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28 Dicembre 2019La novella di Masetto da Lamporecchio (Decameron, III, 1) è una delle più divertenti del Decameron di Giovanni Boccaccio e affronta tematiche legate alla sessualità, al desiderio e all’ipocrisia, specialmente nel contesto di un luogo religioso, come un convento.
La storia si inserisce nel filone delle beffe, uno dei motivi ricorrenti nel Decameron, ed è ambientata in un convento di monache, un luogo in cui la promessa di castità e di controllo delle pulsioni carnali viene infranta.
Riassunto
Masetto, un giovane e robusto contadino di Lamporecchio, viene a sapere che le monache di un vicino convento stanno cercando un giardiniere. La situazione gli sembra favorevole per realizzare i propri desideri sessuali, poiché immagina che le monache possano essere inclini a trasgredire il loro voto di castità. Tuttavia, Masetto comprende che, per poter approfittare della situazione, deve trovare un modo per essere ammesso nel convento. Decide quindi di fingersi muto.
Quando arriva al convento e si presenta al fattore, costui, vedendolo bello e forte ma incapace di parlare, pensa che Masetto sia il candidato perfetto per lavorare senza suscitare preoccupazioni tra le monache. Masetto viene quindi assunto come giardiniere.
Le monache iniziano ben presto a notare la sua prestanza fisica e, una dopo l’altra, cedono alla tentazione di portarlo a letto, convinte che, essendo muto, egli non potrà mai raccontare le loro trasgressioni. Una volta che una delle monache inizia a soddisfare i propri desideri con Masetto, anche le altre seguono il suo esempio. Anche la badessa, alla fine, cade nella rete della tentazione.
Masetto, che si trova a dover soddisfare tutte le monache del convento, inizia a essere sopraffatto dalla fatica e decide di interrompere la sua finzione. Un giorno, improvvisamente, inizia a parlare, dicendo alla badessa e alle altre monache che non può più sostenere il ritmo delle loro richieste. Le monache rimangono scioccate nel scoprire che Masetto non è muto, ma non vogliono rivelare la loro colpa.
Alla fine, la badessa decide di fare un compromesso: Masetto continuerà a lavorare nel convento, ma con un ritmo meno frenetico. Masetto accetta e continua a vivere nel convento, godendo del lavoro e dei favori delle monache, ma in una maniera più equilibrata. Alla fine, quando lascia il convento, lo fa ricco e in buona salute.
Analisi
Masetto: Il Finto Innocente
Masetto è l’incarnazione dell’astuzia popolare e della furbizia contadina. La sua scelta di fingersi muto è un classico espediente di beffa: l’astuzia di un individuo di classe sociale inferiore che inganna e manipola quelli che dovrebbero essere i suoi superiori, in questo caso le monache del convento. Boccaccio, spesso, attraverso le sue novelle, esprime una sorta di simpatia per l’intelligenza pratica dei “furbi” che riescono a capovolgere le aspettative sociali e a ribaltare il rapporto di potere.
Masetto non è certo un modello di moralità; il suo obiettivo principale è quello di soddisfare i propri desideri sessuali. Tuttavia, la sua figura risulta simpatica, poiché il suo comportamento non è ipocrita: non finge di essere virtuoso e, anzi, sfrutta abilmente la situazione a suo vantaggio. L’ironia della situazione risiede nel fatto che, in un luogo consacrato alla purezza e alla castità, Masetto riesce a fare esattamente il contrario, utilizzando proprio la sua finta innocenza come strumento di potere.
Le Monache: L’Ipocrisia della Castità
Le monache sono descritte da Boccaccio come figure deboli, vittime dei propri desideri carnali. Il convento dovrebbe essere un luogo di preghiera e rinuncia ai piaceri mondani, ma Boccaccio lo trasforma in uno scenario di trasgressione e piacere nascosto. Le monache, che dovrebbero rappresentare la virtù, si rivelano incapaci di resistere al desiderio sessuale una volta che vedono il bel Masetto.
L’ipocrisia della castità è un tema ricorrente nel Decameron. Boccaccio, pur trattando il tema in maniera leggera e comica, mette in luce come la repressione sessuale imposta dalla religione porti inevitabilmente alla trasgressione. Le monache, una dopo l’altra, soccombono al desiderio, dimostrando la fragilità dell’essere umano di fronte alle pulsioni naturali. La badessa, che dovrebbe essere la guida spirituale del convento, è la prima a trasgredire, dimostrando come l’ipocrisia sia radicata anche nelle figure di maggiore autorità.
Il Potere del Silenzio
L’elemento del silenzio ha una forte valenza simbolica nella novella. Masetto sfrutta la sua “mutità” per ottenere ciò che vuole: il silenzio lo protegge dal pericolo di essere scoperto, ma allo stesso tempo lo rende complice di un segreto che le monache non possono rivelare. Il silenzio diventa così un’arma potente che consente a Masetto di manipolare la situazione senza dover mai pronunciare una parola.
Quando Masetto finalmente rompe il silenzio, lo fa in un momento strategico, quando è certo che le monache non possono più liberarsi di lui senza rivelare la loro colpa. Il silenzio, quindi, non è solo un elemento narrativo, ma diventa un simbolo del potere dell’inganno e della furbizia.
Commento
La novella di Masetto da Lamporecchio è un classico esempio dello stile comico e irriverente del Decameron. Boccaccio utilizza il personaggio di Masetto per mettere in ridicolo l’ipocrisia del clero e delle istituzioni religiose, che, nel loro tentativo di reprimere la sessualità, finiscono per diventare il teatro di trasgressioni nascoste.
L’abilità di Masetto nel capovolgere il potere a suo favore, pur appartenendo a una classe sociale inferiore, è una riflessione sui rapporti di classe: il contadino, considerato inferiore rispetto alle monache, riesce a manipolarle e a soddisfare i propri desideri. Boccaccio spesso gioca con questi capovolgimenti di ruolo, sottolineando come l’intelligenza e l’astuzia possano prevalere su qualsiasi gerarchia sociale.
Infine, la novella affronta con leggerezza e umorismo il tema della sessualità, presentando il desiderio sessuale non come qualcosa di peccaminoso, ma come un elemento naturale della vita umana. La satira contro le istituzioni religiose, in questo contesto, diventa una critica alle rigidità della morale cristiana medievale, che tenta di reprimere ciò che è naturale e inevitabile.
In sintesi, Masetto da Lamporecchio rappresenta perfettamente il tono del Decameron: irriverente, satirico e profondamente umano.
Leggi qui sotto il testo della novella: