Smarrimento primo canto Inferno
28 Dicembre 2019Per Vincenzo Caldesi di Giosue’ Carducci
28 Dicembre 2019L’inizio del Canto X del Purgatorio ci introduce al primo girone della Montagna del Purgatorio, dove Dante e Virgilio osservano anime espianti il peccato della superbia.
Il tema centrale di questi primi 69 versi è l’umiltà, in contrasto con la superbia, illustrata attraverso immagini artistiche scolpite nel marmo, che fungono da esempi di umiltà.
Introduzione
Dante e Virgilio, lasciatasi alle spalle la porta del Purgatorio, si trovano in una fessura di roccia che rende difficile il cammino, simile a una cruna d’ago (verso 13). Questa difficoltà fisica è simbolica del cammino morale che l’anima deve affrontare per purificarsi dal peccato. Una volta superato questo ostacolo, i due poeti raggiungono una cornice solitaria e contemplano una serie di scene scolpite nella roccia, raffiguranti esempi di umiltà.
Analisi
Versi 1-12
Dante descrive la chiusura della porta del Purgatorio, la quale sembra quasi suonare nel momento in cui si richiude alle loro spalle. Qui si sottolinea come l’amore mal diretto (il “mal amor”, verso 2) distorca il giudizio umano, facendo sembrare giusta una via sbagliata. In questa sezione, Dante, preso dalla fatica e dall’incertezza, fa una riflessione quasi morale sulla fragilità umana, che spesso non riconosce subito i propri errori.
Versi 13-27
Il passaggio nella fessura rappresenta una prova fisica e spirituale, richiedendo abilità e attenzione. Virgilio, come guida, invita Dante a muoversi con cautela, e questa prudenza rallenta il loro cammino, al punto che la luna è già calante prima che escano dalla “cruna” (verso 13). Questo riflette l’idea che la purificazione e il cammino verso la salvezza non possono essere affrettati. Il percorso è difficile e richiede pazienza e consapevolezza.
Versi 28-51
Una volta liberi dalla fessura, Dante e Virgilio si trovano su un altopiano, caratterizzato da una vasta cornice di marmo bianco e decorata con intagli straordinari. Le opere scolpite rappresentano episodi biblici che esaltano l’umiltà. Il primo di questi intagli raffigura l’Annunciazione, in cui l’angelo Gabriele annuncia a Maria la nascita di Gesù (versi 40-45). L’abilità artistica di queste sculture è tale da far sembrare vive le figure, tanto che sembra quasi di sentire Gabriele pronunciare il saluto “Ave” a Maria.
Versi 52-69
Dopo la scena dell’Annunciazione, Dante osserva un altro intaglio che raffigura il trasporto dell’Arca dell’Alleanza da parte di Davide (versi 58-60). Davide, “più e men che re” in quel momento (verso 67), danza umilmente davanti all’Arca, mentre la sua moglie Micòl lo osserva con disprezzo dal palazzo, simbolo della superbia che si contrappone all’umiltà di Davide. Questa contrapposizione tra Davide e Micòl esprime visivamente il contrasto tra l’umiltà (raffigurata da Davide) e la superbia (rappresentata da Micòl), che è il tema centrale del canto.
Parafrasi
Dopo aver attraversato la soglia della porta, che separa le anime dal “mal amore” (l’amore disordinato che rende tortuose le vie diritte), Dante sente la porta chiudersi dietro di sé. Se solo avesse guardato indietro, non avrebbe avuto scuse per il suo errore. I due poeti si trovano in una stretta fessura nella roccia, che si muove da un lato all’altro come un’onda. Virgilio avverte che per attraversare quel passaggio bisogna muoversi con accortezza, spostandosi ora a destra, ora a sinistra. Questo rende il loro avanzare lento, tanto che prima che escano dalla strettoia, la luna ha già concluso la sua fase calante. Una volta liberi, si trovano su un altopiano deserto. La distanza tra il bordo della cornice e la parete rocciosa, che sale ancora ripida, è equivalente a tre volte l’altezza di un uomo. Guardando intorno, Dante riconosce che la roccia è di marmo bianco, scolpita con immagini così vivide che anche Policleto, il famoso scultore greco, sarebbe stato umiliato. La prima scena raffigura l’angelo Gabriele che annuncia a Maria la nascita di Gesù, e sembra così reale che si potrebbe giurare di sentirlo dire “Ave”. Di seguito, Dante vede un’altra scena: il trasporto dell’Arca dell’Alleanza, con Davide che danza davanti a essa, mentre sua moglie Micòl lo guarda con disprezzo.
