Il gelsomino notturno di Pascoli
28 Dicembre 2019Dante Paradiso XXXIII vv. 67-145
28 Dicembre 2019A “Elia”, donna non bella, Marziale dedica un epigramma, incisivo per le scelte di contenuto e di stile.
Come sempre, Marziale usa la sua abilità poetica per coniugare sarcasmo e ironia, in questo caso su un tema apparentemente banale: la perdita dei denti a causa della tosse.
Testo e Traduzione
Testo in latino:
Si memini, fuerant tibi quattuor, Aelia, dentes:
Expulit una duos tussis et una duos.
Iam secura potes totis tussire diebus:
Nil istic quod agat tertia tussis habet.
Traduzione in italiano:
Se ricordo bene, Aelia, avevi quattro denti:
una tosse te ne ha tolti due e un’altra tosse altri due.
Ora puoi tossire tranquillamente tutto il giorno:
la terza tosse non ha più nulla da fare lì.
Analisi
In questi versi, Marziale, noto per i suoi epigrammi pungenti e satirici, affronta un tema apparentemente triviale — la tosse di Aelia che le ha fatto perdere i denti — per creare un effetto comico. Dietro la semplicità della descrizione si nasconde la classica ironia marzialiana, che trasforma un evento comune e personale in una battuta di spirito.
- La figura di Aelia: Aelia, presumibilmente una donna di una certa età, è ridotta ad avere solo quattro denti all’inizio della poesia. Questo dettaglio già suggerisce una condizione di debolezza e di fragilità fisica, che viene enfatizzata dall’effetto della tosse.
- L’effetto della tosse: Marziale gioca con la ripetizione del numero “due”, come se la tosse avesse una regolarità quasi matematica: due colpi di tosse, due denti persi. La semplicità con cui descrive l’azione enfatizza il carattere comico e paradossale della situazione.
- La svolta ironica: Nella terza riga, il tono cambia verso una sorta di “consolazione ironica”: ora Aelia può tossire liberamente, senza preoccupazione, perché non ha più denti da perdere. La sua situazione, per quanto tragica, viene trattata con leggerezza, quasi come se fosse liberatoria: la tosse non ha più “nulla da fare” perché non c’è più nulla da distruggere.
- Ironia del destino: La battuta finale, che sottolinea che la terza tosse “non ha più nulla da fare”, suggella il tono di derisione amichevole di Marziale. Non c’è più nulla da temere perché Aelia è ormai priva di denti, e la sua condizione è descritta in modo leggero, quasi fosse un paradossale miglioramento.
Commento
Questo epigramma mette in mostra il talento di Marziale nel trasformare dettagli della vita quotidiana in oggetti di satira e umorismo. L’apparente leggerezza della poesia non sminuisce la profondità dell’ironia. Marziale non intende solo fare una battuta sulla vecchiaia o sulla fragilità fisica; c’è anche una riflessione sottile sulla capacità umana di adattarsi e trovare “consolazione” anche nelle circostanze più ridicole o sfortunate.
Questo epigramma può essere letto come una satira della vecchiaia e della malattia, temi ricorrenti nell’opera di Marziale, ma lo fa con una leggerezza che non offende, ma piuttosto diverte. Il “rimedio” proposto — tossire senza paura perché ormai non c’è più nulla da perdere — è un classico esempio di come Marziale prenda situazioni apparentemente tragiche e le ribalti in chiave comica, un’arte che padroneggia perfettamente.
Inoltre, la struttura formale dell’epigramma — semplice, breve e incisiva — contribuisce a renderlo particolarmente efficace. Il lettore è colpito dalla rapidità con cui Marziale dipinge una scena e la trasforma in un commento sociale o personale.
Conclusione
In questo epigramma, Marziale offre una piccola, ma brillante illustrazione del suo stile inconfondibile: l’ironia, il sarcasmo e l’abilità di trasformare eventi quotidiani in una riflessione ironica sulla condizione umana. Aelia, ridotta alla perdita totale dei denti a causa di una banale tosse, diventa un personaggio grottesco ma, allo stesso tempo, emblematico della capacità umana di trovare umorismo anche nelle sventure.