Alleluia della forza di Chieffo
28 Dicembre 2019La commedia delle origini
28 Dicembre 2019Il funerale di Trimalchione è un episodio famoso tratto dal “Satyricon” di Petronio, un’opera satirica della letteratura latina.
Sintetizziamo gli aspetti più importanti dell’episodio e leggiamo un brano:
Contesto:
- Fa parte della “Cena Trimalchionis”, la sezione più lunga e meglio conservata del Satyricon.
- Trimalchione è un liberto arricchito, emblema del nuovo ceto sociale emergente nell’antica Roma.
Descrizione della scena:
- Durante il banchetto, Trimalchione decide di simulare il proprio funerale.
- Questo episodio rappresenta l’apice dell’ostentazione e dell’eccentricità del personaggio.
Elementi principali:
- Trimalchione fa suonare i corni funebri.
- Si stende su un letto funebre, fingendosi morto.
- Chiede agli ospiti di lodarlo come se fosse realmente deceduto.
- Legge il proprio testamento, elencando le sue numerose proprietà.
Significato satirico:
- Critica all’eccessiva ostentazione della ricchezza.
- Parodia dei funerali sontuosi dell’epoca.
- Riflessione sulla fugacità della vita e l’ossessione per la morte.
Caratterizzazione di Trimalchione:
- Rivela la sua vanità e il desiderio di controllo anche dopo la morte.
- Mostra la sua insicurezza sociale, cercando approvazione anche in un momento così estremo.
Stile e tecnica narrativa:
- Petronio usa l’umorismo e l’esagerazione per enfatizzare l’assurdità della situazione.
- Il racconto mescola elementi realistici e grotteschi.
Importanza nell’opera:
- È un momento culminante che riassume molti temi del Satyricon.
- Offre una critica pungente alla società romana dell’epoca.
Questo episodio è particolarmente significativo perché combina elementi di commedia, critica sociale e riflessione esistenziale, tipici dello stile di Petronio e della satira romana in generale.
Lettura di un brano:
Mentre noi tracanniamo e osserviamo con gli occhi sgranati tutto quel ben di dio, arriva un servo con uno scheletro d’argento costruito in maniera tale che lo snodo delle vertebre e delle giunture permetteva qualunque tipo di movimento.
Dopo averlo buttato a più riprese sul tavolo facendogli assumere varie posizioni grazie alla struttura mobile, Trimalcione aggiunge:
«Ahimè, miseri noi, che cosa da nulla è un pover’uomo.
Noi tutti saremo così il giorno che l’Orco ci prende.
Ma allora viviamo, finché godere possiamo».
35 A questo elogio funebre segue una portata inferiore all’attesa, ma capace di far spalancare gli occhi a tutti per la sua assoluta originalità.
Era infatti una grossa teglia rotonda che aveva tutto intorno i segni dello zodiaco, sopra ciascuno dei quali il cuoco aveva piazzato una specialità appropriata al simbolo: sull’Ariete dei ceci di Arezzo; sul Toro un quarto di bue; sui Gemelli testicoli e rognoni; sul Cancro una corona; sul Leone fichi africani; sulla Vergine una vagina di scrofa; sulla Libra una bilancia con una focaccia in un piatto e un polpettone nell’altro; sullo Scorpione un pesciolino di mare; sul Sagittario un gufo; sul Capricorno un’aragosta; sull’Acquario un’oca; sui Pesci due triglie.
Al centro, poi, una zolla di terra strappata con tutta l’erba attaccata sosteneva un favo di miele.
Uno schiavetto egiziano distribuiva pane caldo in giro prendendolo da un forno portatile d’argento. … e anche lui con una voce d’inferno attacca una tirata dal mimo Il venditore di silfio.
Ma quando Trimalcione si accorge che quei cibi tanto ordinari non li abbiamo accolti con troppo slancio, dice: «Abbiate fiducia e pensiamo a mangiare: il meglio della cena è proprio questo».