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28 Dicembre 2019Decadentismo e naturalismo
28 Dicembre 2019In Correspondances si teorizza un rapporto intenso tra le cose, purché si sia capaci di intenderlo, occorre assumere uno sguardo sulla realtà, come quello del poeta simbolista .
IV – Correspondances
Nella prima sezione, Spleen et Idéal, la quarta poesia è Correspondances.
La Nature est un temple où de vivants piliers
Laissent parfois sortir de confuses paroles; L’homme y passe à travers des forêts de symboles Qui l’observent avec des regards familiars. Comme de long échos qui de loin se confondent Dans une ténébreuse et profonde unité, Vaste comme la nuit et comme la clarté, Les pafums, les couleurs et les sons se répondent. Il est des parfums frais comme des chairs d’enfants, Doux comme del hautbois, verts comme les prairies, – Et d’autres, corrompus, riches et triomphants, Ayant l’expansion des choses infinies, Comme l’ambre, le musc, le benjoin et l’encens, Qui chantent les transports de l’esprit et des sens. |
La Natura è un tempio dove incerte parole
mormorano pilastri che son vivi, una foresta di simboli che l’uomo attraversa nel raggio dei loro sguardi familiari. Come echi che a lungo e da lontano tendono a un’unità profonda e buia grande come le tenebre o la luce i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi. Profumi freschi come la pelle d’un bambino, vellutati come l’oboe e verdi come i prati, altri d’una corrotta, trionfante ricchezza che tende a propagarsi senza fine – così l’ambra e il muschio, l’incenso e il benzoino a commentare le dolcezze estreme dello spirito e dei sensi. |
- 1° Strofa. La natura è paragonata ad un tempio, luogo costruito dall’uomo. I suoi pilastri sono vivi e mormorano confuses paroles, parole che non sono chiare perché espresse in una lingua che non è quella della ragione e che dobbiamo interpretare. Una foresta di simboli interpretabili attraverso una chiave (il linguaggio codificato); la natura non parla il linguaggio dell’uomo, e per questo l’uomo deve interpretarlo. Tuttavia questi simboli, questo linguaggio simbolico, risulta familiare in quanto noi stessi facciamo parte della natura; la comprensione del suo linguaggio non ci è dunque preclusa, è comprensibile, purché ci si sforzi.
- 2° Strofa. Quello della natura, più che un linguaggio, è una eco. Noi cogliamo solo gli echi delle sue parole; è seguendo questi echi che possiamo capire qualcosa, e se ci sforziamo di farlo, vedremo che suoni corrispondono a colori, colori a profumi. I sensi dell’uomo sono distinti in 5, ma in realtà sono uniti: l’uomo percepisce la realtà attraverso cinque sensi, ma il messaggio della natura è unico, in un unico linguaggio per comprende il quale occorrerebbe avere un unico ipersenso.
- 3° Strofa. profumi vellutati: olfatto e tatto si mescolano anche con la musica dell’oboe. Altri vuol dire molteplici.
- 4° Strofa. Gli elementi si propagano senza fine e si uniscono.
Il simbolismo. Da questo sonetto si fa partire l’idea di simbolismo; il misterioso stare insieme degli esseri in questo universo. L’attenzione in ogni caso è tutta verso l’oggetto artistico, è in questo luogo, l’arte, che si coglie la complessa amalgama della realtà.
Il metro. Sonetto, in versi alessandrini, così vengono chiamati i doppi senari (6 + 6), che in italia hanno come corrispettivo il verso martelliano, ovvero 7 + 7. Anche se l’alessandrino ha lo stesso valore per la poesia francese come l’endecasillabo per quella italiana.
Il rigore metrico non toglie nulla all’originalità dell’opera d’arte, non è una costrizione, anzi aiuta la creatività a maturare.
Spiragli di luce. Correspondances è una poesia che lascia un barlume di speranza. Testi come questo convivono con altri come Spleen, caratterizzati da un tragico pessimismo ed esprimono la complessità del pensiero di Baudelaire che pare in questo caso contraddirsi.
Del resto anche Erws e qanatos coesistono, pur essendo due forze antitetiche, costituendo due aspetti della vita umana. I poeti decadenti esasperano questo contrasto tra amore e morte. Laldilà, la notte, la culla intesa come una bara sono tutti temi del decadentismo, e presenti anche in D’Annunzio. Nella poesia Il Vampiro, di D’annunzio, la donna è rappresentata come un vampiro che succhia il sangue all’uomo, ovvero la vita, il poeta vorrebbe liberarsi di questo amore, ma la morte non lo vuole, lasciandolo in uno stato di morto vivente, tipico dei vampiri.
Au fond de l’inconnu. L’ultima delle cinque sezione di Les fleurs du male si intitola La Mort, e l’ultima delle poesie ivi contenute è intitolata Voyage: una poesia molto lunga i cui celeberrimi versi finali sono
Nous voulons, tant ce feu nous brûle le cerveau,
Plonger au fond du gouffre, Enfer ou Ciel, qu’importe?
Au fond de l’Inconnu pour trouver du nouveau!
In Spleen c’è cieca disperazione e angoscia;
In Correspondances c’è l’intuizione di una realtà che ancora nasconde misteri;
In Voyage c’è la ricerca del nuovo, ma non viene detto dove e come trovare questo nuovo.
Il nouveau: un programma incompiuto. I cosiddetti paradisi artificiali sono un possibile ambito per la ricerca del nuovo, e Baudelaire entra in essi facendone ampio consumo, pur sapendo che alcool e droghe non portano a nulla, che non sono essi la chiave che apre le porte verso l’inconnu. L’invocazione al nuovo resta in Baudelaire fondamentalmente un programma incompiuto: un appello disperato, l’autore è in costante ricerca dell’assoluto, ma è pienamente consapevole del fatto che l’assoluto non esiste, e non lo si può attingere sulla terra.
Brevi aperture. E una posizione di cieco pessimismo nella quale tuttavia non mancano delle aperture: una di queste aperture è costituita dall’arte stessa, tramite la quale l’artista può formare una realtà a sé stante. L’arte è una scelta consapevole in cui per Baudelaire a prevalere è sempre l’intelletto sulla passione. Solo la freddezza dell’intelletto produce il massimo del controllo necessario per questo tipo di arte. Il credito concesso all’intelletto tuttavia non esclude la presenza di misteri insondabili, si riconosce al cosmo il suo mistero, che viene indagato ed imitato dall’artista, il mistero è una sorta di retro della realtà che l’artista evoca anche con il suono delle parole. C’è la realtà conoscibile e il suo retro sconosciuto.
Surrealtà è un termine Baudelairiano; surnaturalisme è un arte che distrugge le cose in linee, movimenti, e getta su di essi una luce che annienta la loro realtà e esalta il loro mistero. Da questo concetto Apollinaire creerà il Surrealismo, continuando la strada aperta da Baudelaire: il manifesto del Surrealismo è del 1924.