Commento
Questa sezione del canto offre una riflessione sull’umiltà come virtù contrapposta alla superbia. Le immagini scolpite rappresentano episodi biblici che esaltano l’umiltà: Maria che accetta il volere divino e Davide che, pur essendo re, si comporta umilmente davanti all’Arca. Il contrasto con la superbia è chiaro nella figura di Micòl, che guarda con disprezzo il comportamento del marito. L’arte scolpita diventa qui una forma di catechesi visiva per Dante, che apprende attraverso gli esempi dell’Annunciazione e del trasporto dell’Arca la necessità di abbandonare la superbia per avvicinarsi alla salvezza.
In questo passo, Dante fa emergere l’importanza dell’arte come veicolo di insegnamento morale, e l’attenzione ai dettagli artistici e visivi serve a sottolineare la profondità della lezione spirituale che si sta apprendendo.
Testo e parafrasi dei primi 69 versi del decimo canto del Purgatorio di Dante
Testo:
Poi fummo dentro al soglio de la porta sonando la senti’ esser richiusa; Noi salavam per una pietra fessa, “Qui si conviene usare un poco d’arte”, E questo fece i nostri passi scarsi, che noi fossimo fuor di quella cruna; ïo stancato e amendue incerti Da la sua sponda, ove confina il vano, e quanto l’occhio mio potea trar d’ale, Là sù non eran mossi i piè nostri anco, esser di marmo candido e addorno L’angel che venne in terra col decreto dinanzi a noi pareva sì verace Giurato si saria ch’el dicesse ’Ave!’; e avea in atto impressa esta favella “Non tener pur ad un loco la mente”, Per ch’i’ mi mossi col viso, e vedea un’altra storia ne la roccia imposta; Era intagliato lì nel marmo stesso Dinanzi parea gente; e tutta quanta, Similemente al fummo de li ’ncensi Lì precedeva al benedetto vaso, Di contra, effigïata ad una vista |
Parafrasi: Dopo aver attraversato la soglia della porta, che separa le anime dal “mal amore” (l’amore disordinato che rende tortuose le vie diritte), Dante sente la porta chiudersi dietro di sé. Se solo avesse guardato indietro, non avrebbe avuto scuse per il suo errore. I due poeti si trovano in una stretta fessura nella roccia, che si muove da un lato all’altro come un’onda.
Virgilio avverte che per attraversare quel passaggio bisogna muoversi con accortezza, spostandosi ora a destra, ora a sinistra.
Questo rende il loro avanzare lento, tanto che prima che escano dalla strettoia, la luna ha già concluso la sua fase calante.
Una volta liberi, si trovano su un altopiano deserto. La distanza tra il bordo della cornice e la parete rocciosa, che sale ancora ripida, è equivalente a tre volte l’altezza di un uomo.
Guardando intorno, Dante riconosce che la roccia è di marmo bianco, scolpita con immagini così vivide che anche Policleto, il famoso scultore greco, sarebbe stato umiliato.
La prima scena raffigura l’angelo Gabriele che annuncia a Maria la nascita di Gesù, e sembra così reale che si potrebbe giurare di sentirlo dire “Ave”. Di seguito,
Dante vede un’altra scena: il trasporto dell’Arca dell’Alleanza, con Davide che danza davanti a essa, mentre sua moglie Micòl lo guarda con disprezzo. |