Federigo degli Alberighi
28 Dicembre 2019I due poteri dal De Monarchia di Dante Alighieri
28 Dicembre 2019Riassunto della novella di Andreuccio da Perugia, la quinta novella della seconda giornata del Decameron di Giovanni Boccaccio:
SCHEMA
1. Introduzione:
- Andreuccio da Perugia è un giovane mercante di cavalli
- Si reca a Napoli con 500 fiorini d’oro per acquistare cavalli
2. L’inganno della siciliana:
- Una giovane siciliana lo attira con l’inganno
- Si finge sua sorella e lo invita a casa sua
- Gli ruba i 500 fiorini mentre dorme
3. La caduta nel vicolo:
- Andreuccio si sveglia e scopre il furto
- Tenta di rientrare ma viene fatto cadere in un vicolo maleodorante
4. L’incontro con i ladri:
- Incontra due ladri che lo coinvolgono in un furto in cattedrale
- Devono rubare un anello prezioso dalla tomba dell’arcivescovo
5. Intrappolato nella tomba:
- Andreuccio viene calato nella tomba
- I ladri lo abbandonano quando sentono arrivare altre persone
6. Il secondo gruppo di ladri:
- Un altro gruppo di ladri arriva per rubare lo stesso anello
- Andreuccio li spaventa fingendosi il morto e riesce a fuggire
7. Conclusione:
- Andreuccio riesce a tenere l’anello rubato
- Torna a Perugia più ricco di quanto fosse partito, nonostante le disavventure
Questa novella è famosa per la sua struttura ad anello e per come illustra i temi della fortuna e dell’ingegno, tipici del Decameron.
RIASSUNTO o TEMA SVOLTO SULLA NOVELLA
La novella di Andreuccio da Perugia, quinta della seconda giornata del Decameron di Giovanni Boccaccio, è un racconto avvincente che mescola abilmente elementi di commedia, critica sociale e riflessione sulla natura umana.
La storia inizia presentandoci il protagonista, Andreuccio, un giovane mercante di cavalli proveniente da Perugia. Con la sua ingenuità provinciale e 500 fiorini d’oro in tasca, Andreuccio si reca a Napoli per acquistare cavalli, ignaro delle insidie che lo attendono nella grande città.
Il primo incontro cruciale avviene con una giovane siciliana, che con astuzia si finge la sua sorellastra perduta da tempo. Questa donna incarna la furbizia e la malizia tipiche di chi è abituato a vivere d’espedienti nelle grandi città medievali. Con una storia commovente e ben congegnata, riesce a guadagnarsi la fiducia di Andreuccio, invitandolo a casa sua. Qui, approfittando del sonno del giovane, gli sottrae i 500 fiorini, lasciandolo al risveglio senza denaro e senza dignità.
La reazione di Andreuccio a questo primo rovescio di fortuna è significativa. Invece di arrendersi, tenta di recuperare il maltolto, mostrando una determinazione che sarà fondamentale per la sua sopravvivenza. Tuttavia, la sua inesperienza lo porta a cadere letteralmente in una trappola: viene fatto precipitare in un vicolo maleodorante, una rappresentazione fisica del degrado morale in cui è caduto.
A questo punto, la novella prende una svolta inaspettata. Andreuccio, sporco e umiliato, incontra due ladri che lo coinvolgono in un piano per rubare un prezioso anello dalla tomba di un arcivescovo recentemente sepolto. Questo passaggio non solo aggiunge un elemento di critica alla corruzione ecclesiastica, ma offre anche ad Andreuccio un’opportunità di riscatto.
Il colpo di scena finale arriva quando Andreuccio, intrappolato nella tomba e abbandonato dai suoi complici, si trova faccia a faccia con un secondo gruppo di ladri. In un momento di pura genialità comica e drammatica, il giovane riesce a spaventarli fingendosi il cadavere dell’arcivescovo, guadagnandosi così la libertà e l’anello tanto ambito.
La conclusione della novella vede Andreuccio tornare a Perugia più ricco di quanto fosse partito, ma soprattutto più saggio. Il suo viaggio attraverso l’inferno napoletano lo ha trasformato da ingenuo provinciale a uomo scaltro, capace di superare le avversità con ingegno e fortuna.
Questa novella è un esempio brillante della narrativa di Boccaccio. Attraverso le disavventure di Andreuccio, l’autore esplora temi come la fortuna mutevole, l’ingegno umano e la corruzione della società. La struttura circolare della storia, che vede il protagonista tornare al punto di partenza ma profondamente cambiato, riflette una visione della vita come un viaggio di apprendimento e trasformazione.
In conclusione, “Andreuccio da Perugia” non è solo un racconto divertente, ma una riflessione profonda sulla natura umana e sulla società medievale italiana, raccontata con l’inimitabile stile di Boccaccio che mescola umorismo, pathos e acuta osservazione sociale.