società e sul ruolo dell’inganno nella vita quotidiana.
Leggi qui sotto il testo della novella: