Masetto da Lamporecchio. Decameron, III, 1
28 Dicembre 2019I pastori di Gabriele D’Annunzio
28 Dicembre 2019Il “periodo notturno” di Gabriele D’Annunzio rappresenta una fase critica e profondamente riflessiva della produzione letteraria dell’autore, avvenuta negli ultimi anni della sua vita.
Durante questo periodo, D’Annunzio, ormai anziano e ritirato nella sua residenza al Vittoriale degli Italiani, si dedica a una serie di scritti intimisti e contemplativi, caratterizzati da una forte introspezione e da un tono elegiaco.
Contesto storico e biografico
Il periodo notturno è collocabile tra gli anni Venti e Trenta, quando D’Annunzio fu ferito durante la prima guerra mondiale, e poi nel dopoguerra, quando si ritirò dalla scena pubblica e politica dopo un periodo di intensa attività sia come letterato sia come uomo politico e militare. La sua vita privata e le sue avventure amorose avevano alimentato il mito di una figura prorompente e carismatica, ma con l’avanzare dell’età, D’Annunzio si trova a fare i conti con la solitudine e la riflessione sulla propria esistenza e mortalità.
Tematiche principali
Introspezione e solitudine
I testi di questo periodo mostrano un D’Annunzio molto diverso da quello celebrativo e audace delle opere giovanili. La solitudine diviene un tema centrale, riflettendo la condizione psicologica dell’autore che, isolato al Vittoriale, si confronta con i fantasmi del passato e con l’ineluttabilità della fine.
Il tema della notte
La notte, intesa sia in senso metaforico sia letterale, assume un ruolo dominante. È il tempo della riflessione, della tregua dai rumori e dalle attività quotidiane, dove l’uomo si trova a nudo di fronte ai propri pensieri e alle proprie emozioni. Questa dimensione notturna permette a D’Annunzio di esplorare la sua interiorità con una sincerità e una profondità mai raggiunte prima.
La ricerca della bellezza e della perfezione
Nonostante il tono malinconico, la ricerca della bellezza continua a essere una costante nella produzione dannunziana. Tuttavia, in questo periodo essa si rivolge più verso una bellezza interiore e spirituale, piuttosto che estetica ed esteriore. D’Annunzio cerca di sublimare il dolore e la decadenza attraverso un linguaggio raffinato e suggestivo.
Stile e linguaggio
Il linguaggio di D’Annunzio nel periodo notturno è ricco e complesso, caratterizzato da immagini poetiche potenti e da una musicalità che avvolge il lettore. L’autore utilizza un lessico variegato e simbolico per esprimere le sue riflessioni più intime e per evocare atmosfere suggestive e misteriose.
Conclusione
Il periodo notturno di D’Annunzio rappresenta una fase di grande maturità artistica e umana, in cui l’autore si distacca dalle derive mondane e dai miti di grandezza per abbracciare una dimensione più personale e autentica. È un momento di bilancio esistenziale, in cui emergono la fragilità e la sensibilità di un uomo che, attraverso la scrittura, tenta di dare un senso alla propria vita e alla propria eredità culturale.