In principio era Dylan
28 Dicembre 2019Purgatorio XXI vv. 130-136 e XXIV vv. 1-51
28 Dicembre 2019“Don’t Think Twice, It’s All Right” di Bob Dylan è una canzone malinconica e riflessiva che racconta la fine di una relazione con un tono di rassegnazione e distacco.
Scritta nel 1962, è una delle sue ballate più celebri, in cui il narratore, pur esprimendo delusione e amarezza, cerca di accettare la situazione senza rimpianti e senza rancore, suggerendo che, alla fine, “va tutto bene”. La canzone rappresenta un mix di emozioni complesse – dall’amarezza all’accettazione, dalla tristezza all’ironia – con una narrazione poetica che è allo stesso tempo diretta e sfuggente.
Analisi del testo
Il distacco e la rassegnazione
It ain’t no use to sit and wonder why, babe
If’n you don’t know by now
And it ain’t no use to sit and wonder why, babe
It’ll never do somehow
Il brano si apre con una dichiarazione secca: non ha senso chiedersi il motivo della separazione se l’altra persona non ha ancora capito cosa non va. Dylan esprime un sentimento di rassegnazione, suggerendo che è inutile riflettere o analizzare ulteriormente la situazione. Il narratore ha accettato la fine della relazione, non cerca risposte e non si aspetta cambiamenti. La ripetizione del verso “it ain’t no use” (non serve a niente) sottolinea l’inutilità di qualsiasi tentativo di recupero o spiegazione.
La partenza
When your rooster crows at the break of dawn
Look out your window and I’ll be gone
You’re the reason I’m a-traveling on
But don’t think twice, it’s all right
Il narratore preannuncia la sua partenza, simbolicamente legata al canto del gallo all’alba, un segno del nuovo giorno che porta con sé il cambiamento. La persona amata è la ragione per cui se ne va, ma la frase “don’t think twice, it’s all right” (non pensarci troppo, va tutto bene) trasmette l’idea che, nonostante tutto, non ci sono rancori espliciti. C’è un distacco quasi freddo, in cui l’addio è inevitabile ma privo di drammaticità. Il narratore sembra cercare di ridurre l’impatto emotivo della separazione, invitando l’altro a non soffermarsi troppo.
La mancanza di comunicazione
And it ain’t no use in turning on your light, babe
That light I never knowed
And it ain’t no use in turning on your light, babe
I’m on the dark side of the road
La “luce” qui rappresenta il tentativo di riconciliazione o comunicazione. Il narratore dichiara che accendere quella luce, simbolo di speranza o riconciliazione, non ha senso. Dice di non aver mai conosciuto davvero quella luce, suggerendo che la loro relazione è stata priva della chiarezza o dell’intimità che avrebbe dovuto esserci. Il riferimento al “dark side of the road” (il lato oscuro della strada) indica la solitudine e la separazione. Anche se il narratore vorrebbe che ci fosse qualcosa capace di trattenerlo, conclude che il loro dialogo è sempre stato insufficiente.
Il distacco emotivo
So it ain’t no use in calling out my name, gal
Like you never done before
And it ain’t no use in calling out my name, gal
I can’t hear you anymore
Anche qui emerge l’idea del distacco irreversibile. La richiesta di non chiamare più il suo nome suggerisce che la connessione tra i due si è ormai spezzata. Il fatto che il narratore “non riesca più a sentirla” riflette il distacco emotivo e l’indifferenza ormai raggiunta. La relazione è finita al punto che anche un tentativo di richiamare il narratore sarebbe vano.
I once loved a woman, a child, I’m told
I give her my heart but she wanted my soul
But don’t think twice, it’s all right
In questa strofa, Dylan riflette sulla natura della relazione. L’amata è descritta come “una bambina”, sottolineando forse l’immaturità emotiva o una mancanza di reciprocità. Il narratore ha dato il suo cuore, ma l’amata voleva anche la sua anima, un desiderio che non poteva essere soddisfatto. Questa è una delle righe più amare della canzone, in cui emerge un senso di incomprensione e aspettative irrealizzabili. Tuttavia, il ritornello “don’t think twice, it’s all right” riafferma l’accettazione della fine della relazione senza indugiare troppo sul dolore.
L’addio definitivo
So long honey, babe
Where I’m bound, I can’t tell
Goodbye’s too good a word, babe
So I’ll just say, “Fare thee well”
Il narratore saluta con un “so long” (arrivederci), che suona meno definitivo e meno emotivo di un vero “addio”. Non sa dove sta andando, suggerendo una ricerca di sé o un futuro incerto. Tuttavia, l’addio è troppo pesante da dire, quindi preferisce un “fare thee well”, un saluto più leggero e meno drammatico. Questo riflette un desiderio di ridurre il peso emotivo della separazione.
I ain’t a-saying you treated me unkind
You could’ve done better but I don’t mind
You just kinda wasted my precious time
But don’t think twice, it’s all right
Il narratore non accusa esplicitamente l’amata di averlo trattato male, ma c’è un velato rimprovero: “You could’ve done better” (avresti potuto fare meglio). Tuttavia, nonostante la delusione, dichiara che non gli importa troppo. L’amara conclusione che l’amata abbia semplicemente “sprecato il suo tempo” trasmette il rimpianto per una relazione che non ha portato a nulla di significativo. Nonostante questa delusione, la canzone termina con la consueta dichiarazione di accettazione: “don’t think twice, it’s all right”, come se l’accettazione della situazione fosse l’unica via per andare avanti.
Temi principali
- La rassegnazione: La canzone esprime un profondo senso di accettazione della fine di una relazione. Il narratore non cerca di cambiare il passato né di salvare il rapporto; piuttosto, si distacca emotivamente e invita l’altro a fare lo stesso.
- La delusione e il rimpianto: Nonostante l’accettazione, emerge un sentimento di delusione per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato. Il narratore riflette sulla mancanza di comunicazione e sulla sensazione di aver dato molto più di quanto ha ricevuto.
- L’individualità e l’indipendenza: Il tema dell’individualità è centrale. Il narratore sceglie di andarsene, di seguire il proprio cammino, rifiutando di sacrificare la propria anima per una relazione che non funziona più. C’è un senso di autonomia e di necessità di libertà personale.
- Il distacco emotivo: Il narratore, pur mantenendo un tono quasi amichevole e leggero, esprime un chiaro distacco emotivo. La relazione è finita, e qualsiasi tentativo di riconciliazione sarebbe inutile.
Conclusione
“Don’t Think Twice, It’s All Right” di Bob Dylan è una riflessione complessa e sfaccettata sulla fine di una relazione. Con la sua mescolanza di amarezza, accettazione e distacco, la canzone cattura perfettamente l’ambivalenza che spesso accompagna la rottura di un legame affettivo. Il narratore è deluso, ma sceglie di non soffermarsi troppo sul dolore, preferendo accettare la fine con una sorta di rassegnata serenità.